In corteo 150 mila studenti

In corteo 150 mila studenti In corteo 150 mila studenti Per gli universitari appuntamento a Pisa DALLE SCUOLE ALLA PIAZZA SQUILLANO i telefoni al quinto piano di Botteghe Oscure da dove i ragazzi della sinistra giovanile coordinano la protesta. La mappa della «rivolta» studentesca si modifica di minuto in minuto. Alle 13 di ieri le scuole «in agitazione erano 101». Due ore dopo erano venti in più. Passano cinque minuti e da una piccola stanza arriva il nuovo aggiornamento: «A Canicattì ci sono 2 scuole occupate. A Monteallegro, sempre in Sicilia, tutti gli istituti sono in mano agli studenti. I ragazzi di Campobello Licata oggi saranno in piazza». Dalle Università «in lotta» le notizie dei nuovi fermenti arrivano invece via fax direttamente ai giornali: «Vi rendiamo partecipi della nostra situazione», comunica il Collettivo degli studenti di Psicologia in lotta di Cesena. Dalla facoltà di Lettere di Pisa partono, invece, messaggi che convocano la manifestazione nazionale degli universitari per il 23 novembre. «Quanti siamo? Chissà - dicono i pisani -. Roma è muta perché ieri hanno tagliato fax e telefoni agli universitari. C'è casino a Padova, Napoli, a Palermo, in Calabria». Sembra proprio che lo slogan di mille cortei - «Da Torino a Palermo un sol grido: occupazione» - sia diventato realtà. La protesta si è infatti estesa a macchia d'olio. Ormai sono oltre centocinquantamila gli studenti medi coinvolti in tutta Italia in autogestioni e occupazioni. Tra oggi e domani usciranno dalle scuole per scendere in piazza. Gli appuntamenti sono a Torino, Napoli, Bologna, Pisa, Roma. Grandi centri ma anche piccole città come Carpi, Imola, Barcellona in Sicilia saranno attraversate da studenti in lotta contro D'Onofrio e la Finanziaria. Un calcolo approssimativo fissa in oltre 150 le scuole occupate o autogestite. In testa c'è Roma (72) «ma il dato significativo - spiega Valentino Valentini della sinistra giovanile - è che sono in agitazione anche le scuole delle piccole città». Già, l'agitazione si allarga e cresce la preoccupazione. Ieri l'Associazione nazionale dei presidi ha inviato una sorta di circolare a tutti i capi d'istituto invitandoli ad astenersi «da ogni iniziativa non coerente con la loro funzione di direzione e di gestione della scuola, e mettano in atto le opportune iniziative che garantiscano le condizioni normali per lo svolgimento delle attività didattiche». E il professor Petrolino del gruppo dirigente dell'Associazione spiega quali siano queste «opportune iniziative»: ((Abbiamo proposto un ventaglio di soluzioni. Si parte dalla segnalazione al provveditore e al commissariato di zona e, in caso di situazione "tesa", si informano il prefetto e il questore». Preoccupazione esprime anche Valentina Aprea, responsabile scuola di Forza Italia: «Dietro a tutto questo c'è la strumentalizzazione politica di partiti e sindacati». Poi denuncia casi di studenti chiusi dai compagni in palestra perché avevano votato contro l'occupazione della loro scuola. «Ci saranno denunce ai giudici», annuncia. Ma la protesta non si ferma, anche se si frammenta. Così se per oggi è previsto lo sciopero nazio¬ nale dei medi proclamato dalla sinistra giovanile, i «duri» del movimento hanno invece proclamato l'agitazione per domani. La prossima settimana sarà la volta delle università. Col titolo «Spodestarli» il movimento pisano ha convocato un controconvegno studentesco in occasione del meeting europeo dei rettori. L'appuntamento è per il 23 quando ci sarà il corteo nazionale. Poi tre giorni di seminari dai titoli altisonanti: «Scienza, poteri, identità europea»; «La figura sociale dello studente»; «Riproduzione sociale, produzione, Università» con l'obiettivo di «organizzare una scadenza di riflessione studentesca che sia fortemente alternativa rispetto all'iniziativa dei rettori, ma che sappia essere all'altezza del livello culturale e dello spessore teorico che proprio i rettori cercano di esprimere nel loro congresso». Tutti annunciano «proteste pacifiche». E in effetti, almeno fino ad oggi - se si escludono i disordini di Napoli - quasi tutto si sta svolgendo in modo pacifico. Qualche problema a Padova dove i trecento che avevano occupato Magistero, hanno lasciato l'edificio dopo aver danneggiato infissi, strutture e laboratori. «Ma la nostra lotta - dicono i ragazzi della sinistra giovanile - sarà democratica e non violenta». Maurizio Tropeano Francesco D'Onofrio, ministro della Pubblica istruzione

Persone citate: Campobello, D'onofrio, Francesco D'onofrio, Maurizio Tropeano Francesco, Petrolino, Valentina Aprea, Valentino Valentini