La scala mobile è salva di Stefano Lepri

La scala mobile è salva La scala mobile è salva Passa la modifica del Carroccio con i voti dell'opposizione ROMA. La scala mobile delle pensioni è salva; e il tasso di rendimento, parte essenziale del meccanismo di calcolo delle pensioni, non scenderà sotto il 2% dal '96 in poi. Senza più l'obbligo del voto di fiducia due importanti emendamenti della Lega Nord sono passati ieri alla Camera. Il secondo, che è la vera sconfitta per il governo, è stato salutato da quaranta lunghi secondi di battimani delle opposizioni. Una sorpresa? No. Osservata da vicino tutta la vicenda sembra seguire un copione scritto in anticipo. Il governo sapeva da prima che avrebbe perso, e aveva già preparato un parziale rattoppo. Del copione si tenta ora di scrivere il seguito, in un clima assai più disteso. Non è impossibile un accordo sulle pensioni quando la legge finanziaria andrà al Senato - dove il governo, come si sa, non ha la maggioranza. C'è una proposta del presidente della commissione Bilancio della Camera, Silvio Liotta (Forza Italia): dare valore temporaneo alle norme sulle pensioni fin qui approvate, avviando al contempo per legge ordinaria una riforma del sistema che dovrebbe essere consensuale. Sii questo si discute, con la Lega e con le opposizioni. A sera, il governo comunque ha portato a casa il sì di Montecitorio al disegno di legge «collegato» (con 243 sì e 149 no), che contiene la parte essenziale della manovra economica '95. Grazie al fatto che le opposizioni hanno qualcosa di cui rallegrarsi, c'è meno nervosismo e alcuni ostacoli sono stati superati con gli usuali compromessi parlamentari; entro domenica dovrebbero essere approvate senza nuovi traumi la legge finanziaria propriamente detta e la legge di bilancio. Silvio Berlusconi, alla fine della giornata, ha deciso di non preoccuparsi: «Le correzioni non ledono l'integrità della legge finanziaria». LA SCALA Mutili. Dall'anno prossimo lo scatto di contingenza sulle pensioni non sarà più corrisposto a novembre, ma slitterà al 1° gennaio dell'anno successivo. Con il voto di ieri resta però in vigore, per tutte le pensioni, l'aggancio pieno all'aumento del costo della vita. Nel testo originario della manovra la rivalutazione delle pensioni era commisurata all'cdnflazione programmata», ossia l'obiettivo fissato dal governo, che quasi sempre si rivela ottimistico. In una seconda fase il ministro del Lavoro Mastella si era impegnato a un conguaglio perii '96. Questo emendamento è stato votato da tutti, maggioranza e opposizione. IL RENDIMENTO. A partire dal '95 il coefficiente di rendimento di ogni anno di contributi è unificato per tutte le categorie al 2%, cifra già in vigore per l'Inps. Con il voto di ieri è stato cancellata una delle misure più impopolari, l'ulteriore abbassamento all' 1,75% per chi a fine '92 aveva più di 15 anni di anzianità. Il governo già aveva messo un conto l'ipotesi di cedere su questo punto, ma al Senato; ieri mattina, vista la determinazione della Lega, ha evitato di porre la questione di fiducia, accettando la sconfitta. L'emendamento è passato con 275 voti (Lega, pds, ppi, altre opposizioni) contro 155 (Forza Italia e Alleanza nazionale); il ccd si è astenuto. IL RATTOPPO. Il copione prevedeva che la Lega, dopo essersi contrapposta al governo, cooperasse con gli altri partiti della maggioranza per ridorre: i danni. Liotta ha fatto proprio metà di un emendamento presentato dal capogruppo dei Popolari Nino Andreatta. Entro il 30 aprile '95 l'Inps farà una verifica sull'equilibrio delle sue gestioni «nei prossimi 40 anni»; dopodiché il governo, sentiti i sindacati, prenderà se in caso provvedimenti. La modifica del sistema di calcolo delle pensioni, cacciata dalla porta, potrebbe rientrare dalla finestra. Andreatta ha rinnegato la sua creatura ma i voti della maggioranza sono bastati all'approvazione. IL USTO DILLA MANOVRA. E' con fermato il passaggio a 10 anni del minimo di contributi per le pensioni degli italiani all'estero. La Lega avrebbe voluto salire a 15, An restare agli attuali 5. Con una importante innovazione - sostenuta soprattutto dalla Lega, dal pds e da Forza Italia sarà abolito lo Scau, l'inefficientissimo servizio di riscossione dei contributi agricoli: le sue funzioni passeranno all'Inps dal 1° luglio dell'anno prossimo. Stefano Lepri II leader della Lega Umberto Bossi: «Non penso ci sia rischio di elezioni, ma bisogna chiederlo a Berlusconi. Se passano i nostri emendamenti e si migliora la situazione dei pensionati, siamo d'accordo»

Persone citate: Andreatta, Berlusconi, La Scala, Liotta, Mastella, Nino Andreatta, Silvio Berlusconi, Silvio Liotta, Umberto Bossi

Luoghi citati: Roma