Berlusconi colpa di chi litiga di Augusto Minzolini

«Abbiamo pagato le risse nella maggioranza» Biondi: il voto? E chi se ne frega Berlusconi: colpa di chi litiga Ma in pubblico parla solo dei suoi malanni IL PREMIER A NAPOLI NAPOLI DAL NOSTRO INVIATO All'aeroporto militare di Napoli non ha voluto accoglienze ufficiali. E, anche al ricevimento al Museo Archeologico, Silvio Berlusconi è entrato da un portone laterale, evitando quei bagni di folla che gli piacciono tanto. Poi a tutti quelli che ha incontrato in questo primo giorno di trasferta napoletana per la conferenza mondiale sulla criminalità organizzata, dal ministro Biondi al sindaco di Napoli Bassolino, dal giudice Di Maggio al presidente della Corte Costituzionale Casavola, Berlusconi ha parlato di quel dolore che lo tormenta al costato, del raffreddore che l'affligge, della bronchite che 10 perseguita. Dalla bocca del presidente del Consiglio sono uscite solo notizie sui suoi acciacchi e nient'altro. Non una parola, non un commento, invece, Berlusconi ha dedicato in pubblico alla sua prima sconfitta elettorale. Forse il presidente del Consiglio si era già preparato da tempo all'idea, per cui oggi ò stato pronto a sostenere la parte del «muto». Ai collaboratori che da Roma gli hanno comunicato gli exit-poli e le cifre dei risultati finali, Berlusconi si è limitato a dire: «Paghiamo la rissosità di questa maggioranza e il fatto che tutti problemi della governabilità ce li siamo messi sulle spalle noi di Forza Italia». Ma davanti ai cronisti e alle telecamere non ha voluto dire una parola. Non è abituato a perdere, il capo del governo, e nelle occasioni in cui non tutto gira per il verso giusto non si trova proprio a suo agio. Ieri gli è scappato solo qualche sorriso di maniera, mentre i suoi collaboratori, da Nicolò Querci a Fabrizio Lauri, si sono fatti in quattro per tenere lontani gli indiscreti usando la parola d'ordine di prammatica: «Non è aria». No, Berlusconi ha pensato bene di riflettere una notte, prima di aprire bocca. Lui non crede che, almeno sul piano delle cifre, questi risultati avranno delle conseguenze sul quadro politico, ma ha paura che qualcuno, cioè Bossi, approfitti della situazione in ogni caso per creare dei problemi al governo. Così, 11 presidente del Consiglio prima di parlare vuole capire le mosse dei suoi avversari e dei suoi insidiosi alleati. Intanto, però, dalle parole dei ministri che lo hanno seguito a Napoli già appare chiaro quale sarà il «leit-motiv» che il presidente del Consiglio userà per spiegare questa battuta di arresto del suo movimento. Ieri mentre nella hall dell'albergo Vesuvio affluivano i primi dati sugli exit-poli seduto su una poltrona il ministro Biondi parlava con sufficienza di questa consultazione. «Sapete che vi dico? - ha spiegato - Non me ne frega niente di questo voto. Non significa proprio nulla. Da me in Liguria si vota in due comuni: uno è Camogli che è sempre stato comunista e un altro ò Sestri che ò sempre stato democristiano. Queste sono elezioni locali, anzi localissime». Concetto che a qualche metro di distanza è apparso anche sulla bocca del sottosegretario Contestabile, che con serafico distacco si ò lasciato andare a questo commento: «Forza Italia va male: è normale, significa che si riprenderà». Insomma, Forza Italia può anche perdere ma il suo vertice pensa e spera che non succederà niente. E' un po' il succo di quello che si sono detti ieri in tarda serata sul filo del telefono Berlusconi e il coordinatore di F.I., Cesare Previti. I due hanno convenuto sul fatto che il movimento non ha ottenuto risultati soddisfacenti, ma, contemporaneamente, si sono trovati d'accordo nel mettere in evidenza un dato: se il Polo delle libertà si presenterà unito nel ballottaggio, se Bossi metterà da parte le polemiche, la maggioranza di governo potrebbe conquistare il sindaco in ben cinque dei sette grandi centri in cui si è votato ieri. E' già pronto, quindi, un messaggio per la Lega. E ieri sera Previti, dopo il colloquio con Berlusconi, ha cominciato a lanciare i primi segnali per sondare gli umori di Umberto Bossi. «Credo che da questo voto - ha detto il ministro della Difesa - emergano altri orientamenti che non vanno sottovalutati. Intanto, mettendo insieme le cifre appare chiaro che l'alleanza tra il pds e il ppi è perdente di fronte ad un Polo delle libertà che si presenta compatto. Ecco perchè non bisogna essere pessimisti, né scontenti. Se nella maggioranza tornerà un clima di concordia, se il ppi deciderà di dare il suo contributo alla governabilità, per il Paese potrebbe aprirsi una stagione di stabilità». Tanti «se» che, però, possono anche servire a leccare le ferite. Como ciucile poche frasi che lo stesso Berlusconi ha scambiato con il sottosegretario di An, Maurizio Gasparri, mentre faceva gli onori di casa al ricevimento al Museo Archeologico. «Berlusconi è sempre stato dell'opinione che Forza Italia non dovesse presentarsi alle amministrative - ha raccontato subito dopo Gasparri - e ne è ancora convinto. Il suo ò un movimento che ò nato sullo stile di quelli americani che è a disagio quando deve puntare su dei candidati locali. Forza Italia per imporsi ha bisogno che scenda in campo il capo. Comunque ò sicuro che non succederà niente. Nessuno può certo venirci a dire che le elezioni al comune di Casavola possono condizionare il futuro del Paese!». Augusto Minzolini «Abbiamo pagato le risse nella maggioranza» Biondi: il voto? E chi se ne frega

Luoghi citati: Como, Liguria, Napoli, Roma