La monaca di Monza e l'amante del sapere

La monaca di Monza e l'amante del sapere LETTERE AL GIORNALE: IL LUNEDI' DI O.d.B. La monaca di Monza e l'amante del sapere E' un poco di tempo che non parliamo di scuola. Bisogna recuperare. Ecco qui una lettera che costituisce non solo la risposta al quesito di una lettrice, ma anche alla curiosità di tanti altri lettori. L'autrice della lettera usa uno pseudonimo, ma ha già collaborato varie volte da Guasticce (Li) a questa rubrica dichiarando nome e cognome, [o.d.b.] L'aspetto metafisico Caro o.d.b. mi sento in dovere di rassicurare la Signora Innominata che ha pubblicamente esternato su La Stampa la sua perplessità in merito alla valutazione scolastica dei figli. Le preoccupazioni della lettrice sono del tutto infondate: il principale «Requisito» dei nuovi documenti di valutazione, infatti, è la leggibilità. Come è noto, i voti e i giudizi sul profitto degli alunni sono stati, dunque, sostituiti da una sene di lenere dell'alfabeto. Già la sacralità di tale operazione dovrebbe scongiurare qualunque scetticismo: trattasi del medesimo procedimento col quale, secondo il Libro della Creazione, Jahweh creò il mondo (Eco, Lo ricerca dello lingua perfetta): «Le ventidue lettere fon¬ damentali le incise, le plasmò, ie soppeso e le permutò, e formò con esse tutto il Creato e tutto ciò che c'è da formare per il futuro». Comprese, si capisce, le pagelle. Consideri, pertanto, l'Innominata, l'aspetto metafisico della questione: si abbandoni serena alla Volontà del Compilatore: plachi l'ingiustificata inquietudine alla luce delle seguenti, parziali esemplificazioni: Rilevazione degli apprendimenti: Lingua italiana: Abacadaba! Bada, bebé cade, caade! Lingua straniera: Becca becca BBC (e acceca)! Matematica: Caca, caca, bedda de babba. Giudizio finale: Decede (acc!) ...e così via. Non e meraviglioso? Le sembra che questo prodigio di chiarezza possa essere motivo di scontro tra genitori e insegnanti? Ma pensi che gran giorno sarà quello della consegna delle pagelle! Come assistere di persona, contemporaneamente, ad Avanzi e alla Genesi. Purtroppo, i «nuovi» meccanismi di valutazione (peraltro ulteriormente migliorabili: basteranno altre due o tre lettere dell'alfabeto e il frasario risul¬ terà perfetto) hanno un inconveniente: non sono nati ad Arcore dalla fervida fantasia di Berlusconi e del suo iperattivo ministro della Pubblica Istruzione. Ma in ciò consiste anche la loro più alta prerogativa. Avendo preceduto l'avvento del Messia, hanno il pregio di illuminarci su una delle tante concrete ragioni per le quali, nell'anno di grazia 1994, un Prosciutto si è insediato a Palazzo Chigi trascinando sulla -'poltrona che fu di Benedetto Croce» nientemeno che un maoista scatenato, petulante, demagogo, insopportabile (qualcuno gli trovi una moglie, per carità di Dio!). Devotamente, Gertrudina, la monaca di Monza Guasticce (Li) P.S. Caro o.d.b., si ricorda di me? Non ho cambiato opinione, sa? naturalmente il problema non sta nelle lettere dell'alfabeto (questo è solo l'aspetto folcloristico, tanto caro a stampa e televisione): è il corredo burocratico di agende, registri, verbali, interrogatori che è allucinante, lo sono letteralmente senza parole. Desidero soltanto chiarire che il giochetto dell'ABCDE è ( un'idea di una collega e amica mia carissima, mi sono limitata a combinare. Gentile Signora Gertrudina, se lei è senza parole, s'immagini come sono io che con la scuola non ho mai avuto rapporti molto cordiali. La ringrazio comunque per l'invio di Maestri d'Italia Edizione Quadri con «La valutazione degli alunni della scuola elementare», ridefiniti criteri, obiettivi, modalità e strumenti. L'ho appena sfogliato e mi è apparso succoso. [o.d.b.] Sembra un'eresia Gentile Signor Del Buono, quando ero studente (50 anni or sono) ero affascinato dalla mia insegnante di filosofia, fisicamente brutta, ma che, quando parlava di Socrate, Platone, Aristotele, Schopenhauer eccetera, i suoi occhi si illuminavano a tal punto da farla apparire un essere meraviglioso. Per lei il vero filosofo non era solo l'amante del sapere, ma soprattutto un ricercatore della verità. Da allora il filosofo, per me (a parte l'etimologia del vocabolo) è diventato sinonimo di amante della ve¬ rità e della giustizia (anche a costo di ingurgitare cicuta). Oggi mi sembra un'eresia dare del filosofo a chi veste impudentemente l'involucro che denominerei ideologico-retorico-tabuizzato. Sarebbe più appropriato chiamarlo professore... oppure filosofo sofista, al massimo della scuola di Hegel. Sarei curioso di conoscere la sua opinione in merito: spero che converrà con me in questo: un vero filosofo, neanche per difendere la migliore delle ideologie, sarà portato alla partigianeria e all'ambiguità. Cordiali saluti. Corrado Bartolomei Quartu S. E. (Cagliari) No, un momento, gentile Signor Bartolomei, io non convengo affatto con la sua opinione ma neppure la contrasto, lo non ho un'opinione. Forse sarà perché la mia insegnante di filosofia bruttissima, tale restava di qualunque filosofo parlasse, non s'illuminava d'immenso e neppure di ristrettissimo. Forse sarà perché, quando provavo a studiare storia della filosofia, la cosa che più mi colpiva era che ogni sistema pretendesse di aver ragione e mi convincesse al momento sinché non pas- L'età che si ha Gentile Signor Del Buono, le scrivo per un quesito all'apparenza banale, che riguarda la parola anziano/a. Leggo spesso sui giornali notizie di questo tenore: «Anziano agricoltore travolto dal trattore». Vado a leggere. Il poverino aveva 55 anni. Oppure: «Anziana donna ferita in un incidente». Leggo: la sfortunata, casalinga, aveva 53 anni. Potrei continuare di questo passo con altre notizie analoghe Nel contempo, però, non ho mai letto, ad esempio, «l'anziano Papa»... che, di anni, ne ha 75, oppure, a suo tempo, l'anziano presidente Pettini... che, di anni, ne aveva circa 90, oppure ancora ('«anziano Montanelli» che, di giovedì, ne ha parecchi. E anche qui potrei continuare. Secondo lei, è la qualifica oppure lo status a fare sì che taluno venga definito anziano e altri no?... Giuseppe Gandino, Bra (Cuneo) Gentile Signor Gandino, il nuovissimo (addirittura datato 1995) Zingarelli Vocabolario della lingua italiana, appena stampato da Zanichelli, alla voce «anziano» dà questi significati: I) che è piuttosto avanti con gli anni; 2) che è titolare di una carica; 3) (raro): antico. Secondo me, ognuno ha l'età che si sente, lo mi sono sentito sempre anziano dai sei anni d'età. Quando invece il mio maestro e amico Elio Vittorini (1908-1966) è morto, qualcuno nei giornali ha parlato di lui come del «giovane scrittore Vittorini». E «giovane» sarebbe chiamato ancora se fosse sopravvissuto sino a oggi. [o.d.b.] savo al sistema successivo pure convincente, [o.d.b.]

Luoghi citati: Arcore, Avanzi, Bra, Cagliari, Italia, Monza