Dini fa le nomine, Tatò le barricate, Moratti sogna ilpallone di Irene Pivetti

Dini fa le nomine, Tato le barricate, Moratti sogna ilpallone I NOMI E GLI AFFARI Dini fa le nomine, Tato le barricate, Moratti sogna ilpallone E' un tipo speciale il ministro del Tesoro Lamberto Dini. Per mesi e mesi si tiene celato e zitto, solo intento a far di conto per preparare la famosa finanziaria. Unico segno visibile: il braccio di ferro con il governatore Antonio Fazio sul nome del suo successore in Bankitalia, che secondo Dini doveva essere il direttore generale dell'Imi, Rainer Masera. Viceversa, dopo parecchie tribolazioni, Fazio nomina Vincenzo Desario. Di colpo, ecco Dini che abbraccia il governatore, spiega la finanziaria, si offre sorridente perfino ai teleschermi e ha parole di comprensione per i sindacati. Non basta. Il ministro del Tesoro dà una decisa e imprevista accelerata alla privatizzali ministro zione delle Lamberto Dini banche pubf ' Il governatore Antonio Fazio bliche, tipo il San Paolo di Gianni Zandano o la Cariplo guidata da Sandro Molinari. Contemporaneamente ribalta l'intero consiglio dell'Ina, dove alla presidenza chiama Sergio Siglienti, e dichiara che il gruppo assicurativo è già, di fatto, privato. E che l'Imi di Luigi Arcuti seguirà da presso. Insomma, dopo mesi di vita sommersa, ecco Dini riemergere dai flutti come la Venere del Botticella Toscana come lui. E' vero che, nel frattempo, il governo è entrato in acque infestate da squali, niente è più sicuro come prima, è bene prepararsi. Ma non c'è dubbio che, tirate le somme, il zitto-zitto Dini sia proprio un tipo speciale. Nessuna meraviglia dunque che, nella lista degli ipotetici suc¬ cessori di Silvio Berlusconi, tra il presidente del Senato Carlo Scognamiglio, la reginetta della Camera Irene Pivetti e l'immancabile Romano Prodi, compaia anche il suo nome. Mentre a Roma tutti corrono avanti e indietro dal Colle, a Milano nelle più sobrie stanze del gruppo Finivest è cominciata la supereccitazione. Ennio Doris, ragioniere padovano ormai plurimiliardario, è il primo ad uscire allo scoperto, e si candida per comperarsi il settore finanza, che lui stesso ha creato e di cui è già socio al 24%. Di Franco Tato è noto l'amour-passion per la Mondadori. E difatti si guarda bene dal nominare un nuovo amministratore delegato, come vorreb- Rainer be invece il Masera Gianni Zandano presidente Leonardo Mondadori. Anche se, a Segrate, una nomina bisognerà forse farla: il successore del consigliere Giovanni Spadolini, chiamato a suo tempo in veste di «garante». Un ruolo che, oggi, appare tuttavia offuscato dal precipitare degli eventi. Comunque sia, se Silvio resisterà a palazzo Chigi e confermerà l'intenzione di separarsi dai suoi gioielli, la soluzione Mondadori potrebbe essere passare per Tato, magari affiancato dalla tanto amata Bertelsman, appena sbarcata alla grande sotto la Madonnina con l'acquisto di Ricordi. Nel frattempo Tato, insieme al presidente Fedele Confalonieri (che non si candida a nessun pa¬ dronato) deve pensare a chiudere il bilancio Fininvest 1994. E per riequilibrare i conti deve riuscire a vendere la passiva Telecinco e la passiva Standa, un'operazione alla quale non si oppone più nemmeno l'ex oppositore Numero Uno, Giancarlo Foscale. Alla Standa guarda con occhio concupiscente l'amministratore delegato di Rinascente (ed ex amministratore delegato di Mondadori) Giovanni Cobolli Gigli, deluso per la sconfìtta nella gara Sme. E se Cobolli sarà disposto a mettere un bel pacchetto di miliardi sul piatto, l'affare potrebbe essere concluso con una certa rapidità. Intanto, sempre a Milano, nella tradizione della madre, donna Erminia, appassionata tifosa (e magari per Luigi Arcuti recuperare al nome uno smalto leggermente appannato dalle traversie televisive della cognata Letizia), Massimo Moratti tratta l'acquisto dell'Inter. Cui il venditore, Ernesto Pellegrini, attribuisce un valore di 100 miliardi. L'Inter ha portato fortuna a Ernesto Preatoni, lo scatenato finanziere in lotta contro i feudi delle «banche popolari». L'amico Giacinto Facchetti (che dell'Inter fu mitico capitano) ha vinto la causa a Crema, e dovrà essere iscritto tra i soci della Popolare del luogo. Detto fatto, Preatoni è partito lancia in resta anche contro la Popolare di Milano, presieduta da Francesco Cesarmi. E, nei ritagli di tempo, ha ingaggiato Alba Parietti per far pubblicità ai suoi investimenti egiziani sulle rive del Mar Rosso. Chi compra casa laggiù, avrà Miss Gambe come vicina. Parola di Preatoni. A Roma, viceversa, stanno un po' in ambascia alcuni top manager dell'area pubblica, che secondo i soliti maligni si sarebbero recentemente avvicinati (forse troppo) al vicepresidente del Consiglio Giuseppe Tatarella. Come il presidente dell'Enel Franco Viezzoli, l'ex l'amministratore delegato di Alitalia, oggi presidente di Tirrenia Giovanni Bisignani, e perfino l'amministratore delegato di Finmeccanica, Fabiano Fabiani. Che fare, si chiedono oggi in molti, se il governo va a gambe all'aria, e An insieme con lui? Valeria Fedele Sacchi Confalonieri R Irene Pivetti Romano Prodi Luigi Arcuti Romano Prodi li ministro Lamberto Dini f Il governatore Antonio Fazio Gianni Zandano Rainer Masera Fedele Confalonieri Irene Pivetti

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