Uccidono un deputato, a Mosca è routine di Cesare Martinetti

Uccidono un deputato, a Mosca è routine Era un neo-comunista. Il suo partito accusa: ecco come la politica di Eltsin ha ridotto la società Uccidono un deputato, a Mosca è routine Neanche ipolitici sono più al sicuro dai delinquenti di strada MOSCA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Dopo cinque giorni di agonia è morto sabato a Mosca Valentin Martemianov, 62 anni, deputato 1 comunista, aggredito a calci, puj gni e sprangate sotto il portone di | casa sua, nel pieno centro della capitale. E' il secondo membro della Duma, la camera bassa del Parlamento, assassinato in un anno. Ad aprile è toccato ad Andrej Aizderdzis, 35 anni, ucciso a fucilate dalla mafia a Khimki, la sua turbolenta città alla periferia di Mosca. Nessuno sa ancora dire chi ha ucciso Aizderdzis; così come nessuno sa niente sugli assassini di Martemianov. Ma questa volta il movente politico è negato dagli stessi suoi compagni di partito. «E' stato ucciso - ha detto il segretario del neo partito comu¬ nista di Russia Zhuganov - dall'esplosione di criminalità e di caos che sta stringendo la Russia». Per quel che si sa il deputato ò stato aggredito a scopo di rapina. Ma non ci sono testimoni. Martemianov ò stato raccolto sanguinante e agonizzante la notte di martedì primo novembre dai suoi stessi familiari avvertiti dai passanti. Lo hanno portato in casa e, poco prudentemente, curato alla meglio per quasi ventiquattrore. Quando lo hanno finalmente ricoverato in ospedale, alle 17 di mercoledì, era ormai in coma profondo. I chirurghi hanno tentato I un'intervento al cervello. Ma non c'è stato nulla da fare. Pur negando il movente politico dell'omicidio, il partito comunista ha ampiamente colto l'occasione per volgere in politica lo sfondo dell'omicidio: «Il Paese è ingovernabile e le strutture del potere sono alla paralisi. Nessuno dei crimini che ha sconvolto la Russia negli ultimi anni è stato scoperto. E la triste lista delle vittime continua ad allungarsi. La nuova vittima è un uomo che ha dato la sua vita per difendere gli interessi dei cittadini». Il deputato faceva parte del Comitato per la proprietà, la priva- | tizzazione e l'attività economica. | Pertanto la procura non esclude completamente l'ipotesi di un regolamento di conti o di un avvertimento squadristico cammuffato da rapina e finito in omicidio per un eccesso di violenza. Ma se è così c'è poco da aspettarsi dalle indagini: hanno ragione i comunisti a dire che nessuno degli episodi di grande criminalità ai confini con la politica avvenuti negli ultimi tempi, ha avuto la sanzio¬ ne di un'inchiesta giudiziaria portata a termine. Clamoroso il caso di Aizderdzis, ucciso con un colpo di lupara, anch'egli sotto il portone di casa. Personaggio discusso (ex proprietario-direttore di una piccola banca), ma a suo modo guascone attraverso il giornaletto che dirigeva («Chi è chi?») con il quale aveva denunciato grandi e piccoli criminali. Sono passati sei mesi dalla sua morte; c'è un uomo in carcere, confusamente accusato dell'assassinio, ma i suoi pubblici nemici in politica sono tranquillamente al loro posto, la sua piccola banca è stata conquistata dai suoi nemici e della sua morte non si ricorda più nessuno. Qui in Russia, ai confini col Far-West, le cose vanno così. Cesare Martinetti

Persone citate: Andrej Aizderdzis, Eltsin, Mosca Valentin

Luoghi citati: Mosca, Russia