UN LUPO MANNARO CHE BEVE LAMBRUSCO

UN LUPO MANNARO CHE BEVE LAMBRUSCO UN LUPO MANNARO CHE BEVE LAMBRUSCO Lucarelli insegue un serial-killer in Emilia dall'inattività. Una malattia professionale diffusa è la stanchezza. Un giorno un poliziotto mi disse: "Non sai quanto è estenuante fissare per sei ore al giorno un muro vuoto". Molti soffrono di essere costretti a vivere da impiegati». Nel fardello culturale di Lucarelli c'è Ellroy, Harris, il nuovo noir americano. C'è molto cinema («Come molti della mia generazione se devo pensare a un modello, a un'immagine, a un personaggio, mi viene in mente più un film di un romanzo»), c'è ritmo, accostamenti pirotecnici alla Oliver Stone. E' un naturale travaso stilistico da un lavoro «free lance»: Lucarelli sceneggia videoclip musicali per il regista Stefano Salvati (nel carnet, Vasco Rossi, Zucchero, gli 883, Gianni Morandi). «Ho scritto Lupo Mannaro come se fossi in montaggio, ragionando per inquadrature, suoni, colori, piani e campi». Dietro il delitto, dietro un paesaggio urbano corrotto che vive di denaro e valori morali vetrioleggiati alla Pietro Maso, Lucarelli non nasconde «l'ambizione» di aver pensato a un duello simbolico. «Lupo Mannaro» e commissario Romeo sono specchio di destra e sinistra odierne. «D primo sponsorizza Ambra, crede nella famiglia, nel denaro, nel marketing, usa l'odioso e inutile intercalare "un attimino" come un fendente, corrisponde a una destra senza valori e yuppista sempre riaffiorante. Il commissario, con tutti i suoi dubbi esistenziali, è invece 0 riflesso della sinistra di oggi incapace di scegliere, di decidere, di chiarirsi. Io voglio pensare che esista una via di mezzo. L'assurdo duello di schieramenti che stiamo vivendo ci affonda nel torbido. E' sempre più difficile leggere i giornali, guardare la tv, svincolarsi dagli opposti conformismi». IPARMA UNGO la via Emilia, in quella megalopoli che si stende da Reggio a Cattolica, innaffiata di Lambnisco, denaro, gioia di vivere, un esemplare ùnprenditore e padre di famiglia si diverte a uccidere prostitute tossicodipendenti, «una nicchia di mercato» sicura perché scomoda e invisa ai più. Come autografo, lascia tracce di morsi sul corpo delle vittime. Gli dà la caccia un insonne commissario di polizia, in crisi con se stesso e col mondo, combattendo vanamente la sua battaglia col mostro. E' il duello che si svolge in Lupo Mannaro, l'ultimo romanzo di Carlo Lucarelli che esce da Theoria (pp. 104, L. 10.000) nella collana «Improvvisi», finora dedicata a saggistica «metropolitana». Scelta editoriale curiosa a sottolineare che questo noir la dice lunga, anche nella forma della fiction, sull'Italia odierna di benessere tv, amoralità e assassini seriali. «D'altronde - ricorda Lucarelli - l'economista Mendel diceva in Delitti per diletto che si conosce più una città da un giallo che da una guida turistica». Gli omicidi dell'ingegner VelascoLupo Mannaro sono ispirati a una scia di sangue vera, al «Mostro di Modena» che sembra abbia ucciso almeno cinque prostitute. «L'Emilia - dice Lucarelli - come molta Italia ricca, preferisce rimuovere l'idea che esista un serial killer. Ci sono i delitti di mafia, quelli dettati da qualche interesse individuale, ma uno che ammazza perché si diverte a farlo è difficile da accettare. Nel conformismo del benessere si preferisce tacere e rimuovere la morte di soggetti marginali come inutili prostitute tossicodipendenti. Magistrati e criminologi ci hanno messo parecchio per accettare che a Firenze esistesse un mostro». Mursia scorda Virginia Woolf? C'era una volta il Diario giovanile di Virginia Woolf. Comperato 4 anni fa in Inghilterra dalla Mursia per inserirlo nella apposita terza sezione della bella collana «Prima Persona» (le altre due sono dedicate a «Carteggi» e «Memoria») progettata alla fine degli Ottanta da Valentina Fortichiari e ricca ormai di una ventina di titoli, tuttora non è uscito e non se ne parla neppure per il primo semestre del '95. Si tratta di pagine scritte dall'autrice di Orlando quando era adolescente, tra i 14 e i 16 anni, l'epoca delle vacanze in Comovaglia. Siamo sicuri che Fiorenza Mursia non si sta chiedendo, come Betty Flanders nelle ultime righe di Lo starna di Jacob: «Che debbo fare di queste?». Lì, erano vecchie scarpe. Carlo Lucarelli: l'ultimo thriller, «Lupo Mannaro», esce da Theoria modi di un personaggio femminile»). Il commissario Romeo in Lupo Mannaro soffre di «Insonnia familiare letale», una malattia vera e rarissima (50 casi al mondo) scoperta in una clinica bolognese specializzata nello studio del sonno. Ha un passato di sinistra («sinistra razionale, tendenza Luciano Lama»), ascolta Miles Davis, ha festeggiato l'ammissione al concorso per commissario con una canna, non è mai riuscito a chiarirsi. Sembra molto letterario, ma non è così. Lucarelli, cronista di nera per giornali locali, frequenta i corridoi delle questure. «Faccio vagliare i romanzi dai miei amici poliziotti e ho avuto l'onore di piacere. La polizia pullula di insoddisfatti, di "scoppiati" come il mio commissario. Soffrono le stesse frustrazioni di qualunque impiegato statale soffocato dalla burocrazia e Lucarelli, parmigiano, 34 anni, segue da anni un originale viaggio all'interno del thriller. «E' la forma di letteratura che amo - dice Lucarelli -. Perché come ogni "genere" vincola a regole, obbliga a seguire un binario, a rispettare l'attenzione del lettore. Impedisce di cadere nel male cronico della narrativa italiana a corto di storie: se scrivi gialli eviti di guardarti troppo dentro, di fare l'intimista, di avvitarti in descrizioni cesellate». Da Sellerio ha pubblicato Carta bianca e L'estate torbida, col commissario De Luca, due polizieschi ambientati nella Repubblica di Salò, frutto di una tesi di laurea sulla polizia fascista; da Granata Press Falange Armata col sovrintendente Coliandro, sull'Emilia odierna. Universi nerissimi, impregnati di storia e attualità, molto maschili («scrivo da uomo, ho difficoltà a immaginare i pensieri e i Silvana Grasso diventa un film Silvana Grasso: fl, bastardo di Montana comprato da Faber & Faber, da Berlin Verlag, da De Bezize Bij e, tra Usa e Giappone, altri contratti in vista. In più i diritti cinematografici acquistati da Ciro Ippolito {Gli indifferenti, La romana). Intanto il terzo romanzo, già pronto, Ninna nanna del lupo, con quella storia di due anziane donne tra Sicilia e America si annuncia come l'attesa svolta della scrittrice. «Un'evoluzione soprattutto nella scrittura, semplificata» dice Bernabò, suo agente. Sotto cieli più vasti, senza rinunciare, beninteso, a essere carne e sangue di Erinni. AGA MACERA DIFÙRA Bruno Ventavo! i Mirella Appiatti