Il caso Rolo in Bankitalia di Valeria Sacchi

Economia Spetterà a Vìa Nazionale autorizzare l'offerta o la fusione Il caso Rolo in Bankitalia Oggi Randelli presenta l'Opa MILANO. Nella guerra delle banche il verdetto è nelle mani di Bankitalia. Spetta infatti alla banca centrale dirimere la questione tra Opa e fusione. La prima lanciata dal Credito Italiano sul Credito Romagnolo, la seconda decisa tra Credito Romagnolo e Cassa di Risparmio di Bologna per resistere all'invasore lombardo. I consulenti delle due parti in lotta sono certi, entrambi, di avere ragione. Bankitalia non può opporsi ad un'Opa, strumento moderno e trasparente, sostiene il Credit. La fusione Rolo-Cassa Bologna era già stata approvata un anno fa da Bankitalia, e dunque di fatto blocca l'Opa, ribatte il Rolo. Cosa deciderà Antonio Fazio? Qualcuno ha ipotizzato una terza, salomonica, strada: autorizzare sia l'Opa che la fusione. Scaricando di fatto sugli azionisti il busillis della difficile scelta. E lasciando che i duellanti se la vedano tra di loro. Ma è un'ipotesi che non regge, perché il via all'Opa automaticamente annullerebbe qualsiasi altra delibera, quindi anche quella di fusione. Lunedì, ha salito i gradini di Palazzo Koch il presidente del Rolo, Emilio Ottolenghi. Oggi sarà la volta del presidente del Credito Italiano, Lucio Rondelli. Poi Bankitalia dovrà studiare le carte, dibattere e pronunciare la sentenza. Che non dovrebbe tardare troppo. Se l'Opa verrà autorizzata, il Rolo potrà lottare su un solo fronte: quello della resistenza, opponendosi all'Opa con tutte le sue forze. Il che significa far quadrato, e convincere tutti i grandi e piccoli azionisti a tenersi le azioni in portafoglio, senza lasciarsi attirare dalle sirene di un prezzo, quello di 19.000 lire per azione, che è certamente allettante. Soprattutto se confrontato con le quotazioni correnti che si muovono tra le 15.300 e le 15 mila e cinquecento lire. E non solo è allettante, ma potrebbe anche non essere quello definitivo. Nel senso che il Credit potrebbe decidere un rilancio, ad un prezzo superiore. Come è avvenuto mesi or sono per l'Opa della Popolare di Verona sul Banco di San Gemi- gnano e San Prospero. L'unica vera garanzia, se l'Opa venisse approvata, sarebbe la comparsa del cosiddetto «cavaliere bianco». Vale a dire qualcuno che si offrisse di acquistare, allo stesso prezzo dell'Opa, le azioni Rolo in vendita. E' vero che il gruppo «storico» degli azionisti Rolo può contare su un 30-35% complessivo, ed è anche vero che l'Associazione «amici del Rolo», che riunisce 1500 iscritti che rappresentano un altro 10% del capitale, si è apertamente schierata contro il Credit e a favore della fusione tra i due istituti locali. Ma riuscire a tenere unito questo fronte fino alla fine, appare impresa titanica. A meno che i bolognesi non dimostrino un attaccamento alle loro radici e un orgoglio nel respingere il nemico che, oggettivamente, è arduo immaginare. Ieri, intanto, l'agenzia di valutazioni Ibca ha confermato i rating assegnati alla Cassa di Bologna («Al» per i crediti a breve, «A+» per quelli a lungo termine), affermando che la fusione con Romagnolo avrebbe «un significato strategico, dando vita ad una importante entità superegionale con forte rete di filiali, in una delle parti più ricche d'Italia». Nonostante ostentino sicurezza, i due fronti sono assai tesi, e tanto più tesi in quanto le pedine sono ormai sul tappeto, e non resta che aspettare il verdetto di Antonio Fazio, che ieri sera è tornato dalla riunione di Ginevra e che oggi incontrerà Rondelli. E poi si chinerà sulle carte e, da bravo ex capo dell'ufficio studi, dovrà trovare la quadratura del cerchio. Valeria Sacchi Qui accanto Lucio Rondelli presidente del Credito Italiano A destra il presidente del Credito Romagnolo Emilio Ottolenghi

Persone citate: Antonio Fazio, Emilio Ottolenghi, Koch, Lucio Rondelli, Romagnolo, Rondelli

Luoghi citati: Bologna, Ginevra, Italia, Milano, Rolo, San Prospero, Verona