« Nessuna lezione da Maroni »

« « Nessuna lezione da Maroni » Brizio: nel suo decreto sviste grossolane lira IL PRESIDENTE DEL PIEMONTE ITORINO L primo lancio d'agenzia è delle quattro del pomeriggio: «Non permetterò un'altra Irpinia» ammonisce Maroni. E la risposta del Piemonte - fra le regioni del Nord la più colpita dall'alluvione - non si fa attendere. «Vorrei tranquillizzare il ministro - dice un'ora dopo il presidente della giunta, Giampaolo Brizio, in una pausa dei lavori del Consiglio - Questa regione ha un tale senso dello Stato che non ha bisogno di prendere lezioni da nessuno. Men che meno da uno come Maroni». Resta un fatto, presidente: dagli elenchi spediti dalle regioni a Roma risultano 1300 Comuni alluvionati. Un po' troppi, non le pare? «Certo che sono troppi. Ma la colpa non è delle regioni. E' di Maroni. Il suo decreto è generico, non distingue tra Comuni alluvionati e Comuni danneggiati. Una svista grossolana, di cui non sono certo responsabile. Anche perché domenica, ad Alessandria, sono stato il primo a dirlo, al sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Ombretta Fumagalli Gami li : "Guardi che il testo così com'è non funziona"». L'ha detto anche a Maroni? «No». E perché? «Sembra incredibile, ma mi è stato impossibile mettermi in contatto con lui. Pensi, il presidente della Regione che conta il maggior numero di morti e i danni più ingenti non riesce a parlare con il commissario nominato per la ricostruzione. E guardi che in questi giorni Maroni s'è occupato parecchio delle conseguenze dell'alluvione». Scusi, non le sembra giunto il momento di finirla con queste polemiche con il governo? Prima gli attacchi a Berlusconi, adesso Maroni... «E che cosa dovrei fare? In realtà sono stati loro a partire per primi: volevano gestire la ricostruzione in modo centralistico, il presidente del Consiglio pensava di incaricare il prefetto Parisi della ricostruzione. Era una follia, e l'ho detto: occorre dare più peso alle regioni. Non per gestire i fondi stanziati, ma per intraprendere un'azione più incisiva, vicina alle popolazioni colpite». E Maroni? In fondo ha solo detto che vigilerà per evitare gli sprechi che ci sono stati in Irpinia. «E no, il ministro deve essere più chiaro nelle sue denunce. Non può sparare nel mucchio. In quell'elenco di 1300 Comuni alluvionati, solo 800 fanno parte del Piemonte. Mi auguro che il richiamo di Maroni sia indirizzato agli altri 500, perché la nostra è una regione che sul piano della correttezza e della lealtà nei confronti delle istituzioni non è paragonabile a nesun'altra regione italiana. Non mi riferisco all'Irpinia, non voglio offendere nessuno. Dico solo che quel decreto è mal formulato. Prima di parlare, Maroni dovrebbe pensare a modificarlo». E intanto la ricostruzione co¬ mincia sotto il segno di ima netta contrapposizione politica tra Roma e il Piemonte. Ma è proprio necessaria? «Il mio unico interesse in questo momento sono i risultati: dobbiamo risollevarci in fretta. Sono stanco delle polemiche, non cerco la contrapposizione politica con il governo. Da parte nostra, glielo assicuro, non c'è nessuna intenzione di ostacolare gli aiuti. Spero che Roma ricambi assumendo lo stesso atteggiamento nei nostri confronti». Gianni Armand-Pilon «Doveva distinguere tra paesi danneggiati e alluvionati» Il presidente piemontese Brizio e a destra quello lombardo Arrigoni

Luoghi citati: Alessandria, Piemonte, Roma