«Troppi falchi in campo» di Gian Carlo Fossi

«Troppi falchi in campo» «Troppi falchi in campo» I sindacati: basta con le parole se c'è rottura il Paese si ferma ROMA. Lo sciopero generale del 2 dicembre contro la finanziaria e i tagli alle pensioni sembra quasi inevitabile nell'imminenza del nuovo «vertice» governo-sindacati convocato per le 9 di questa mattina a Palazzo Chigi. La macchina è pronta a partire, leader e base sindacale sono tutti mobilitati, alla manifestazione (se si farà) hanno aderito anche la Cisnal e gli «autonomi». Basta soltanto un segnale. Le tre segreterie confederali di Cgil, Cisl e Uil si sono riunite ieri sera per preparare l'incontro di stamane che, oltre alle pensioni, investe tutti i temi che i sindacati hanno messo sul tappeto da tempo: l'occupazione, la sanità ecc., anche se il piatto forte sarà certamente la previdenza. Alla luce degli ultimi sviluppi prevale un forte senso di scetticismo, a meno che in extremis non si verifichi un ulteriore colpo di scena con il ribaltamento della linea dura dei «falchi» affermatasi nel governo. «La situazione si è notevolmente ingarbugliata nelle ultime ore e le previsioni non sono certamente rosee» commentano esponenti di Cgil-Cisl-Uil al termine di una vivace riunione delle tre segreterie confederali. «Fino a sabato - precisano - si era delineato un percorso basato sullo stralcio della previdenza dalla finanziaria, la definizione della riforma entro la priTifavera, il*^àhteh&iehftf"tìel blocco delle pensioni di anzianità fino al varo delle nuove regole. Oggi^> dichiarazioni contraddittorie di ministri é sottosegretari azzerano tutto ed emerge un quadro confuso e preoccupante, che induce a conclusioni più negative che positive». E, intanto, la macchina organizzativa delle tre confederazioni ha premuto l'acceleratore al centro e in periferia in previsione di un possibile fallimento del confronto con il governo. In questo caso, le modalità dello sciopero generale verranno comunicate in giornata: per 8 ore dovrebbero fermarsi l'industria, l'agricoltura, il commercio, i servizi, le banche, la scuola e la sanità, gli enti locali e le poste, il parastato, l'università. In quotidiani non uscirebbero venerdì. Da varie località si conferma che treni straordinari e migliaia di pullman sono già pronti per assicurare la partecipazione di lavoratori e pensionati a varie manifestazioni, di cui le più importanti si terrebbero a Bologna e a Milano. «Senza stralcio - avverte Sergio Cofferati, segretario generale della Cgil - sarà sciopero generale». Per Sergio D'Antoni, leader della Cisl, si è giunti al momento della verità: «Se il governo vorrà raggiungere un accordo con le parti sociali, noi garantiremo un atteggiamento costruttivo; altrimenti non ci resterà altra scelta che la mobilitazione». Quello di oggi, secondo il segretario generale della Uil Pietro Larizza, è «un incontro decisivo, senza prova d'appello, né per il sindacato, né per il governo: se non ci sarà accordo, lo sciopero generale del 2 dicembre sarà inevitabile; e, sia chiaro, uno sciopero sindacale e non politico». I tre, leader criticano la poca coerenza del governo rispetto agli impegni presi la scorsa settimana, proprio nel momento in cui Berlusconi fa un appello alla coerenza. E non risparmiano critiche agli imprenditori, che lunedì sono scesi in campo contro lo stralcio delle pensioni. «Sbagliano - rileva Cofferati - e sbagliano due volte. La prima perché lo stralcio è uno strumento indispensabile per l'accordo sindacale e la seconda perché l'intesa con i sindacati è fondamentale per mantenere un sistema di regole come quello definito dall'accordo del luglio '93». Larizza: «Non è un caso che Agnelli e De Benedetti abbiano posto un alt secco a Berlusconi, dicendo che lo stralcio della previdenza sarebbe un guaio perché tocchéréhbe l'unica cosa seria. Certo, nella finanziaria l'unica cosa vera sono i provvedimene sjutlle^ensioni che colpiscono ih maniera iniqua i lavoratori, i pensionati, i pensionandi, i giovani. Ma questo non può riguardare gli imprenditori che pensano solo ai fatti loro e basta». Anche D'Antoni lancia strali acuminati, giudicando le affermazioni di Agnelli e De Benedetti «un intervento pesante, sorprendente e privo di strategia». D'Antoni aggiunge: «Negli ultimi tempi gli esponenti di Confindustria si erano mossi su ben altri livelli. A soli due giorni dall'incontro governo-sindacati, le dichiarazioni di Agnelli e De Benedetti suonano un po' come un richiamo all'ordine. Spero che non influiscano con strani effetti sulla trattativa». Infine, un avvertimento da Claudio Sabattini, segretario generale della Fiom-Cgil: «Il conflitto sociale si allargherà inevitabilmente, se non vi sarà lo stralcio sulle pensioni, condizione necessaria per fare la riforma». Il clima, insomma, è surriscaldato. Gian Carlo Fossi

Luoghi citati: Bologna, Milano, Roma