Processo per golpe

Processo per golpe Processo per golpe Una spy story a Pesaro Quattro serbi alla sbarra PESARO. Un colpo di Stato in Serbia, concertato con la copertura dei servizi segniti americani e inglesi, dietro la vicenda del rapimento della lamiglia di un influente banchiere avversano di Sloboclan Milosevic. E' quanto sta emergendo nell'ambito del processo, che si sta tenendo a Pesaro, a ca rico di quattro cittadini serbi: Dolores Stearica, di 26 anni, Branco Radulovic, di 33, Milosav Ruzic, di 35, e Branislav Lainovic, leader del gruppo e au cora latitante al contrario degli altri. Quest'ultimo sarebbe stato la mente del sequestro, avvenuto a Pesaro il 21 agosto dello scorso anno, delle due figlie, della moglie e della suocera di Jezdimir Vas sillijvic, un potente banchiere che voleva finanzia re un colpo di Stato per rovesciare Milosevic. Ma il capo del regime di Belgrado, stando alle sue deposizioni, ò stato informato del tentativo di golpe, del quale sarebbero stati a conoscenza Inghilterra e Usa chi; lo avrebbero protetto, e per vendicarsi avrebbe latto rapire la famiglia. Assomiglia ad una storia di Le Carré quella venuta fuori nel corso della prima udienza del processo. Forse troppo, ma per gli inquirenti e per i pubblici ministeri cuna vicenda plausibile. Vassillijvic, che si trova in Ecuador, ha fatto pervenire al Tribunale la sua versione dei fatti per rogatoria internazionale. E' stato ascoltato da un magistrato di quel Paese e per il momento rifiuta di venire a depone in Italia, temendo per la sua vita. Avversario politico di Milosevic, ha detto che subito dopo lo scoppio della guerra nell'ex Jugoslavia ha finanziato un colpo di Stato che avrebbe dovuto essere attuato con l'aiuto di alcuni capi mi litari. Il tentato golpe sarebbe fallito, e per lui e la sua famiglia e cominciato il «pellegrinaggio» in di versi Paesi, per evitare ritorsioni. Aiutato nella fuga dai servizi segreti dei Paesi occidentali, Vassillijvic ha detto di aver portato via con sé circa 1 milione di dollari dalla banca dove ha prestato sei-vizio. Dopo essersi nascosto per un po' in Bulgaria e in Israele, a Tel Aviv, ha raccontato di essere stato contattato di nuovo da agenti dui servizi segniti dei Paesi Nato, che sarebbero stati a conoscenza dell'entità della somma trafugata. E che questi lo avrebbero «convinto') ad investire il denaro in un nuovo tentativo di colpo di Stato. Stando al suo racconto, per mettere la famiglia al sicuro e lavorare senza intralci al nuovo tentativo di rovesciamento di Milosevic, ha mandato i suoi cari a Pesaro da Lainovic. Senza sapere che questi era un agente dei servizi segreti del governo di Belgrado Secondo il banchiere, infatti, Lainovic dopo aver rapito la famiglia gli ha chiesto indietro il denaro per conto del governo serbo che voleva tornare in possesso della somma. Il milione di dollari doveva essere versato in un conto corrente del Crédit. Lyonnais. Le due figlie, la mogli»; e la suocera di Vassillijvic, però, furono liberati dagli agenti della questura di Pesaro, informati dall'Interpol. La veridicità della storia, fortemente messa in discussione dagli avvocati delle quattro persone accusate del rapimento, trova pero secondo gli inquirenti una confenna nel fatto che Lainovic, stando alle indagini, ha avuto effettivamente in Serbia responsabilità molto grandi in gruppi militari. Dunque la cosa è stata attestata agli investigatori italiani anche dai croati, che durante la guerra conoscevano perfettamente il «nemico» Lainovic. Tuttavia uno dei legali della chiesa, Fernando Piazzolla, sulla versione dei fatti del banchiere sostiene che «non è stato possibile avere riscontri alle sue dichiarazioni, salvo in alcuni passaggi. Per noi - ha detto - Vassillijvic si presenta come un burattinaio, con una personalità doppia. Faremo il possibile perché deponga. La verità non é questa, e deve uscire fuori». Jerry Paladini

Persone citate: Branco Radulovic, Dolores Stearica, Jerry Paladini, Milosevic