L'Ina al battesimo dei soci

Oggi la prima assemblea della compagnia assicurativa in versione «public company» Oggi la prima assemblea della compagnia assicurativa in versione «public company» L'Ina al battesimo dei soci E Siglienti si insedia alla presidenza ROMA DALLA REDAZIONE Appuntamento in stile «kolossal» questa mattina per l'assemblea dell'Ina, al suo debutto nella galassia dei colossi privatizzati. I circa 418 mila soci che hanno sottoscritto nel giugno scorso le azioni della compagnia assicurativa (la cui maggioranza resta ancora nelle mani del Tesoro) non si presenteranno certo tutti, ma ad ogni buon conto per l'occasione è stato riservato il Palacongessi all'Eur. Oltre alla miriade di piccoli soci, che hanno acquistato un minimo di 2000 azioni ciascuno durante il collocamento, per un prezzo complessivo di 4 milioni e ottocentomila lire saranno presenti i rappresentanti di numerosi investitori istituzionali che hanno acquistato quote dell'Ina. L'assemblea di oggi segnerà l'allargamento del consiglio di amministrazione a tredici membri e un cambio della guardia al vertice della compagnia. Alla presidenza lascia infatti Lorenzo Pallesi e arriva Sergio Siglienti, già presidente della Comit, che verrà affiancato da Roberto Pontremoli nel ruolo di amministratore delegato. E nel giorno delle novità arriverà anche il «voto di lista», l'innovazione introdot- ta dalla legge sulle privatizzazioni sul modello delle «public companies» anglosassoni che consente l'accesso al consiglio di amministrazione anche ai soci di minoranza che presentino i loro candidati L'appuntamento è formalmente dedicato alla sola elezione degli organi dell'istituto (oltre alla lista del Tesoro, guidata appunto da Siglienti e Pontremoli, che si affiancherà all'attuale amministratore delegato Giancarlo Giannini, verrà votata una lista di minoranza presentata da un gruppo di investitori istituzionali italiani ed esteri guidati dall'Imigest) e alla nomina dei vertici, ma è destinato a trasformarsi in una sorta di «Siglienti-Day». Uscito di scena nella prima stagione delle privatizzazioni, in coincidenza del passaggio della Comit, della quale era stato nominato presidente nel 1990, dall'Iri al mercato, Siglienti torna infatti alla ribalta proprio grazie a una nuova privatizzazione. Nella lista presentata dal Tesoro, oltre a Siglienti, Pontremoli e Giannini, figurano molti nomi del Gotha dell'economia italiana: dal direttore generale della Confindustria Innocenzo Cipolletta all'imprenditrice siderurgica Cecilia Danieli, dall'agente di cambio Ettore Fumagalli al direttore generale della Banca di Roma (che con l'Ina ha stretti rapporti di collaborazione) Cesare Geronzi, da Francesco Giavazzi all'erede della dinastia Peugeot, Patrick fino a Michael Alton Butt, presidente di una compagnia di assicurazioni internazionale. Con l'assemblea di oggi esce quindi di scena Pallesi (oltre all'altro amministratore delegato Franco Pietrobono), che ha ricoperto fino ad ora la carica di presidente. Nel complesso i principali azionisti privati dell'Ina (il Tesoro continua a possedere il 50,6 per cento delle azioni, ma per via della quota congelata per la «bonus share», la sua quota con diritto di voto scende a poco meno del 50 per cento) al termine del collocamento erano 408 investitori istituzionali esteri, con il controllo del 10,5 per cento del capitale, 417.000 piccoli investitori, con una quota complessiva pari al 32,25 per cento e 107 investitori istituzionali italiani con il 4,5 per cento. Nella seconda fase della privatizzazione dell'Ina, che dovrebbe completarsi entro la prima metà del '95 il Tesoro punterà a creare un nucleo di riferimento azionario composto da investitori italiani. A sinistra Lorenzo Pallesi qui sopra Sergio Siglienti

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