Sequestrati a Palermo tutti gli elenchi della dc

Riserbo sull'inchiesta: mafia o appalti? Riserbo sull'inchiesta: mafia o appalti? Sequestrati a Palermo tutti gli elenchi della de Controlli a partire dal 70 su nomi di dirigenti e delegati ai congressi PALERMO DAL NOSTRO CORRISPONDENTE I carabinieri dei Ros hanno sequestrato elenchi e documenti negli uffici della segreteria siciliana del ppi. Sono andati martedì scorso e una prima volta, ma lo si è saputo soltanto ieri, all'inizio del mese nei locali di via Emerico Amari 8, di fronte al porto. Hanno prelevato una gran quantità di fascicoli sui dirigenti de in carica negli ultimi 25 anni e sui delegati ai vari congressi, a partire dal 1970. Non l'ha confermato ufficialmente nessuno, ma sembra che l'attenzione maggiore i carabinieri l'abbiano indirizzata sugli esponenti delle correnti ormai sciolte degli amici di Giulio Andreotti e dell'ex ministro (Agricoltura, Trasporti, Mezzogiorno) Calogero Mannino. Dirigenti, ma pure senatori, deputati a Montecitorio e deputati all'Assemblea regionale siciliana. Andreotti attende proprio in questi giorni una scadenza importante: il 14 dicembre si terrà l'udienza preliminare per l'inchiesta che lo vede accusato di associazione mafiosa. E Mannino, non rieletto nelle ultime consultazioni quando ad Agrigento presentò per il Senato un'autocandidatura con la lista «Popolo e libertà», ha ricevuto mesi fa un avviso di garanzia per associazione mafiosa. Mannino non ha voluto far commenti dopo le due «visite» dei carabinieri negli uffici in cui fu per sette anni anche segretario re- gionale della de. «Ormai sono fuori da tutto. Sia il partito a rispondere, se lo vuole», ha detto sbrigativamente a un cronista del Giornale di Sicilia. Disponibile, invece, il segretario del partito popolare siciliano Nino Galipò, deputato all'Assemblea regionale e a suo tempo uno dei più stretti collaboratori del pluriministro e gran visir doroteo Nino Gullotti. «Siamo pronti a fornire tutte le delucidazioni che ci verranno richieste», ha detto Galipò. In procura Gian Carlo Caselli ieri non ha voluto rispondere ai giornalisti: «Non ho dichiarazioni da rendere». Nessuno ha chiarito se una lunga riunione tra Caselli e i suoi procuratori aggiunti Luigi Croce e Guido Lo Forte, sempre ieri mattina, sia stata dedicata all'inchiesta sulla de siciliana. Già due anni fa, dopo il delitto Lima, i carabinieri sequestrarono i documenti che l'eurodeputato teneva nella sua segreteria personale nello stesso palazzo di via Emerico Amari. E già l'anno scorso i carabinieri avevano sequestralo i carteggi sul congresso regionale de del 1983 al Jolly di Agrigento nel quale Vito Ciancimino, l'ex sindaco di Palermo poi arrestato con l'accusa di essere mafioso, fu isolato (ma ottenne lo stesso il 4% dei delegati). In quei giorni, l'anno scorso, si sussurrava di un Ciancimino che stava snocciolando i nomi dei politici «veramente» collusi con i boss. Seguirono smentite. [a. r.)

Luoghi citati: Agrigento, Palermo