Al Colosseo il 23 e 24 con l'Opera Romena

LA TOSCA DELL'EST LA TOSCA DELL'EST Al Colosseo il 23 e 24 con l'Opera Romena OUINTO melodramma di Puccini, e terzo suo capolavoro assoluto dopo «Manon Lescaut» del 1893 e «La Bohème» del '96, la «Tosca» fu rappresentata al Teatro Cotanzi di Roma nel gennaio del 1900 e raggiunse ben presto un successo duraturo, motivato dalla suprema qualità musicale della partitura e dall'emergere di una sensibilità sociale che compare con evidenza all'interno del dramma umano. La strepitosa inventiva melodica che Puccini aveva mostrato nella «Bohème» è ancora presente in «Tosca» e non solo nelle celeberrime arie dei tre protagonisti; ma appare piegata, in un certo senso più che nell'opera precedente, alle necessità drammaturgiche di una vicenda a forti tinte. Solo il sapiente intuito teatrale del compositore lucchese, sorretto peraltro dall'ottimo libretto di Illica e Giacosa, ha evitato al melodramma il perìcolo di cadere nel facile effetto. Una sede inconsueta per la lirica, il Teatro Colosseo, ospita alle 21 di mercoledì 23 e di giovedì 24 un'edizione di «Tosca» curata dal Teatro di Stato dell'Opera Romena: è un'occasione importante per apprezzare l'alto livello esecutivo di una compagine abituata a confrontarsi con i maggiori titoli del re¬ pertorio. ll pNelle due parti principali cantano il soprano Valentina Calistru (Florìa Tosca) e il tenore Stelian Negoiescu (il pittore Mario Cavaradossi); mentre lo spietato Scarpia - il primo grande ruolo concepito da Puccini per la tessitura baritonale - è interpretato da Boris Materinko. Italiani sono invece il direttore d'orchestra Nicola Samale e il regista Giuseppe Visciglia, due artisti che, dopo la prestigiosa formazione - il primo vanta come maestri addirittura Scherchen, Barbirolli, Franco Ferrara e Carlo Zecchi - hanno intrapreso una brillante carriera internazionale. Alfredo Ferrerò 3

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