«Sono di Croxi i lingotti d'oro»

«Sono di Croxi i lingotti d'oro» Le autorità elvetiche non hanno più dubbi. Eumit, il pm invia gli atti a Torino «Sono di Croxi i lingotti d'oro» Slitta l'interrogatorio del premier MILANO. Un'altra giornata di inutile attesa, ieri in procura: l'interrogatorio di Silvio Berlusconi non c'è stato. Che la giornata andasse nuovamente «buca» si era capito fin dal mattino, dagli impegni degli interessati. Berlusconi, a quanto si è saputo, è rimasto tutto il giorno ad Arcore, a rivedere le carte per il Consiglio dei ministri di stamani. Ha comunque tenuto a ribadire la sua disponibilità all'interrogatorio «appena possibile». Di Pietro era a palazzo di giustizia, impegnato a preparare la requisitoria al processo Enimont, che comincia lunedi. Disponibile a staccare, appena fosse giunto il segnale dell'arrivo di Berlusconi. In ufficio tutto il giorno anche il procuratore capo, Borrelli, e gli altri sostituti. In particolare Davigo che, secondo voci, dovrebbe affiancare Di Pietro nell'interrogatorio al premier. Vero? Lui si trincera dietro un rigoroso: «A queste domande non rispondo». In mancanza dell'interrogatorio di Berlusconi, l'unica attività di rilievo è stata quella degli ispettori che ieri hanno sentito (o risentito) i sostituti procuratori Gherardo Co¬ lombo e Paolo Ielo, il procuratore aggiunto Ilio Poppa e l'avvocato Enrico Allegro. Ricomparso dagli ispettori anche Borrelli, ma solo per consegnare alcuni documenti. Nulla si sa dell'incontro con Colombo. Molto chiaro, invece, l'argomento trattato con l'avvocato Allegro, ex difensore del tenente della Finanza Emilio Stolfo (argomento che riguarda indirettamente anche Poppa): si tratta dell'avvocato Taormina, difensore del generale Cercello, indagato per favoreggiamento. «Ho spiegato agli ispettori - racconta Allegro - ciò che ho già detto ai pm. E cioè che il collega Taormina venne da me per annunciarmi che aveva intenzione di attaccare la procura. Mi fece notare che nel mio ufficio lavora la moglie di Poppa. Non disse altro, non è stata una minaccia, ma io ho comunque preferito rinunciare alla difesa di Stolfo perché non volevo essere utilizzato come ponte levatoio contro la procura». Tutto questo sul fronte indagine ispettori; sul fronte inchieste due notizie. Il pm Paolo Ielo chiuderà oggi lo stralcio dell'inchiesta Eumit, filone tangenti rosse, senza chiedere il rinvio a giudizio per gli indagati. Prima di formulare al gip la richiesta di archiviazione Paolo Ielo iscriverà sul registro degli indagati il nome di Marcello Stefanini, l'ex cassiere del pci-pds. E' solo un atto formale, l'ultimo prima di trasmettere tutti gli atti a Torino, dove il magistrato Giuseppe Ferrando indaga sul falso nei bilanci di Eumit, la società mista italo-tedesca al centro di tutta la vicenda. L'altra notizia arriva dalla Svizzera. Secondo l'agenzia Ats di Ber¬ na i quindici chili d'oro trovati in ottobre a Ginevra, in una cassetta dell'aeroporto, appartengono a Bettino Craxi secondo tutte le autorità elvetiche. Infatti anche il consiglio federale, rispondendo ad un'interrogazione del consigliere socialista Jean Ziegler, ha definito l'oro «appartenente a Bettino Craxi». Una dichiarazione di proprietà molto ufficiale, che però Craxi dalla Tunisia continua a definire «del tutto falsa». [s. m.l Milano, continua l'indagine degli ispettori di Biondi sul pool di Mani pulite Da sinistra: il sostituto procuratore milanese Gherardo Colombo e l'ex segretario del psi Bettino Craxi

Luoghi citati: Arcore, Ginevra, Milano, Svizzera, Taormina, Torino, Tunisia