SGRADITO ALLO ZAR

SGRADITO ALLO ZAR SGRADITO ALLO ZAR Troppo liberale il nobile diKross le sentimentali, se è vero che sposa - di nuovo la postfazione fornisce i riscontri storici dell'avvenimento la bella contadina Eeva, dopo averla prudentemente obbligata a studiare per ben cinque anni presso un precettore. A paragone di tante ingenue proposte avanzate per risolvere il nodo cruciale della questione sociale russa, la servitù della gleba, quella di Timoteus spicca per il suo prudente realismo: la so¬ luzione teorica, graduale e lungimirante che propone nel suo scritto allo zar, e soprattutto quella che realizza col suo stesso matrimonio. Un matrimonio che egli non trasforma in laboratorio di utopie democratiche; sono le sue convinzioni, invece, che gli consentono di innamorarsi con naturalezza di una contadina. A cui richiede, beninteso, di elevarsi, grazie alla cultura, fino al suo livello. A questo matrimonio-«ponte» tra i diversi ceti dell'Impero russo si oppone però non solo la nobiltà con i suoi pregiudizi, ma anche in un certo senso la coscienza risvegliata di chi viveva nello stato di natura del contadino. Il libro, che è scritto sotto forma di diario, riporta infatti avvenimenti e pensieri filtrati attraverso la coscienza di Jaan Kross Il pazzo dello zar trad. di Arnaldo Alberti Garzanti, pp. 378. L 36.000 Jakob, il fratello di Eeva costretto anch'egli a studiare per confortare il lungo apprendistato della futura signora von Bock. Uno studio, come Jakob gradualmente comprende, che lo estrania dal gruppo d'origine senza ancora farlo accedere alla nobiltà. Uno studio, ancora, che permette e costringe ad un tempo ad «indagare, una volta dischiusi gli occhi, su problematiche sempre più disperanti». «Venite dal basso - commenta l'irruente fratello di Timoteus - , o come dicono quelli del mio ceto, dal letame. Voi siete divenuti colti, di ampi orizzonti e avete una vostra visione del mondo. Questa è un'eccezione e tutti vi guardano come si guardano dei mostri. E così percepite più dolorosamente l'assurdità di questo mondo. Ma proprio per questo, proprio a causa della vostra origine, dovete avere dentro di voi la libertà che vi consente di chiamare le ignominie con il loro nome. Se non apertamente, almeno in cuor vostro. Io non ho questa libertà. Io sono un nobile dell'Impero». E questo dilemma si rinnova nella famiglia e nell'animo di Eeva, combattuta tra il marito che rinuncia ad una fuga già organizzata per essere «un chiodo nel corpo dell'Impero» e il figlio Jùri che realizza il suo ideale di «essere un ufficiale al servizio dell'Impero». Livonia, in estone Livimaa, nome scritto sulla neve di una strada che collega Voisiku a Poltsamaa, nome sonante come tutte le parole finniche, terra di un nobile leale e di un servitore della verità. E' questa la patria di uno di quegli uomini giusti che, con la loro vita, riscattano l'intera Russia degli zar. Quella Russia in cui «il cielo era così basso, che bisognava stare chinati». Qu Giuseppe Ghini Compilare il coupon in ogni sua parte e spedirlo in busta chiusa al seguente indirizzò: Casella postale 600 - 10100 Torino Centro. Potrete acquistare per contrassegno "Gli AudioLibri di tuttolibri" al prezzo speciale di £ 12.000 segnando nell'apposita i casella il numero del vostro autore preferito della collana. Spese postali a carico dell'Editore. ® © ® ® © ©

Persone citate: Arnaldo Alberti Garzanti, Giuseppe Ghini, Jaan Kross

Luoghi citati: Russia, Torino