«Non spiumate la Finanziaria» di ZeniSergio Romano

«Non spiumate la Finanziaria» «Non spiumate la Finanziaria» Agnelli e De Benedetti: rigore indispensabile LE IMPRESE E LA MANOVRA CMILANO HE succede se per un giorno il Senato si trasferisce armi e bagagli, con tanto di valletti in abito nero e stenografi, a Milano, nell'aula magna dell'Università Bocconi, uno dei templi dell'economia made in Italy? Ovvio, si finisce col parlare soprattutto di economia e di argomenti come la legge finanziaria, la lira, le pensioni. Con piena soddisfazione per Carlo Scognamiglio, il presidente del Senato che ha voluto proprio a Milano questa prima tappa del viaggio in Italia (a primavera toccherà a Palermo) tra i giovani universitari per dimostrare che il Senato «non è un palazzo ubicato a Roma, è un'assemblea di cittadini». Aula magna stracolma, quella della Bocconi. Tantissimi studenti. Molti professori. Qualche volto noto tra gli imprenditori, Leopoldo Pirelli, Leonardo Mondadori, e tra i politici (Speroni). E in prima fila, a fianco di Mario Monti, l'ex rettore oggi commissario europeo, due big dell'imprenditoria italiana, Gianni Agnelli e Carlo De Benedetti. Tocca a loro, insieme a Scognamiglio, all'ambasciatore Sergio Romano, al vicepresidente del Senato Marcello Staglieno, ai senatori Migone, Smuraglia e Cavazzuti, dare il via al dibattito tutto incentrato sull'Europa, sui principali assetti politici ed economici dell'Europa, sul futuro dell'Unione, sulle prospettive dell'Europa monetaria. Già, l'Europa. Ma l'Europa, per l'Italia, passa attraverso il risanamento dei conti italici. L'altalena della Borsa, il su e giù dei titoli di Stato, i tonfi della lira, stanno li a dimo- strado: i mercati aspettano di vedere che fine farà la legge finanziaria, che da domani comincia il suo iter proprio in Senato: è degna di fiducia o no, chiedono i giornalisti ad Agnelli e a De Benedetti. Agnelli non ha dubbi: la Finanziaria va fatta tutta e subito. Spiega: «Quanto prima viene approvata e quanto meno viene spiumata, tanto meglio è». E De Benedetti è d'accordissimo: «Non voglio neanche pensare alla mancata approvazione di una Finanziaria che è sotto il livello del minimo possibile per non perdere ancora il contatto con l'Europa». Dalla Finanziaria alle pensioni il passo è breve: stralcio o non stralcio? «Stralcio è una parola grossa, vuol dire portar fuori una parte: bisogna vedere quanto portano fuori e cosa ne fanno dopo», sintetizza Agnelli. De Benedetti, da parte sua, riconosce le difficoltà («Al governo va dato at- to d'aver affrontato un problema nato da antiche irresponsabilità politiche, sindacali e forse anche imprenditoriali») e si schiera contro lo stralcio: <E' un'operazione chiaramente impopolare ma assolutamente necessaria, non sarebbe concepibile che la Finanziaria non andasse in porto senza il provvedimento sulle pensioni». Guai, insomma, a tentennare. L'andamento della lira sta lì a dimostrare cos'altro potrebbe succedere: «Sulla lira pesano elementi psicologici dovuti all'instabilità politica, di sicuro vale di più di quanto è valutata oggi», riconosce l'Avvocato. E l'Ingegnere mette in guardia: «La lira sta smottando giorno per giorno». In conclusione, tutti d'accordo con il professor Monti, neocommissario europeo, che non esita ad auspicare un pronto rientro nello Sme: «La lira - suggerisce - potrebbe rientrare entro la fine dell'anno». D'accordo Agnelli: «Sarebbe bene, dopo l'approvazione della Finanziaria, porsi il problema di un rientro rapido. Se poi non riuscirà a stare nelle bande di oscillazione che sono molto ampie vorrà dire che il Paese va peggio di quello che si pensa». D'accordissimo De Benedetti: «Un rientro formale della lira nello Sme renderebbe più esplicito l'impegno dell'Italia per il risanamento». Armando Zeni L'Avvocato: la lira rientri nello Sme L'Ingegnere: «Il governo v. è coraggioso» sH5% *™f Il presidente della Fiat Giovanni Agnelli con Sergio Romano ieri all'Università Bocconi