Rissa fra donne in nome dell'Europa

Scontro durissimo tra la premier e la rivale nazionalista che si insultano in tv SCANDINAVIA v ' ver,^- w Scontro durissimo tra la premier e la rivale nazionalista che si insultano in tv Rissa fra donne in nome dell'Europa Oggi la Norvegia vota OSLO NOSTRO SERVIZIO Fuochi artificiali in Norvegia, al bivio tra l'Europa unita e il rifugio nazionale. Il clima referendario e stato incandescente. All tro che gelido temperamento nordico. Minacce telefoniche, insulti e provocazioni in piazza, proiettili intimidatori recapitati I via posta al primo ministro e ai suoi colleghi europeisti, quasi come in una faida mafiosa. Tanto che le opposte fazioni hanno dovuto lanciare un appello alla calma e a! rispetto reciproco. Episodi di fanatismo a parte, anche il dibattito politico ha toccato toni inconsueti a queste latitudini, raggiungendo i suoi massimi nell'ultima tribuna referendaria in tv. Qui il premier laborista signora Grò Harlem Brundtland. ha perso la pazienza di fronte agli attacchi della sua rivale antieuropea, Anne Engel Lahnstein: «Questo è troppo, ora basta, non è più possibile continuare a mentire spudoratamente in questa campagna» ha tuonato il primo ministro, rag¬ gelando i due moderatori. La giovane signora Lahnstein, leader centrista, ha la straordinaria capacità di demonizzare tutto e tutti in Europa. Brandendo la spada dell'autarchia nazional-romantica è diventata l'idolo dell'immensa periferia rurale del regno, che in questa battaglia si scontra con le aree urbane, più aperte al nuovo. Proprio come accadde nel 1972, quando i norvegesi voltarono le spalle a Bruxelles mentre i loro cugini danesi sceglievano l'integrazione. Stavolta, a precedere Oslo in Europa sono stati altri due vicini nordici, la Svezia e la Finlandia. Le quali, cosi facendo, «hanno sacrificato la loro democrazia all'autoritaria oligarchia di Bruxelles», sentenzia la Lahnstein. Bavaglio al Parlamento nazionale, crollo della partecipazione democratica, razzia delle risorse naturali (dal pesce al petrolio), collasso dell'agricoltura sussidiata, crisi dello Stato sociale, scempio ambientale, minacce alla salute: questo il rischio-Europa in Norvegia, secondo gli oppositori, dai socialisti ai de¬ mocristiani, dai contadini ai pescatori, passando per una forte minoranza laborista. Si fa di ogni erba un fascio, ponendo l'accento esclusivamente sui punti deboli dell'Unione europea, ad esempio la trasparenza decisionale. Nell'ultimo, accorato appello televisivo il primo ministro ha ripetuto che sarebbe irresponsabile isolare la Norvegia, privarla della possibilità di partecipare a scelte politiche ed economiche cui dovrebbe comunque adeguarsi come membro dello spazio economico europeo e, duni que del grande mercato. Inoltre, è fondamentale rinforzare il tessuto produttivo, dopo vent'anni di comoda era petrolifera, che ha salvato il Paese dopo lo storico rifiuto del 1972, sottolinea la signora Brundtland. E aggiunge: «Il vero salto nel buio sarebbe votare no e isolare il Paese; per favore, lasciateci al fianco dei nostri partner tradizionali. Fatelo per il bene della Norvegia». Però, gli avversari del primo ministro lo accusano di spaventare gli elettori. Da che pulpito. Comunque sia, alla vigilia del voto l'ago della bilancia pende leggermente verso il no; ma i molti indecisi tendono a dare fiducia al premier. Dunque, il carisma della signora Brundtland potrebbe risultare decisivo per un successo europeista. Ma i partiti del no, nella loro opposizione dogmatica, sono già pronti a rovinare la festa: due di loro, centristi e socialisti, annunciano che farebbero mancare la maggioranza qualificata necessaria per la ratifica parlamentare. A meno che il sì non stravinca. Zenone So villa Il premier Grò Harlem Brundtland ha perso la pazienza in diretta tv

Persone citate: Anne Engel, Brundtland, Grò Harlem Brundtland