Scaduto l' ultimatum, è la fine di Bihac

Alle 20 di ieri il termine per la resa. Karadzic: i marines americani troveranno un Vietnam Alle 20 di ieri il termine per la resa. Karadzic: i marines americani troveranno un Vietnam Scaduto Kuhimatum, è la fine di Bihac L'Onu blocca un nuovo raid sui serbi ZAGABRIA NOSTRO SERVIZIO «Se ne mandano duemila dovranno mandarne altri diecimila per salvare i primi duemila. Questo sarà un nuovo Vietnam». Con queste parole il leader serbo-bosniaco Radovan Karadzic ha «salutato» la decisione americana di mandare nell'Adriatico tre navi militari con a bordo duemila marines. Di fronte alla situazione sempre più drammatica in Bosnia, e in particolare nella zona protetta di Bihac, il Pentagono ha confermato ieri di aver dato ordine a tre navi da guerra di salpare verso il Mare Adriatico. Per il momento i marines non hanno l'ordine di sbarcare ma soltanto di tenersi in stato di allerta. Secondo la rete televisiva americana Nbc le navi militari americane hanno il compito di aiutare i Caschi blu nel caso di una ritirata veloce delle forze di pace dell'Onu dalla Bosnia, nonché soccorrere i piloti della Nato se ne avessero bisogno. Per tutta risposta le autorità serbo-bosniache minacciano di dichiarare lo stato di guerra su tutti i territori della Bosnia occupati dalle loro truppe se il governo di Sarajevo rifiuterà la loro proposta di pace. Le condizioni poste dai serbi sono: una tregua generale su tutti i fronti bosniaci, nonché l'accettazione da parte delle autorità di Sarajevo dell'attuale situazione sul terreno, che vede il 70% dei territori in mano alle truppe di Karadzic. Intanto nell'enclave musulmana di Bihac, che l'Onu ha proclamato area protetta, le forze serbe hanno oramai sotto controllo più di un terzo della zona di sicurezza. Il comandante serbo-bosniaco che assediano Bihac, generale Milòvanovic, ha dato l'ultimatum al quinto corpo dell'esercito bosniaco di arrendersi entro le 8 di ieri sera. Mentre Sarajevo ha respinto l'ultimatum, a Bihac infuriano i combattimenti. Nelle prime ore del pomeriggio l'Onu avrebbe impedito un attacco aereo della Nato. Secondo fonti militari occidentali a Zagabria i caccia alleati volevano rispondere ai missili lanciati contro due «Tornado» britannici che stavano sorvolando Gornji Vakuf, in Bosnia centrale. Ma l'Onu ha proibito il raid perché ritiene che «in un momento così critico dei negoziati ciò porterebbe all'escalation della guerra». Il premier bosniaco Haris Silajdzic ha attaccato duramente le forze di pace dell'Onu in Bosnia, accusandole di bloccare le azioni della Nato per fermare gli attacchi serbi contro Bihac. «Ho parlato col segretario generale della Nato Willy Claes che mi ha confermato di non poter far niente senza la richiesta dell'Onu. E loro non hanno nemmeno chiesto l'intervento dei caccia alleati come supporto ai Caschi blu. Per questo l'inviato dell'Onu Akashi è responsabile della morte in questo stesso momento di 70 mila civili a Bihac», ha detto. «Ogni uso di una forza militare serba avrebbe pochissima influenza sulla situazione a Bihac. Esistono dei limiti entro i quali possiamo impiegare le nostre forze di pace», ha ribattuto alla Bbc il generale Rose, che comanda i Caschi blu, annunciando il probabile imminente ritiro delle sue truppe. Il fallimento dell'Onu è stato riconosciuto anche da Colum Murphy, portavoce politico dell'Unprofor a Sarajevo. Anche il ministro degli Esteri russo Kozyrev ha espresso critiche in una lettera al segretario generale dell'Onu Boutros Ghali. «La Nato in Bosnia deve limitarsi al sostegno alle forze di pace dell'Onu. L'applicazione di alcune risoluzioni delle Nazioni Unite da parte della Nato crea dubbi sull'imparzialità delle forze di pace», ha scritto Kozirev, accusando la Nato di avere agito in modo sproporzionato ad alcune violazioni dei serbi, accrescendo così il pericolo di un riesplodere del conflitto. Dopo la visita al ministro degli Esteri tedesco Kinkel, col quale ha riaffermato la necessità di mantenere saldo il Gruppo di contatto, Kozirev è partito alla volta di Belgrado per incontrare Milosevic. Altri missili contro i jet della Nato A sinistra Kozyrev, a destra il Papa con Puljic. Sotto, un soldato serbo