Pensioni, si rifanno i conti per lo stralcio

Domani l'incontro con i sindacati: Dini lavora con i tecnici, Mastella cura la diplomazia Domani l'incontro con i sindacati: Dini lavora con i tecnici, Mastella cura la diplomazia Pensioni, si rifanno!conti 1° stralcio Inps in rosso di 72 mila miliardi nel '94 ROMA. Mastella spinge l'acceleratore delle sue consultazioni «confidenziali» con il fronte sindacale, mentre a Palazzo Chigi il suo collega del Tesoro Dini s'incontra con Tremonti, Ferrara e i funzionari dei ministeri in una riunione «tecnica» per mettere a punto i conti della finanza pubblica in previsione del round decisivo di domani con i sindacati per la riforma pensionistica. Nella seduta, durante la quale è stata discussa l'ipotesi di un prestito obbligazionario come formula di intervento a sostegno delle Regioni alluvionate, il ministro delle Finanze si sarebbe alleato a Dini nel respingere l'ipotesi di stralcio delle pensioni se questo dovesse comportare una riduzione del gettito da sanare con nuove tasse. La situazione sembra dimostrare, comunque, il «doppio binario» dell'azione del governo Berlusconi alla vigilia dell'incontro con la triade confederale: i «ragionieri», come li ha definiti sarcasticamente Bossi ieri, s'affannano a far quadrare le cifre, mentre la «colomba» Mastella prosegue nel suo tentativo di smussare gli angoli con i sindacati. «Le cifre scottano, ma quella che conta è la volontà politica - ripete il ministro del Lavoro -. Se questa c'è, la soluzione si trova. Se invece ci fermiamo ai numeri, tutto diventa più difficile». Sembra una frecciata al suo collega Dini, con il quale negli ultimi giorni i rapporti pare siano diventati gelidi. E anche la sua assenza al vertice «tecnico» di Palazzo Chigi, sembra confermarlo. A parte questo mini-giallo, il nodo resta il famoso «stralcio» delle pensioni dall'insieme della manovra. Saranno comunque più di una le ipotesi che saranno esaminate stamane. La più consistente prevede che il blocco delle pensioni di anzianità resti in vigore fino a quando non sarà approvata la riforma. Un'altra ipotesi non prevede lo stralcio, ma punta a modificare l'attuale meccanismo delle pensioni di anzianità. «Stralcio non è la parola chiave, ma lo è la riforma. Se tutti accettano che il riordino della previdenza è un problema ineludibile, allora mezzi e modi possono essere concordali», dice Mastella. Alla conferenza stampa sui conti dell'Inps, il ministro del Lavoro ripete le sue convinzioni: «Le priorità sono la stabilità politica, la pace sociale e la riforma previdenziale. Adesso è compito della politica evitare lo scontro sociale. E' possibile riuscirci se tutti faranno la loro parte. Il governo ha tanta buona volontà, spero ne abbia altrettanta il sindacato». Quale che sia la via di compromesso che alla fine verrà scelta, resta l'ineludibilità della riforma perché i conti non tornano. Alla riunione promossa dall'Inps è infatti emerso da un intervento del «commissario» Mario Colombo che anche separando la gestione dell'assistenza da quella della previdenza, come reclamano i sindacati, il bilancio pensionistico dei lavoratori dipendenti si chiuderà quest'anno con un passivo di 3543 miliardi. «Le entrate contributive di questo comparto coprono infatti solo il 60% delle prestazioni, mentre il resto è ricavato dalle risorse degli assegni familiari e da altri apporti dello Stato.» Insomma, per quanto siano migliorati i risultati di gestione, l'inps avrà ancora bisogno di 72. ) 00 miliardi dallo Stato (invece dei previsti 66.800) per chiudere il bilancio di quest'anno. E a parte le croniche difficoltà del settore agricoltura (2700 miliardi riscossi contro i 34 mila erogati), dai prossimi anni andrà in passivo anche il bilancio di commercianti e artigiani. Con la nuova legge, dopo 25 anni usciranno i rappresentanti dei sindacati dalla gestione diretta dell'Inps, affidata ai manager. Per l'inps è una data storica, si apre un'epoca nuova. [p. pat.] Il ministro del Lavoro Clemente Mastella

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