«Giustiziatelo, in diretta tv» di Franco Pantarelli

10 Giudice Usa chiede che venga trasmessa l'esecuzione di un feroce killer «Giustiziatelo, in diretta tv» Secondo il magistrato, «servirà a dare il buon esempio» In milioni assisteranno alla morte sulla sedia elettrica NEW YORK NOSTRO SERVIZIO Tyson Dixon, un giovane di 22 anni, sarà giustiziato davanti alle telecamere della tv. Milioni di persone lo vedranno salire sulla sedia elettrica, vedranno il boia fissargli i cavi alle caviglie e ai polsi, applicargli la «maschera di ferro» sul viso e poi lo vedranno fremere negli spasimi della scarica, mentre in tutto il penitenziario di Cleveland, nell'Ohio, la luce subirà un momentaneo abbassamento. A programmare lo spettacolo è stato 10 stesso giudice, dal nome italiano di Anthony Calabrese, che lo ha condannato a morte. «Di questi tempi - ha detto nell'annunciare la sua sentenza - in tv si vedono crimini di ogni genere. E' bene che almeno per una vota si veda anche come la giustizia può essere rapida e severa». Lui, ha aggiunto 11 giudice, non ha il potere di ordinare alle emittenti televisive di riprendere l'esecuzione, ma dal momento che le ha esplicitamente autorizzate non ha dubbi che quelle si precipiteranno con le loro telecamere. L'esecuzione è stata fissata per il prossimo 24 febbraio, che è anche l'anniversario del delitto commesso da Dixon. Il giudice ci tiene tanto, all'aspetto simbolico di quella data, che nella sua sentenza viene detto esplicitamente che nel caso in cui Dixon riesca a ottenere un rinvio, poi l'esecuzione dovrà avvenire il 24 febbraio dell'anno successivo. E' già accaduto altre volte che un'esecuzione sia stata sul punto di essere trasmessa in tv, in genere perché un'emittente lo aveva chiesto e le autorità del penitenziario avevano detto di sì. Poi però è sempre arrivato il «no» del giudice a bloccare lo spettacolo. In questo caso, invece, a volerlo è proprio il giudice, convinto che bisogna «dare l'esempio». Negli Stati Uniti, come si sa, c'è una forte ondata di criminalità. 11 grande successo elettorale della destra è anche una reazione all'escalation della violenza urbana. E' da questo clima che scaturisce probabilmente la decisione del giudice Calabrese. Fino a qualche tempo fa, a frenare la «morte in tv» era il timore che lo spettacolo orrendo potesse provocare dei ripensamenti nel pubblico, a grande maggioranza in favore della pena di morte. Ora invece a voler mostrare le esecuzioni sono proprio quelli che nella validità della pena di morte credono, come il giudice Calabrese, convinti che nei salotti dei telespettatori ci saranno solo applausi. Dopo il verdetto di colpevolezza emesso dalla giuria nei confronti di Tyson Dixon, lui aveva la possibilità di condannarlo alla pena capitale o all'ergastolo. E' una discrezionalità che la legge gli concede e che serve in qualche modo a rendere più meditata la sentenza. Ma Calabrese, quando ha letto la sua decisione, aveva la voce vibrante di chi non ha bisogno di alcuna meditazione. Quello commesso da Dixon, ha detto, «è uno dei più feroci delitti che io abbia mai visto in 30 anni di carriera. Per dare l'esempio, farò in modo che l'esecuzione sia pubblica». Il delitto di Dixon era stato quello di assassinare a freddo, assieme a un complice, due persone: un trafficante di droga di nome Maurice LcFlore - il suo capo - e una giovane manager di nome Joyce Wooley che non c'entrava nulla e il cui unico torto era stato quello di accettare, il 24 febbraio scorso, un passaggio in macchina da LeFlore, suo vicino di casa nel quartiere ricco di Cleveland. Dixon e l'altro, di nome Romei Wilkes, che sedevano nel sedile posteriore, avevano già progettato di far fuori LeFlore per rubargli una grossa partita di cocaina che si trovava in macchina e mettersi in proprio. Il passaggio da lui dato alla Joyce Wooley li aveva fatti dubitare un momento, ma poi avevano deciso di attuare ugualmente il loro piano. Se lei non c'entrava nulla, pazienza, a quel punto aveva visto e sentito troppo e dopo il colpo alla nuca con cui avevano ucciso LeFlore ce n'era stato uno anche per lei. Quando li hanno presi, Wilkes ha subito patteggiato con la giustizia scaricando la colpa del duplice omicidio su Dixon e ottenendo di essere accusato solo per la rapina. Al processo però si è rifiutato di ripetere le accuse contro il complice, per cui di fatto, in tribunale una testimonianza diretta contro Dixon non c'è stata. La giuria non è stata molto a sottilizzare e lo ha dichiarato «meritevole della pena di morte» per l'uccisione della signora Wooley e dell'ergastolo per quella di LeFlore. Franco Pantarelli Il condannato è un giovane di 22 anni che ha ucciso due persone a sangue freddo E' su una sedia elettrica come questa che il condannato Tyson Dixon sarà giustiziato davanti alle telecamere

Luoghi citati: Cleveland, New York, Ohio, Stati Uniti, Usa