Monumento al meridiano

IN MEMORIA DI ARAGO IN MEMORIA DI ARAGO Monumento al meridiano A Parigi una traccia lunga 17 chilometri Un'opera d'arte a tema scientifico, concettuale come ciò che rappresenta LO hanno inaugurato il 14 novembre a Parigi. In certo senso è il monumento più grande che esista: 17 chilometri di lunghezza. Ma anche il più etereo: 135 medaglioni di bronzo dal diametro di 12 centimetri allineati attraverso la città, da Montmartre al padiglione cambogiano, passando per il Palazzo reale, il Louvre, il giardino del Lussemburgo, l'Osservatorio. Una traccia ideale, un concetto più che un oggetto. E infatti rappresenta, astrattamente, un'astrazione: il meridiano di Parigi alla cui misura lavorò l'astronomo Francois Arago, vissuto dal 1786 al 1853. La singolare opera d'arte è stata realizzata per rendergli omaggio. Ogni medaglione riporta la scritta «Arago», con sopra una N a indicare il Nord e una S a indicare il Sud. A creare questo monumento immaginario ispirato a una linea immaginaria per un compenso assai concreto (700 mila franchi, circa 210 milioni di lire) è stato lo scultore olandese Jan Dibbets, non a caso un esponente storico dell'arte concettuale e della Land Art. La sua proposta prevedeva 200 medaglioni. Per 65 le autorità parigine non hanno potuto concedere la licenza di installazione, in genere per motivi tecnici. Tranne quello installato su una colonnina nel giardino dell'Osservatorio, i medaglioni sono tutti incastonati nell'asfalto, nella pavimentazione cittadi¬ Una sala di controllo del progetto pilota Atm, allo Cselt di Torino. Sotto: i principali nodi di questa rete europea per le telecomunicazioni multimediali del prossimo futuro IL 1994 resterà nella storia delle telecomunicazioni come l'anno di avvio dei nuovi servizi in Europa: come l'anno, cioè, dell'apertura ufficiale delle «autostrade della comunicazione» nel nostro continente. Mentre la rete Isdn (Integrated Services Digital Network), completata la fase sperimentale, si avvia col 1995 a diventare la struttura portante per la comunicazione globale e la distribuzione di applicazioni multimediali sia nell'ambito domestico sia in quello di lavoro, da qualche mese sono iniziate anche le sperimentazioni del sistema pilota Atm (sigla di Asynchronous Transfer Mode) a livello europeo. Dal 15 luglio è aperta ai primi utenti la rete European Atm Pilot costituita da 15 nodi Atm Vp (Virtual Path), situati in altrettante nazioni europee e basati su cinque diverse tecnologie. Alla realizzazione del progetto, che si propone di verificare e sperimentare le potenzialità offerte dalla tecnica Atm per l'offerta di servizi ad alta velocità (videoconferenza, videotelefono, telelavoro) hanno partecipato 18 operatori di 15 nazioni. Per l'Italia hanno contribuito Telecom e Stet, quest'ultima attraverso il suo centro di ricerca, Cselt, Centro studi e laboratori telecomunicazioni, con sede a Torino. La tecnica Atm è nata ufficialmente nel 1988 in sede International Telegraph and Telephone Consultative Committee, ma le sue origini sono da far risalire agli studi relativi a tecniche di commutazione di pacchetto veloce che erano iniziati in molti centri di ricerca e universitari nei primi Anni Ottanta. La tecnica Atm consente il trasporto di informazioni di vario tipo (voce, dati, video, immagini), che vengono «impacchettate» nelle cosiddette «celle» elementari Atm, di lunghezza fissa e relativamente breve rispetto a quella delle informazioni di partenza. Ogni «cella» è composta da un campo di intestazione di 5 ottetti (cioè gruppi >_, di 8 bit) e da un campo informativo di 48 ottetti, ed è soli- '» LISBO '» LISBONA na, nel terreno dei giardini, e a distanze irregolari. Seguirli è difficile, la linea che tracciano è quasi inafferrabile perché il senso dell'orientamento gioca brutti scherzi. Il Comune di Parigi ha dovuto pubblicare un libretto ad uso dei curiosi che vogliano costeggiare l'opera di Jan Dibbets. Oggi è difficile capire l'importanza che i geodeti ebbero in passato, ma il loro fu un ruolo di grande rilievo. Ogni Paese si preoccupò di disegnare una propria carta geografica, con ovvie finalità scientifiche, amministrative e politiche, e l'impresa richiedeva la misura precisa al millimetro di alcune basi lunghe qualche chilometro da cui partire con triangolazioni via via più ampie, fino ad abbracciare l'intero territorio nazionale. In Francia contribuirono a questo lavoro i Cassini, Méchain e Arago, e come meridiano fondamentale adottarono, logicamente, quello che passa per l'Osservatorio di Parigi. Anche quando nel 1884 una convenzione internazionale adottò, a riferimento universale, il meridiano di Greenwich, i francesi per alcuni anni non vollero rinunciare al «loro» meridiano e accordarono gli orologi sul meridiano parigino, in ritardo di 9 minuti e 21 secondi rispetto a quello di Londra... La prima determinazione del meridiano-base francese risale al 1669. La sua linea attraversa tamente trasportata con una velocità molto elevata (circa 150 Mbit/s, cioè 150 milioni di informazioni elementari al secondo). Dopo essere state segmentate in una sequenza di celle elementari, le informazioni vengono inserite nella rete di telecomunicazioni, per essere trasmesse e commutate fjno a raggiungere la destinazione. La disponibilità di apparati in tecnica Atm e le iniziative di esperimenti pilota in campo, concordate fra vari gestori europei di reti di telecomunicazioni, offrono nuove e vantaggiose possibilità per l'utente nel settore delle reti ad alta velocità. Su queste «autostrade» Cselt e Cnet, il centro di ricerca di France Télécom, hanno collegato i rispettivi laboratori - l'uno situato a Torino e l'altro a Lannion, in Bretagna per sperimentare •-' nuovi servizi di co¬ . la Francia da Dunkerque a Perpignan e nel 1806 Arago e Biot ne prolungarono le misure fino alle Baleari. Ma Frangois Arago non fu soltanto un astronomo, un geografo e un meteorologo: si dedicò anche alla divulgazione e all'attività politica e sociale, sempre da posizioni di sinistra. Nato a Estagel nei Pirenei orientali, fu indirizzato agli studi da Méchain. Come dipendente del Bureau des Longitudes partecipò a una campagna di misure cartografiche in Spagna divenendo poi professore all'Ecole Polytechnique. Le sue ricerche riguardarono l'ottica, l'elettricità, il magnetismo, studiò la polarizzazione e l'interferenza della luce, inventò il polariscopio, il fotometro e il cianometro (per misurare l'azzurro del cielo). Direttore dell'Osservatorio di Parigi dal 1834, si batté per la libertà di stampa e di associazione, aiutò la diffusione delle ferrovie, della telegrafia elettrica e della fotografia. Nel governo provvisorio nato dalla rivoluzione del 1848 fu ministro della Guerra e della Marina e firmò i decreti sul suffragio universale (solo maschile, allora), sull'abolizione delle pene corporali e sulla fine della schiavitù nelle colonie francesi. Repubblicano convinto, poco prima di morire rifiutò di giurare fedeltà a Napoleone III. Le sue lezioni di «astronomia popolare» continuarono la tradizione di Lalande e fecero da ponte verso quelle di Flammarion. Jan Dibbets senza dubbio ha ricordato Arago con un'opera simbolicamente adeguata: in essa convivono geodesia, astrazione matematica, astronomia, divulgazione. Anche Dibbets, però, a parte i 700 mila franchi, ha avuto il suo tornaconto. Non può dire di avere una propria opera al Louvre, ma può vantarsi di avere il Louvre dentro una propria opera. PADIGLIONE CAMBOGIANO I CITTA1 UNIVERSITARIA * (10 medaglioni! * ! • BOULEVARD HAUSSMANN (2 medaglioni) PORTA DI MONTMÀRTRE**1* INGRESSO DELLA BIBLIOTECA CIVICA ( 1 medaglione) PALAZZO REALE (7 medaglioni; ;