«Avevamo già scritto tutto»

«Avevamo già scritto fatto» «Avevamo già scritto fatto» Uno bianca e Falange, la storia nei romanzi SE IL DETECTIVE E' LA FANTASIA LORO c'erano già, loro avevano sfiorato con la penna i poliziotti assassini. Sono i giallisti. Daniele Brolli, per esempio. Ha pubblicato da Baldini & Castoldi Ammanerà, due vicende parallele: da un lato un pugile dilettante che fa la guardia giurata e porta in sé turbe psichiche, rispecchia la balordaggine della provincia romagnola nella stagione morta; dall'altro due serial killer omosessuali legati al giro dei film hard con scene di stupro girate dal vivo. Con i suoi personaggi, Brolli è andato vicino all'esito di queste indagini. Ed è sorpreso: «Sono toccato, quello che per me è soprendente è una sorta di coincidenza nella balordaggine dei personaggi». Casuale? «E' una coincidenza che appartiene ai luoghi. La tipologia delle persone, delle situazioni è già nell'aria». La cronaca dei giornali aiuta, comunque: «Il libro è uscito nel marzo di quest'anno, dopo 4 anni di lavoro. E raccon- ta, al di là della storia, qualcosa che appartiene all'universo dell'etica, realtà o surrealtà di Rimini». Comunque, lei è arrivato vicino alla soluzione, con la fantasia. «Io ho ho scritto un libro dove era indifferente se colpevole era il bagnino o la guardia giurata. Però era una persona che viveva la realtà di quel luogo». E la Falange armata? «Una sorta di sospetto, di ipotesi. Lo scrittore è un telepate passivo. Tra libro e realtà non ci sono grandi coincidenze quantitative, però i personaggi parlano e dicono le stesse cose. Mi hanno sorpreso le coincidenze linguistiche, di comportamento». Coincidenze, ma il confine invenzione-realtà svanisce. Il detto per cui «la realtà supera la fantasia» esce battuto. Loriano Macchiavelli - padre dell'ispettore Antonio Sarti, recentemente interpretato in tv da Gianni Cavina - confessa: «Io ho sempre utilizzato spunti tratti dalla realtà, ma trasformandoli, altrimenti sarei un cronista e non un giallista». Ma, in un libro, Stop a Sarti Antonio (Cappelli editore), lei accenna alla Uno bianca e alla Falange Armata. La fantasia ha anticipato la realtà? Macchiavelli: «Quegli accenni c'erano. Facevo un ritratto della realtà di questa mia città, che viveva quell'incubo, fatti che non potevano passare inosservati. Mentre accadevano, io andavo a cercare tra le pieghe, e ho buttato giù anche notizie e immagini che ritenevo di aver trovato interessanti. Fra queste c'era il fatto che qualcuno poteva provenire dall'interno di un corpo, ho pensato ai carabinieri, alla polizia». Non prova orgoglio, anche se amaro? «No, perché penso che qui è veramente il caso di parlare di fantasia che si trasforma in realtà. Queste sono cose che ha inventato prima la fiction, che abbiamo visto nei film e telefilm, abbiamo letto nei ro- manzi soprattutto americani. Ed ecco il ribaltamento. Sono personaggi da romanzo che diventano veri. Loro hanno copiato le immagini Usa». E il ribaltamento è da credere, stando a quanto dice Carlo Lucarelli, autore di Falange Armata (Granata Press, 1992), che oggi comincia a nutrire un dubbio: «Se nella fiction due più due fa quattro, nella realtà può fare sei». Lucarelli racconta la storia di un poliziotto che arresta un naziskin, il quale vanta conoscenze importanti del fratello. Il poliziotto s'accorge poi che altri agenti della volante vengono ammazzati. Allora pensa ai delitti della Uno bianca e si mette sulle tracce di quel fratello, «un classico Rambo», ex carabiniere appassionato d'armi. Fino ad arrivare a un poliziotto, a una sigla come Falange Armata... Lucarelli, lei ci è andato vicino, quasi al centro. Che cosa prova? «Mi dispiace in tutti i sensi, perché è una brutta soluzione. Io quel libro l'ho scritto per essere credibile, ed era credibile che ci fosse qualcuno con il tesserino o le stellette o la bifilare». Insomma, gli sembrava logico, e controllava tutti gli aspetti «tecnici» con amici che lavorano nelle forze dell'ordine, però nessuno ha colto il sospetto. Copertura, dunque? «No. Credo che la formazione professionale possa diventare un limite, un paraocchi. Se c'è stata copertura alla Uno bianca può essere stata inconscia. Un'ipotesi così diabolica potrebbe farla più un giallista che un investigatore». Ci vorrebbe lo scrittore consulente? «Forse sì. E' più facile che lui faccia ipotesi strampalate. Chissà, una telefonata...». Marco Neirotti Agenti corrotti e coperture Alcuni autori avevano «anticipato» l'inchiesta Loriano Macchiavelli, «padre» dell'ispettore Antonio Sarti che ha dato vita a una serie di film in tv Carlo Lucarelli, autore di un libro del '92 intitolato «Falange Armata» che anticipa i fatti di oggi

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