Bihac brucia, sconfitta dell'Occidente

Sessantamila abitanti in trappola nell'enclave bosniaca, ora si temono le rappresaglie Sessantamila abitanti in trappola nell'enclave bosniaca, ora si temono le rappresaglie Bihac brucia, sconfitta dell'Occidente / serbi stanno per conquistare il centro della città ZAGABRIA NOSTRO SERVIZIO Continuano gli attacchi delle truppe serbe contro l'enclave musulmana di Bihac che l'Orni ha proclamato zona protetta. Mentre l'artiglieria pesante serba bombarda con violenza la città, la fanteria avanza verso il centro. «Gli abitanti di Bihac sono disperati, sono paralizzati dalla paura di quello che accadrà se Bihac cadrà definitivamente nelle mani dei soldati serbi» ha dichiarato Monique Tuffelli dell'Alto commissariato per i profughi. I combattimenti infuriano anche a Nord, intorno a Velika Kladusa. «Questa volta non ci fermeremo» ha dichiarato il leader serbo bosniaco Karadzic, incurante dell'ultimo appello del Consiglio di sicurezza dell'Onu. «Non daremo loro la possibilità di respirare». A detta del portavoce delle forze di pace dell'Onu a Bihac ci sono circa 500 uomini del V Corpo dell'esercito bosniaco - in tutta l'area protetta ce ne sono 1500 - che hanno respinto l'ultimatum dei serbi di arrendersi. Se le forze serbe riusciranno a bloccare l'unica via di uscita a Nord della città, stringendo la morsa intorno a Bihac, i soldati bosniaci che rimarranno imprigionati rischiano di essere massacrati. Si teme inoltre per la sorte dei 60 mila abitanti di Bihac che non potranno essere allontanati. Il governo bosniaco ha infatti chiesto ai Caschi blu di assicurare ai civili la possibilità di uscire salvi da Bihac. In città si sono riversati migliaia di profughi fuggiti di fronte al terrore seminato dalle truppe serbe che hanno dato fuoco a tutti i villaggi della zona. I serbi hanno bruciato tutte le case dei musulmani per impedire loro qualsiasi possibilità di ritorno, dicono i Caschi blu a Sarajevo. «L'Orni non ha richiesto nessuna nuova azione aerea della Nato contro le postazioni dei serbi che attaccano Bihac» ha dichiarato ieri il segretario generale dell'Alleanza atlantica Willy Claes. Nel tentativo di calmare le acque della sempre più aspra polemica tra Onu e Nato sulla necessità di intervenire, affermata dagli alleati ma osteggiata dalle Nazioni Unite, Claes ha aggiunto di capire perché il comandante delle forze di pace esita a chiedere l'appoggio della Nato. «Teme che i suoi Caschi blu insufficientemente armati siano oggetto di vendette» ha detto Claes aggiungendo che c'è un grande contrasto tra il ruolo dell'Onu che deve mantenere la pace, e il compito della Nato che e quello di riportare la pace. Intanto il Consiglio di sicurezza dell'Onu ha mandato un nuovo appello ai serbi esigendo la loro ritirata da Bihac. «Il fatto che nella dichiarazione del Consiglio di sicurezza non ci sia il minimo accenno a una minaccia da parte della comunità internazionale è un chiarii stigliale di luce verde ai serbi», ha affermato l'ambasciatore bosniaco presso l'Onu Muhamed Sacirbej. Ma le «precauzioni» prese dall'Unprofor che ha proibito nuovi bombardamenti della Nato contro le postazioni serbe per evitare rappresaglie sui Caschi blu non hanno avuto successo. Le forze serbe hanno bloccato quattro convogli dell'Onu, prendendo in ostaggio 165 soldati delle forze di pace. Quarantatre Caselli blu britannici sono stati fermati all'uscita di Gorazde. Il governo dell'Aia ha fatto sapere di aver perso ogni contatto con 73 Caschi blu olandesi arrestati dai miliziani serbi. Nel frattempo il governo bosniaco ha accettato la proposta di tregua presentata dall'Unprofor clic prevede il cessate il fuoco e la smilitarizzazione di Bihac. «I serbi dovrebbero accettare questo piano entro la mezzanotte di lunedì. Se non sarà così la Nato e l'Onu dovranno reagire» ha dichiarato il premier bosniaco Silajdzic. In un incontro «segreto» a Karadjordjevo, ex residenza della famiglia reale jugoslava attualmente usata dal presidente serbo Milosevic, il ministro degli Esteri russo Khozirev ha cercato di convincere «il padre di tutti i serbi» a premere sui serbi della Bosnia affinché cessino gli attacchi contro Bihac. ingrid Badurina Le Nazioni Unite rinunciano a nuovi raid aerei sulla zona «I Caschi blu sono in pericolo» I profughi appena arrivati dalle campagne dicono che i miliziani bruciano tutte le case che trovano La madre di un soldato bosniaco ucciso piange sulla sua tomba. Sotto, musulmani di Abdic, alleati dei serbi

Persone citate: Abdic, Karadzic, Milosevic, Monique Tuffelli, Muhamed Sacirbej, Silajdzic, Willy Claes

Luoghi citati: Bihac, Sarajevo, Zagabria