«Se la moglie è casalinga il manager fa più carriera»

«Se la moglie è casalinga il manager fa più carriera» Lo rivelano due indagini compiute in America «Se la moglie è casalinga il manager fa più carriera» NEW YORK. L'ultima «sorpresa statistica» prodotta dagli innumerevoli studi che gli americani amano fare su tutto è arrivata decisamente inaspettata: i manager con moglie «casalinga» sono favoriti, negli avanzamenti di carriera e negli aumenti di stipendio, rispetto a quelli con moglie che lavora. I dati relativi a questa situazione vengono da due studi compiuti pressoché contemporaneamente. Uno, condotto da Linda Stroh della Loyola University di Chicago su un campione di 348 manager impiegati presso 20 delle maggiori corporation americane (cioè tutte comprese nella lista delle prime 500 pubblicata ogni anno dalla rivista «Fortune»), dimostra che dopo cinque anni di servizio quelli la cui moglie sta a casa hanno ricevuto aumenti salariali del 20 per cento più alti di quelli ricevuti dai loro colleghi la cui moglie lavora. L'altro studio, la cui autrice si chiama Frieda Reitman e lavora presso la Pace University, ha analizzato il destino di 231 laureati negli Anni Settanta ed ha scoperto che quelli che hanno sposato una casalinga guadagnano in media oltre 121.000 dollari l'anno, mentre quelli che invece hanno sposato una lavoratrice superano appena i 97.000 dollari, il 25 per cento in meno. C'è una differenza di impegno, fra le due «categorie», nel senso che quelli con moglie lavoratrice in media stanno in azienda due ore alla settimana in meno, ma una tale, minima differenza non basta a giustificare la diversità di trattamento. «A quanto pare esiste un nuovo tipo di diversità che le aziende dovranno tenere presente: la diversità tra famiglia e famiglia», ha detto la Stroh concludendo la presentazione del suo studio all'incontro annuale della Academy of Management. I suoi colleghi erano molto perplessi e subito si è aperta la gara a chi trovava la spiegazione più plausibile, [f.p.l

Persone citate: Reitman, Stroh

Luoghi citati: America, Chicago, New York