Ronconi fa cadere le teste dei nobili di Armando Caruso

Ronconi fa cadere le teste dei nobili Torino, la «Fille du Régiment» con la sua rivoluzione da Opera Comique apre la stagione del Regio Ronconi fa cadere le teste dei nobili // direttore Campanella: «Dopo la prima risponderò alle accuse» TORINO. «Finalmente Donizetti. Ci si può divertire. La "Figlia del Reggimento" è opera comica, giocosa. Vivaddio non c'è quella vena melodrammatica che ti mette in imbarazzo e ti lascia dentro tanti dubbi». Luca Ronconi, ormai ospite fisso, torna al Teatro Regio per «La fille du Régiment» di Donizetti «perché mi attira questo spirito squisitamente francese da Opera comique, frizzante, vivo, leggero che ti consente di affrontare personaggi e spettacolo con ironia, senza gravosi fardelli». S'inaugurerà quindi con l'opera di Donizetti (15 novembre, ore 20,30) la stagione 1994-95 del Teatro Regio. Luca Ronconi, con la complicità della scenografa Margherita Palli, partner fissa dal 1984, si è lasciato trascinare dalla sua irrefrenabile fantasia: non proprio come nella straordinaria cDamnation de Faust» o nel «Caso Makropulos», in cui l'aspetto drammaturgico ha maggior spessore. E' il suo primo Donizetti, ma Ron¬ coni si abbandona subito al gioco teatrale; reinventa la storia (quella vera), insegue l'idea fìlmica che tanto gli è cara e che gli consente di far sfilare sulla scena i simboli della Rivoluzione: teste di antenati sotto vetro; siparietti che scorrono e che cambiano il corso degli avvenimenti; paesaggi naturalistici del villaggio svizzero in cui è ambientata la commedia: montagne, laghi, verdi vallate, e il Ventunesimo Reggimento di granatieri francesi. E' il primo atto post rivoluzionario. Mentre nella nobile casa della marchesa (atto secondo), tra stucchi e ori Luigi XV, si respira ancora la pre-Rivoluzione: da Ancien Regime. Ronconi avrebbe voluto inserire anche una «macchina tagliateste», una sorta di stravagante ghigliottina, ma poi ci ha ripensato: meglio non ".rovinare» la prima al Regio. Sparita dal cast Cecilia Gasdia (la parte non le si addiceva, anche se le variazioni acrobatiche della tradizione non erano state prese in considerazione, come nella versione orginale), la parte di Maria sarà sostenuta da Eva Mei; Tonio sarà Giuseppe Sabbaimi; Michel Trempont il sergente Sulpice, Claudia Giannotti la Duchessa di Krackentorp; Viorica Cortez, La Marchesa di Berkenfìeld. Sul podio il contestato (dall'orchestra) Bruno Campanella, direttore che arriva fresco di successi ottenuti a Ginevra, San Francisco e Londra; scene di Margherita Palli, costumi di Carlo Diappi, maestro del Coro Bruno Casoni. Una locandina recita sinteticamente: «La fille du Régiment» secondo Campanella-Ronconi. I due, per la prima volta lavorano insieme e si rivelano un po' birichini: direttore e regista hanno inserito nell'opera persino la «Marsigliese»: simpatico, scherzoso omaggio all'ambasciatore di Francia invitato per l'inaugurazione; uno scherzo per rendere Donizetti più amabile ai francesi. Campanella, come si sente dopo la contestazione dell'orchestra? «Male. Comunque la mia coscienza è tranquilla». Lascerà il suo posto di direttore stabile? «Ancora non ho deciso. Risponderò pubblicamente alle accuse subito dopo la "prima"». I professori d'orchestra sostengono che il suo repertorio è limitato al Sette-Ottocento buffo. «Se lo dicono loro... Una cosa è sicura: Rossini, Donizetti, Bellini e tra i francesi, Massenet, per fare un esempio, sono i compositori che migliorano il modo di suonare in orchestra. Comunque nei prossimi mesi dirigerò "Rigoletto" a Montecarlo, "Traviata" a Ginevra e "Norma" a San Francisco. Ma per ora pensiamo alla "Fille du Régiment", opera che ci impegna tutti». Armando Caruso E la «Marsigliese» in omaggio a Donizetti Luca Ronconi al suo primo Donizetti «E' un'opera divertente»

Luoghi citati: Francia, Ginevra, Londra, Montecarlo, San Francisco, Torino