La caduta del Senato incubo di Clinton

UNA CAMPAGNA DI INSULTI Maratona del Presidente in dieci Stati a sostegno dei candidati democratici in bilico La caduta del Senato, incubo di Clinton La Camera Alta rischia di passare ai repubblicani WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Una Ioga sono due miglia. Così Hill Clinton può tranquillamente dire di aver percorso questa settimana «20 mila leghe», anche se non sotto i mari ma in aeroplano. E' stata una disperata caccia all'ultimo voto attentamente pianificata per evitare la più umiliante e la più malaugurante delle disfatte: la perdita del Senato. Secondo la ultime proiezioni, e nonostante qualche recupero dei democratici, i repubblicani hanno discrete possibilità di conquistare la maggioranza nella Camera alta. Ci riuscì solo Ronald Reagan, nell'80, sull'onda del primo successo presidenziale, a guidare il partito a questo traguardo. Per il resto, il Congresso è stato invariabilmente a maggioranza democratica lungo oltre 50 anni. Dna riconquista del Senato adesso da parte dei repubblicani sarebbe per loro un fortissimo simbolo di riscossa. Per Clinton suonerebbe come una campana a morto in vista delle presidenziali del '96. La grande battaglia, la Gettysburg di queste elezioni, è tutta qui. Venerdì Clinton e arrivato in Minnesota di gran carriera: una sosta veloce, ma attentamente preparata, prima di un lungo salto verso la California. I Questo Stato di laghi, noto soi prattutto perché base della Northwest Airlines, è uno dei campi principali in cui si svolge la grande battaglia. I democratici detengono attualmente 5(5 seggi in Senato, mentre i repubblicani occupano i rimanenti 44. Nelle elezioni di martedì prossimo sarà rinnovato, oltre all'intera Ca- mera, un terzo circa del Senato, 35 seggi. Di questi, 22 sono messi in palio da democratici uscenti, 13 da repubblicani. Mentre tra i 6 e gli 8 democratici rischiano seriamente di non venire rieletti, quasi tutti gli uscenti repubblicani appaiono piuttosto solidi. Uno scarto di 7 punti porterebbe i repubblicani a una maggioranza 51-49. Ma c'è appunto il senatore repubblicano dei Minnesota, Rod Grams, che appare attaccabile. Si tratta di un ex imprenditore edile con un curioso passato da presentatore televisivo. Lo fronteggia la democratica Ann Wynia, una candidata che ha avuto un po' di problemi in passato, ma al cui fianco Clinton, l'altro giorno, si è imposto di accendersi come una stella. Wynia ha scelto una linea d'attacco molto semplice. In passato Grams ebbe dei problemi a pagare dei debiti: può un uomo così essere un buon amministratore della cosa pubblica? Se la tattica funziona e l'attacco in Minnesota ha successo, i democratici possono sperare. Clinton non può invece fare molto per sostenere i due pericolanti candidati democratici nello Stato del Tennessee. I due, entrambi importanti e famosi, hanno nettamente preso le distanze dal Presidente nel condurre! la campagna. Come la maggioranza dei candidati democratici hanno voluto evitare quello che considerano l'abbraccio della morte. Ma, comunque, il senatore Jim Cooper sembra spacciato e l'altro, Jim Sasser, se la vede brutta. Se perdessero tutti e due, forse neppure la breccia del Minnesota potrebbe bastare. Nel West spira un forte vento anti Clinton e perfino la senatrice Dianne Feinstein appare in seria difficoltà a ottenere la riconferma in California. Ma una sua sconfitta non può neppure essere presa in considerazione dai democratici. L'altro campo di battaglia decisivo è la Virginia, dove si sta svolgendo la più truculenta delle battaglie elettorali, quella tra Oliver North e il senatore uscente Charles Robb. Robb, un bell'uomo sui 50, è una figura importante nell'establishment democratico. Sposò la figlia di Lyndon Johnson e poi si dedicò attiva¬ mente a provvederla di corna. Riconobbe le sue colpe e fece pubbliche scuse già all'inizio della campagna, negando però di essersi fatto fare più di «un massaggio» una certa notte in un albergo di New York da una signorina, Tai Collins, che poi rivolò tutto, Robb e se stessa, su una paginona centrale di «Playboy»: «Ma quale massaggio?». North, famoso protagonista dello scandalo Iran-Contras di era reaganiana e oggi prospero industriale di giubbotti anti¬ proiettile, ha lanciato contro Robb una campagna molto politica. 1 sui cavalli di battaglia sono stati: Robb ò un cocainomane che partecipa a festini, è un puttaniere e, oltretutto, ha sempre votato a favore di Clinton. Il Presidente, in questo caso, è sceso in campo, facendosi rappresentare dal vice, Al Gore. La linea di contrattacco è stata: «North mente come del resto ha mentito per tutta la vita». Ma neanche una pubblica sconfessione di North venuta da Nancy Reagan sembra aver piegato il candidalo, che resta alla pari con il suo antagonista. La campagna continua a colpi di «bugiardo» e «puttaniere». Se il bugiardo vincesse, por Clinton sarebbero guai. Ma, comunque vada, i guai sono già lì sotto i suoi ficchi. In 10 degli Stati in cui martedì si voterà per il Senato, Clinton era uscito vittorioso nel '92. In tutti e dieci, che rappresentano un terzo dei voti necessari per eleggere il Presidente, la percentuale di cui sono accreditati i democratici oggi è inferiore a quella del '92. Ecco perché la guerra del Senato è decisiva. E Clinton non può permettersi di affrontarla con la calma del principe di Condó. Paolo Passarmi battaglie elettorali, quel Oliver North e il senatocente Charles Robb. bb, un bell'uomo sui 50, è figura importante nell'eishment democratico. ò la figlia di Lyndon Jon e poi si dedicò attiva¬ FLORIDA •-l.au fon Chiles è troppo liberal con il t rimine. I la firmalo il 90% in meno di condanne a morte» spot del candidato repubblicano Jeb Bush [nella foto], figlio di George «liusb dorrebbe vergognarsi» replica del governatore Chiles TEXAS «Ann Richards è amica di Clinton: troppo liberal per il Texas» spot del candidato repubblicano George Bush junior 'liiisb è ini figlio dipapà» replica del governatore Richards ditati i democratici oggi è inferiore a quella del '92. Ecco perché la guerra del Senato è decisiva. E Clinton non può permettersi di affrontarla con la calma del principe di Condó.Paolo Passarmi UNA CAMPAGNA DI INSULTI PENNSYLVANIA «Nel 1992 Mark Siugel ha liberato idi assassino. Quest'uomo ha violentato una donna e ne ha uccisa un'altra Complimenti». spot del candidato repubblicano Thomas Ridge «Quando Ridge era vice procuratore distrettuale, l'H ì"„ degli accusati non è andato in galera» replica del governatore Singel VIRGINIA «Il mio avversario Chuck Robb è un adultero» spot di Oliver North [nella foto], per il Senato «North e un gran bugiardo» replica del senatore Robb GEORGIA «Newt Gingrich è un miserabile iagliaceo» spot di Ben Jones «Jones e un mezzo aborto» replica del deputato Gingrich