«Così andiamo avanti per altri 6 mesi»

Prevale la linea morbida. «Isolato» Fini che aveva chiesto un'ampia discussione politica Prevale la linea morbida. «Isolato» Fini che aveva chiesto un'ampia discussione politica «Così andiamo avanti per altri 6 mesi» Berlusconi, verìfica-lampo per non irritare la Lega ROMA. Questa volta Berlusconi ha dato un dispiacere a Fini. Il segretario missino e coordinatore di An cercava una occasione per mettere la Lega in un angolo giocando d'anticipo. Per questo aveva chiesto una immediata «verifica» della maggioranza. Aveva ottenuto per oggi solo un Consiglio dei ministri dedicato ai problemi del governo. A fine giornata si è visto che il presidente del Consiglio non gli ha dato neanche quello. Lega tranquilla, dunque e così al termine della seduta Berlusconi può dire: «Se così stanno le cose almeno per i prossimi sei mesi possiamo andare avanti...». Già, Lega tranquilla visto che Berlusconi si ò limitato ad illustrare un suo documento nel quale ha elencato quel che il governo ha fatto e quel che si propone di fare, appunto, nei prossimi sei mesi (riforma federalista, privatizzazioni, riforma della pubblica amministrazione, ecc.). Non e seguita una ampia discussione né, tanto meno, una votazione. Nulla che rischiasse di mettere in imbarazzo il leghista Maroni, l'uomo al quale Berlusconi dedica il massimo di attenzioni in questo momento. Perché Maroni continua ad essere convinto della necessità di sostenere il governo, malgrado Bossi la pensi diversamente. Premiare la «linea Maroni», anche a costo di penalizzare l'alleato Fini, diventa così per Berlusconi essenziale perché è l'unica via che ha per indebolire nella Lega la posizione di Bossi, l'unica via per tentar di disinne- scare la crisi di governo che incombe per gli inizi di gennaio. E così ieri il vicepresidente del Consiglio Maroni, apparentemente tranquillizzato, poteva rilanciare la sua linea: «Il governo è un conto, le regole un altro. Il primo può continuare a lavorare con l'attuale maggioranza, purché agganciata ad un pro- gramma chiaro e concreto su alcuni punti essenziali, primo tra tutti il federalismo. Le seconde vanno affidate al Parlamento, dove potranno formarsi maggioranze di volta in volta diverse, senza che questo pregiudichi l'azione del governo». E aggiungeva che An «per il momento è ancora al 95 per cento il vecchio msi». I ministri di Alleanza nazionale ci sono rimasti male. Il ministro Fiori era entrato in Consiglio dei ministri con richieste categoriche: «In questa verifica bisogna elaborare e sottoscrivere un documento politico». Ma passavano le ore di discussione sui vari argomenti all'ordine del giorno, la «verifica» non arrivava e saliva il nervosismo dei ministri di Fini. Il ministro Fisichella proponeva di prolungare ad oggi la riunione per discutere con calma del problema «verifica». La risposta di Berlusconi è stata la «verifica-lampo», aperta e rapidamente chiusa. E a Fiori non è rimasto che consolarsi dicendo che, in fondo, «la verifica si fa sui fatti. Quando il Consiglio dei ministri discute di pensioni, di telefonini e di altri problemi, la verifica è di fatto aperta». E' la prima volta, per quel che si sa, che Berlusconi aderisce alla linea delle «colombe» su una scelta importante e tiene a bada i suoi consiglieri «falchi». La controprova di questa scelta dovrà, però, esserci oggi nell'incontro con i sindacati sul problema pensioni. Se il presidente del Consiglio riuscirà ad evitare lo sciopero generale di venerdì vorrà dire che si è convinto che la via dello scontro lo porta al sicuro fallimento. Sapendo che la partita è decisiva, Berlusconi si è fatto affidare ieri dal Consiglio dei ministri una delega personale a trattare con i sindacati. Gli alleati del Centro cattolico democratico stanno a guardare col fiato sospeso questa apparente svolta di Berlusconi che, se vera, potrebbe dare maggiore peso anche a loro, testa di ponte dello sperato collegamento con il partito popolare, che è all'opposizione. Operazione che può riuscire se viene ridimensionato il ruolo di Fini nella maggioranza. Che è anche l'obbiettivo primario della Lega. «Non credo che Bossi faccia il ribaltone» diceva speranzoso ieri sera il ministro D'Onofrio, del Ccd. «Da parte di nessun membro del Consiglio dei ministri si è affermato di avere dubbi sulla possibilità di attuare il programma nei prossimi sei mesi. Anche la Lega? Il sostegno maggiore lo ha dato proprio Maroni». Alla fine il ministro Fiori ironizzava: «Abbiamo fatto un accordo di governo per i prossimi 22 anni». Fini, più realisticamente, si limitava a concludere: «Il governo andrà avanti così fino all'Epifania e anche oltre». Alberto Rapisarda D'Onofrio: «Non credo che Bossi faccia il ribaltone» Maroni: «Nel governo si può lavorare con l'attuale maggioranza. Ma per le regole gli alleati possono cambiare» DAL CENTRO VERSO SINISTRA [CONTRO IL GOVERNO] ACLI AZIONE CATTOLICA FAMIGLIA CRISTIANA JESUS MEIC [GLI EX LAUREATI CATTOLICI] FUCI , A, CARTA'93 AL CENTRO [POSSIBILISTI COL GOVERNO] AVVENIRE CIVILTÀ' CATTOLICA [GESUITI] COLDIRETTI GLI SCHIERAMENTI NELLA GALASSIA CATTOLICA A DESTRA [FAVOREVOLI AL GOVERNO] ALLEANZA CATTOLICA A SINISTRA [CONTRO IL GOVERNO] COMUNITÀ )l BASE PAX CHRISTI DAL CENTRO VERSO DESTRA [POSSIBILISTI, QUASI FAVOREVOLI AL GOVERNO] STUDI CATTOLICI [VICINI ALL'OPUS DEI]. COMPAGNIA DELLE OPERE [VICINA A CL] i> w a n it II Il gesuita padre Bartolomeo Sorge, direttore del Centro Arrupe di Palermo Il ministro dell'Interno e vicepresidente del Consiglio Roberto Maroni Sopra, padre Giuseppe De Rosa, editorialista della «Civiltà Cattolica», a lato, il segretario del ppi Rocco Buttiglione

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