Natte di terrore alla Ferrerò di G. P.

Natte di terrore alla Ferrerò Natte di terrore alla Ferrerò Centocinquanta operai prigionieri Salvati dopo ore, 30 miliardi di danni ALBA. Il lungo sibilo delle sirene della Ferrerò, sabato sera alle 22, ha avvertito tutta la città di Alba, già al buio e al freddo da ore, che il Tanaro aveva rotto gli argini come nel 1948. Lo stabilimento della più grande industria dolciaria italiana, centinaia di migliaia di metri quadri di capannoni e magazzini, è stato sommerso in pochi minuti dalle acque. Vi lavorano attualmente 3800 operai su tre turni continui. Quando si è alzato il lamentoso urlo delle sirene, all'interno dello stabilimento lavoravano soltanto 150 dipendenti, perché la direzione della Ferrerò aveva deciso di sospendere il turno di notte. Sorpresi nei capannoni dalla violenza delle acque, gli operai si sono salvati issandosi sui macchinari e sui magazzini e sono stati salvati con difficoltà dai vigili del fuoco accorsi nella notte con i gommoni. Ora in tutto lo stabilimento Ferrerò vi è da uno a due metri di acqua e fango, i danni ammontano, secondo un primo calcolo, a 30 miliardi, mentre l'attività lavorativa non riprenderà prima di 10-15 giorni. Si sono salvate soltanto le linee della Nutella. Alba è una città spettrale, senza luce, acqua e gas da almeno 24 ore. Il bilancio provvisorio dell'alluvione nella regione è grave: sono sei i morti accertati e due i dispersi, oltre a 42 feriti da tutte le Langhe. Particolarmente drammatica la fine di una nonna con il suo nipotino: Annamaria Magliano in Sobrino, 57 anni, colta dal panico, ha preso in braccio il nipote, 5 anni, figlio del figlio Edoardo, ed è uscita di casa. E' stata trascinata via dal fiume e intorno alle 22 di sera i vicini hanno sentito per mezz'ora le sue richieste di aiuto mentre, aggrappata a una cancellata, cercava di resistere alla furia delle acque. Nessuno è riuscito a salvarla. [g. p.]

Persone citate: Annamaria Magliano, Sobrino

Luoghi citati: Alba