Parliamone di Franco Lucentini

Parliamone Parliamone IL NOBEL OE TACERÀ': UN MODELLO PER MOLTI IlN un'intervista a un settimanale inglese lo I scrittore Kenzaburo Oe, 1 premio Nobel per la let Iteratura 1994, ha dichiarato che, smetterà di scrivere per i prossimi cinque anni, forse per sempre. «Penso di aver fatto tutto quel che potevo per il romanzo, ho attinto fino al fondo del mio tesoro, per qualche anno voglio leggere». Una decisione che non si può non ammirare in questi tempi di allungamenti infiniti verso l'eterna giovinezza. Nessuno più si ritira, nessuno si arrende al passaggio crudele del tempo. Fino a qualche anno fa si poteva ancora contare su certe categorie, tennisti, calciatori, cantanti, modelle la cui carriera aveva un limite ben preciso, una prevista brevità che dolcificava la nostra invidia. D'accordo, guadagnano dieci miliardi all'anno, ma durano poco, devono sbrigarsi. E poi tu pensa il dopo, diventare un nessuno a trentadue anni, precipitare dal massimo fulgore all'oscurità totale! Eh, dev'essere una tragedia, io non baratterei certo la mia vita con la loro, le cambiali per l'auto e le rate per il mutuo sono il vero segreto della felicità! Queste verdastre consolazioni non valgono più, la medicina sta facendo miracoli geriatria, vecchi pugili suonatissimi tornano sul ring e riconquistano il titolo mondiale, spremuti ciclisti battono il record dell'ora, attrici ex-bellissime diventano neo-bellissime, canuti tenori si tingono i capelli e affrontano come se niente fosse qualsiasi furtiva lacrima. E' curioso che un esempio in controtendenza ci venga ora da un romanziere, quando è ben noto che i romanzieri sono sempre stati tra gli ultimi a mollare l'osso. Così su due piedi non ricordiamo un solo caso analogo. Ci sono i celebri «silenzi» di Racine, di Valéry, ma il romanziere che si accorgo di non aver più niente da dire e lo annuncia pubblicamente ci pare davvero un'eccezione. Naturalmente Oe è giapponese e discendente di samurai. Dunque un uomo serio, alieno da ogni vanagloria, che si è affrettato a spiegare senza civetteria quanto più di lui meritassero il Nobel altri suoi nipponici colleghi. Ha sessant'anni, ha scritto molto e quel poco che abbiamo potuto leggere di lui in italiano non si può dire che ci stimoli a telegrafargli per farlo tornare sulla sua drastica decisione. Se la mantiene, non crediamo che sarà una gran perdita per la letteratura. Mentre se Oe tacerà, come promette, per cinque anni o addirittura per sempre, resterà nella storia delle lettere come un modello che molti in ogni parte del mondo dovrebbero lucidamente, spietatamente imitare a un certo punto della loro carriera, se non addirittura all'inizio, prima ancora di aver scritto la prima riga. Coraggio, un lampo della spada, e saremo tutti samurai. Carlo Frutterò Franco Lucentini

Persone citate: Carlo Frutterò, Racine