«Ci servono braccia non promesse»

«Ci servono braccia, non promesse» A tre giorni dall'alluvione il numero delle vittime è salito a 60. Trentaquattro i dispersi «Ci servono braccia, non promesse» Gli amministratori del Cuneese-. siamo senza luce e acqua TORINO. A tre giorni dall'alluvione, mentre migliaia di uomini ancora scavano nel fango, il bilancio provvisorio delle vittime e dei danni continua a crescere: 60 sono i morti accertati, 34 i dispersi (ma le speranze di trovarli in vita sono svanite), 61 i feriti. Per ricostruire le case, le strade, i ponti, risanare l'agricoltura occorreranno 6500 miliardi. Negli allevamenti sono morti 20 mila bovini e 60 mila polli, industrie grandi (come la Ferrerò) e piccole hanno subito gravissimi danni. Cuneo, paesi isolati «Ci servono braccia, uomini con il badile e voglia di lavorare. Non parole». L'appello, semplice e drammatico, è stato lanciato ieri dagli amministratori di Ceva. Qui, come in molti dei sessanta paesi del Cuneese colpiti dal nubifragio, l'emergenza non è finita: mancano luce, acqua, riscaldamento. I telefoni funzionano a singhiozzo. E nelle vallate il freddo si è fatto intenso. Il parroco di Garessio si è rivolto alla Caritas nazionale: «Mandateci coperte e altri aiuti. Abbiamo paura per i nostri anziani e i malati che da quattro giorni sono al freddo». Mentre si continua a scavare per liberare dal fango strade, case, auto e negozi, alla ricerca di dieci dispersi, vengono segnalate nuove situazioni di crisi. A Viola, in valle Mongia, ieri mattina da una collina si è staccata un'enorme frana. Cinquanta persone sono state costrette a sfollare. Tre frazioni rischiano di essere inghiottite da fango e pietre. Drammatica la situazione ad Alba, dove il sindaco chiede acqua per i trentamila abitanti: il nubifragio, con ponti e strade, ha spezzato molte condutture e il liquido che sgorga dai rubinetti è marrone e puzza. Inutilizzabile. La popolazione si è messa al lavoro. Un esempio. Un migliaio di dipendenti dell'industria dolciaria Ferrerò ieri mattina hanno iniziato a ripulire lo .stabilimento. Fra 60 giorni la produzione potrebbe riprendere. Ad Alba, come in gran parte delle Langhe, la popolazione si è sentita abbandonata. Tolti i carabinieri e i vigili del fuoco, i soccorsi hanno tardato ad arrivare. Anche per mettere fine alle polemiche, iniziate lunedì con i fischi a Berlusconi, il prefetto ieri ha spostato il centro di protezione civile nella capitale delle Langhe. Qui ha letto i dati ufficiali: 24 morti accertati, dieci persone disperse (soprattutto automobilisti transitati su ponti mentre crollavano), 37 feriti, alcuni gravemente, 350 persone rimaste senza casa. Sei Comuni ancora isolati: Torre Bormida, Feisoglio, Levice, Castelletto Uzzone, PezzoIo Valle Uzzone, Cortemilia. Luigi Scialò ha letto il lungo elenco dei soccorritori: 630 carabinieri, cento finanzieri, 250 vigili del fuoco, 700 volontari della Croce rossa, oltre ai dipendenti della Provincia, i volontari dell'Ana, della Confederazione nazionale della misericordia. Ma ad Alba, come nelle vallate, la popolazione questi soccorritori non li ha visti. Ieri un'operaia della Ferrerò ha telefonato in redazione: «Quella notte, in mezzo al disastro, in fabbrica a tirarci fuori dal fango sono arrivati i nostri mariti, i nostri fidanzati». Falsi allarmi ad Asti Panico ieri ad Asti, poco dopo mezzogiorno, per una voce, poi risultata falsa, dell'arrivo di una nuova ondata di piena del Tanaro. Così, decine di persone in vari quartieri della città già martoriata hanno abbandonato le proprie abitazioni di corsa portandosi dietro le poche cose ritenute importanti. Sono stati alcuni abitanti del quartiere San Quirico a informare la prefettura che persone non me¬ glio identificate, su due auto e suonando i clacson, gridavano alla gente di abbandonare le abitazioni perché era in arrivo una nuova I piena. Più tardi, il questore di Asti Oronzo Scolntta ha comunicato ufficialmente che la notizia era priva di fondamento e che la questura stava cercando le persone che l'avevano divulgata, per arrestarle con l'accusa di procurato allarme. Liguria, incubo frane A Genova, la situazione è tornata alla normalità ma si lavora, soprattutto nei quartieri del Ponente, i più colpiti, per prosciugare negozi, garage, magazzini e scantinati. Molti i muri e i tetti pericolanti. A Crevari, un paese alla periferia di Genova, 26 persone sono stale fatte evacuare dai loro alloggi, mentre è ancora precaria la situazione a San Carlo di Cese, in località Carpenara. Il maltempo ha colpito duramente l'attività produttiva del Ponente genovese, in particolare la zona di Borgo Incrociati, Sampierdarena, Rivarolo, Val Polcevera. Anche nello Spezzino, vi sono stati molti danni, ma nessun ferito. E' straripato il torrente Parmignola di Ortonovo ed è tracimato il Vara nella zona di Ceparana. Molte le frane. E' alto il rischio di nuovi smottamenti. Pavia, viabilità in tilt In provincia di Pavia sono chiusi i ponti della viabilità minore a Pieve Porto Morone, Spessa, Becca, Pieve del Cairo, Valenza, Candia Lomellina. I ponti autostradali sono aperti e la ferrovia funziona. La paura dell'arrivo della piena del Po è in parte passata. I tecnici dell'amministrazione provinciale e del Genio civile tengono frattanto sotto controllo la situazione nell'Oltrepò pavese collinare e montano, dove in conseguenza i delle abbondanti precipitazioni degli ultimi giorni si sta riproponendo il problema delle frane. [g. m.) 60 MORTI 34 DISPERSI 61 FERITI D DANNI ALL'AGRICOLTURA 3000 MILIARDI* TUTTI I NUMERI DELLA CATASTROFE ETTARI ALLAGATI 450.000 COSTO BONIFICA 400 MILIARDI ANIMALI MORTI 20.000 BOVINI 60.000 POLLI ASTIGIANO 1.000 MILIARDI CUNEESE 1.500 MILIARDI ALESSANDRINO 300 MILIARDI PAVESE 100 MILIARDI •FONTE: COLDIRETTI COLLEGAMENTI RIPRISTINATI TORINO-MILANO TORINO-ASTI con treni diesel TORINO-CEVA tra Santena e Villastellone e Ira Lesegno e Ceva CEVA-SAVONA FOSSANO-CUNEOVENTIMIGLIA * Potrebbero essere ripristinati in giornata ANCORA SOSPESI* CARMAGNOLA-BRA-CE VA \ Si- BRA-CASTAGNOLE U^NGHE-NIZZA MONFERRATO CANTALUPO ASTI-CASTAGNOLE LAlSÌGtìE ASTI-NIZZA MONFERRATO CEVA-ORMEA CHIVASSO-CASALE MONFERRATO VERCELLI-CASALE MONFERRATO CHIVASSO-AOSTA (Ira Ivrea e Caluso) CASALE MONFERRATO-MORTARA PIACENZA-MILANO (tra Piacenza eCodogno) FIDENZA-CREMONA (tra Castelvetro e Fidenza)

Persone citate: Asti Oronzo, Berlusconi, Ira Lesegno, Luigi Scialò