Cuneo la pioggia non dà tregua
Cuneo, la pioggia non dà tregua Cuneo, la pioggia non dà tregua Dieci frazioni ancora isolate, 28 vittime CUNEO. Ventotlo morti, venti dispersi, migliaia di famiglie senza casa, dodici paesi ancora isolati, ponti crollati, strade spazzate via dalla furia dell'acqua. E non è finita. Ieri sera, mentre la pioggia riprendeva a scendere su tutta la provincia, all'unità di crisi allestita in prefettura continuavano ad arrivare richieste d'aiuto. Telefonate disperate di gente ancora bloccata in casa, circondata da una montagna di fango. Altri che da sabato sera sono senza luce, gas, riscaldamento. E l'acqua che sgorga dai rubinetti piena di fango. «Stiamo cercando di dare una dimensione al disastra - ha dello ieri notte il prefetto di Cuneo Luigi Scialò -, Ma ci vorranno giorni». «In molte case, in intere borgate non siamo ancora arrivali. Non sappiamo cosa troveremo», sostenevano ieri sera al comando provinciale dei vigili del fuoco. E a vederle dall'alto le valli Tanaro, Mongia e Cevetta, l'alta Langa, Garessio, Ceva e Alba sono irriconoscibili. L'alveo dei fiumi si è allargato riconquistando terreni dove negli ultimi cinquant'anni erano state costruite case e fabbriche, impianti sportivi e stalle modello. Tutto sparito. Nella notte di sabato la piena è arrivata ad Alba, che con trentamila abitanti è il centro più importante delle langhe della provincia di Cuneo. In poche ore la città è rimasta completamente isolata con strade distrutte, senza luce, telefoni, acqua potabile. Le vie centrali trasformate in torrenti. Scene drammatiche. Oltre cento operai bloccati per una notte alla Ferrerò, una donna rimasta per ore aggrappata al cancello di casa senza riuscire a salvarsi. 0 il caso di Carmine Iannone che, finito con l'auto nel Tanaro, è riuscito a telefonare con il cellulare ai vigili del fuoco. Pochi minuti dopo la sua auto si inabbissava uccidendolo. Il bilancio ufficiale, ieri sera, fissava in sei le vittime in città. Polemico il sindaco di Alba Enzo De Maria che ieri ha ricevuto il primo ministro Silvio Berlusconi in municipio, mentre la gente, sulla piazza, fischiava. «Nessuno ci ha avvertiti che stava arrivando questa piena spaventosa». Ieri, mentre i ministri cuneesi Domenico Cornino e Raffale Costa, quindi Silvio Berlusconi andavano a incontrare gli amministratori ad Alba per fissare le urgenze, gli interventi immediati, carabinieri, vigili del fuoco, finanzieri, guardie forestali e tanti volontari continuavano a frugare tra le macerie di case, nel fango, nelle auto trascinate per chilometri dall'acqua. Impossibile fare un bilancio su cosa è accaduto nei dodici paesi ancora isolati: Lisio, Verduno, La Morra, Novello, Barolo, Torre Bormida, Levice, Feisoglio, Castelletto Uzzone, Pezzolo Valle Uzzone, Roascio, Bagnasco. Cortemilia è stata raggiunta dall'esercito. Alle 22 di ieri rimanevano senza corrente elettrica una decina di paesi. Riaperta al traffico l'autostrada Torino-Savona mentre rimangono bloccati tutti i collegamenti tra il Sud Piemonte e la Francia: i valichi della Maddalena e della Lombarda. Riaperto solo di giorno il Tenda. Molte le emergenze, i pericoli. Un caso: dall'industria chimica LePetit l'acqua si è portata via bidoni di veleni: non si sa dove siano finiti e i dirigenti dell'azienda lanciano l'allarme: «Non toccateli, guai a forarli». Mentre si consumava il disastro, alle 19,50 di sabato sera, all'ospedale di Ceva è nata una bambina. Si chiama Gloria e pesa 3 chili e mezzo. Ombretta Fumagalli Carulli responsabile della protezione civile ieri a
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