«Hanno trattato Farouk peggio di una bestia»

Ma c'è un testimone che avrebbe visto una delle 2 ragazze salire sull'auto la sera della scomparsa Il sequestro ricostruito in aula dai genitori «Hanno trattalo Farouk peggio di una bestia» «Lopicchiavano e nutrivano con avanzi Per sei mesi non l'hanno fatto lavare» TEMPIO PAUSANIA. I tempi dei lager sembrano lontani. Eppure un'atmosfera da «Se questo è un uomo» si è ricreata ieri nell'aula del tribunale di Tempio Pausania, dove vengono processati due presunti rapitori di Farouk Kassam, 8 anni, strappato ai genitori nel gennaio del 1992 e trattato per 177 giorni come un animale. Non c'è stata necessità di una voce narrante come quella di Primo Levi. Nella sala d'udienza, hanno parlato i genitori del piccolo. «Lo hanno trattato come una bestia. I banditi mangiavano la carne de! prosciutto, a Farouk davano il grasso. E una volta che lo ha vomitato, lo hanno costretto, con le bastonate, a rimangiarlo», ha spiegato Marion Bleriot. «Lo picchiavano spesso, soprattutto quando non voleva mangiare. L'hanno trattato peggio di un animale: un cane, un gatto spesso li si accarezza, Farouk non ha mai avuto un gesto di tenerezza. Lo avevano relegalo nel fondo di un cunicolo e non gli parlavano, non giocavano con lui. Gli fecero leggere solo un articolo sulla strage di Capaci». E il piccolo è rimasto profondamente segnato. «Mio figlio - ha spiegato Fateli Kassam - nutre nei confronti dei rapitori un odio smisurato. Quando ha saputo che li avevano catturati, ha chiesto come mai non li avessero uccisi. Abbiamo faticato a fargli capire che noi siamo diversi, chiediamo solo giustizia». Per circa un'ora, i coniugi Kassam hanno esposto particolari raccapriccianti sul calvario del bambino. «Lo hanno costretto a stare in una posizione innaturale: quando è stato liberalo teneva il piede destro voltato verso l'esterno e non riusciva a camminare. Calzava un paio di scarponcini troppo piccoli, indossava un paio di pantaloni di velluto tenuti su da un pezzo di spago, aveva ancora una benda sul volto. Puzzava: da sei mesi non si lavava», hanno chiarito Marion e Eateh Kassam. Che mai hanno lascialo spazio a sentimenti d'odio. Come chirurghi hanno sezionato le diverse fasi del rapimento che ha segnato per sempre la loro vita e quella del figlioletto. Sul braccio i due non hanno un numero di matricola, ma dentro hanno un marchio indelebile del lager Sardegna, anno 1992. le g.l Dall'alto Marion Bleriot e Fateh Kassam genitori del piccolo Farouk

Persone citate: Farouk Kassam, Fateh Kassam, Kassam, Marion Bleriot, Primo Levi

Luoghi citati: Capaci, Sardegna, Tempio Pausania