Fondiaria accuse sui bilanci

Fondiaria, accuse sui bilanci Fondiaria, accuse sui bilanci La procura di Firenze manda 15 «avvisi» FIRENZE DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Dietro l'acquisto di una compagnia di assicurazioni, il cui valore sembra essere stato notevolmente gonfiato, potrebbero nascondersi fondi neri con incerta destinazione. E' muovendo da questa ipotesi | che la procura della Repubblica di Firenze, titolare di un'inchiesta sulle attività della compagnia assicurativa La Fondiaria, ha emesso 15 avvisi di garanzia dove si ipotizza il reato di falso in bilancio. Tra gli indagati figurano nomi i illustri dell'alta finanza: Alberto ! Pecci, presidente di Fondiaria dal i settembre '93 e in precedenza viI cepresidente (ieri già interrogato dai magistrati), l'ex amministratore delegato e per breve periodo anche presidente Carlo Sama, l'ex vicepresidente Giuseppe Garofano, l'ex amministratore delegato Alfonso Scarpa, gli ex direttori generali Sergio Chiostri e Carlo Galeazzi, i membri del consiglio di amministrazione Maurizio Romiti e Vittorio Rimbotti. Le attività di Fondiaria sulle quali stanno indagando i sostituti procuratori Alessandro Crini e Bruno Maresca riguardano alcune compravendite effettuate tra il 1990 e il 1992, in piena era Gardini. In particolare le indagini della Guardia di Finanza hanno attirato l'attenzione dei magistrati sull'operazione Bavaria. Si tratta di una compagnia di assicurazioni non troppo florida che vide improvvisamente, e secondo i sospetti dei magistrati artificialmente, lievitare a dismisura il suo valore. Al '90 risale la decisione di Fondiaria di rilevare dalla Ferfin (la finanziaria del gruppo Ferruzzi) la maggioranza del pacchetto azionario di Bavaria. L'operazione viene perfezionata nel '92: il 50 per cento della piccola compagnia di assicurazioni (nel cui patrimonio immobiliare c'è però Ca' Dario, il «palazzo maledetto» affacciato sul Canal Grande a Venezia, fortissimamente voluto da Gardini) viene acquisito per 24 miliardi nonostante la valutazione dell'intera compagnia superi di poco i 30 mi¬ narci. Un altro 40 per cento di Bavaria passa ai francesi di Groupama attraverso la controllata Asfer per 14 miliardi, somma senz'altro più consona. Il 1 u per cento resta alla Ferfin. Dopo un attento esame della situazione finanziaria di Bavaria, i francesi scoprono 60 miliardi di passività non dichiarate e chiedono i danni. Così la Ferfin indica ai vertici di Fondiaria la necessità di rilevare anche il 40 per cento di Bavaria che Groupama non vuole più. Quota che viene pagata 27 miliardi, quasi il doppio di quanto sborsato dai francesi. Secondo i magistrati questi super-esborsi da parte di Fondiaria, per una compagnia che sarebbe poco più di una scatola vuota, sarebbero serviti a creare dei fondi neri per finanziamenti illeciti. L'inchiesta fiorentina, quindi, si riallaccia a quella milanese sulla maxi-tangente Enimont. Ma le indagini proseguono anche su altre operazioni di Fondiaria: come la compravendita di immobili nel periodo '90/92 e l'acquisizione di un'altra piccola compagnia di assicurazioni, la Polaris. [f. m.) Carlo Sama In alto: il sostituto procuratore Antonio Di Pietro

Luoghi citati: Firenze, Venezia