In origine era il gruppo che assaltava le Coop

In origine era il gruppo che assaltava le Coop In origine era il gruppo che assaltava le Coop L'OMBRA NERA DEL TERRORISMO Apagina 65 l'agente in servizio all'Unità controllo territorio della questura di Bologna ha una sensazione: «La Uno bianca è un bubbone schifoso, il cancro che si nasconde sotto la pelle di questa città. Un cancro che fa comodo a qualcuno, perché serve a coprire tante cose». A pagina 77 il suo collega sovrintendente intuisce la prima verità: «Lo capisco solo adesso e si deve leggere dalla mia faccia, perchè me la sento cadere giù tutta. Un poliziotto. Un poliziotto coinvolto in questa storia». A pagina 128 il poliziottokiller si confessa al collega: «Perchè? Pulizia. Fa parte di un progetto complesso, che ha simpatie dove non immagineresti neppure. Poche azioni esemplari, da professionisti, pei' mantenere la tensione fino al momento giusto, confusi nel calderone della Uno bianca». Vedi come sono, a volte, i ro- manzi: non occorre la fantasia, per scriverli, basta la logica. Quello da cui sono tratte le citazioni si chiama «Falange armata» e l'ha scritto, più di due anni fa, uno che si chiama Carlo Lucarelli, vive a Bologna e fa di professione il cronista di nera. Non ha usato la sfera di cristallo per immaginare che Falange armata e Uno bianca fossero la copertura di un gruppo di poliziotti deviati con collegamenti nell'estrema destra e protezioni ad alto livello. Ha solo messo in pagina le deduzioni che in tanti avevano già fatto, ma che non era possibile scrivere se non in forma di romanzo. Oggi quelle conclusioni sono cronaca, ma il fatto che lo siano diventate solo oggi è la colpa imperdonabile di tutti quelli che hanno seguito questa inchiesta senza mai condurla dove l'evidenza dei fatti avrebbe imposto. «Un'indagine perfetta», ha detto sabato il ca¬ po della polizia Masone. E che Dio ci protegga da quelle imperfette. A ricapitolare la storia dell'inchiesta l'impressione che se ne ricava è che la verità fosse sempre lì, a portata di mano, ma che, ogni volta, si sia cercato altro. E che gli assassini avessero la sfrontatezza di seminare indizi e spiegare strategie, certi che non sarebbero stati comunque presi. I fratelli Savi e i loro complici cominciano a colpire dal 1988, con una serie di rapine ai supermercati: scarso bottino e tanta ferocia, stessa tecnica (militare) e stesse armi e vetture. Dicono: è la «banda delle coop». Dal 1990 inaugurano una seconda fase, puramente terroristica: uccidono l'educatore del carcere di Opera, assaltano i campi nomadi, ammazzano i senegalesi, trucidano i carabinieri. Falange armata rivendica, gli inquirenti non le danno credito. Neppure seguono il filo conduttore che lega questi episodi alle rapine precedenti. Eppure i banditi usano le stesse tecniche, la stessa auto, le stesse armi (tra cui il mitra Beretta Se 70 in dotazione a forze speciali di pronto intervento e irreperibile sul mercato legale o clandestino). I banditi sono gli stessi, dovrebbe essere evidente, ma per i reati della «banda delle coop» finisce sotto processo un gruppo di pregiudicati legato al clan dei catanesi, incastrati da un'inchiesta in cui hanno ruoli chiave alcuni personaggi romani legati al potere politico e ai servizi segreti. Così come per l'eccidio dei tre carabinieri al Pilastro sono tuttora sotto processo il camorrista Medda e i fratelli Santagata. Camorra, mafia, criminalità comune, ogni pista è stata seguita fino alle estreme conseguenze, fuorché quella che si imponeva da subito. Un esempio, fra decine. Oggi, ufficialmente, alla banda dei poliziotti si imputa l'omicidio dei carabinieri Erriu e Stasi, di pattuglia a Castelmaggiore il 20 aprile 1988. All'epoca si disse che, avvicinandosi alla coop locale, avevano probabilmente scoperto la famigerata banda all'opera. Cosa avrebbe dovuto rapinare, la banda delle coop, alle 22 passate, quando i prelievi degli incassi avvenivano regolarmente, ogni sera, prima delle 21? Come fa una banda

Persone citate: Beretta, Carlo Lucarelli, Erriu, Medda, Santagata, Savi, Stasi

Luoghi citati: Bologna