«Muccioli ci ordinò bruciate quella casa»

Delogu ai magistrati: il fondatore di San Patrignano ruppe il setto nasale a una ragazza Delogu ai magistrati: il fondatore di San Patrignano ruppe il setto nasale a una ragazza «Muccioli ci ordinò: bruciate quella casa» Era l'abitazione di una veterinaria che voleva andarsene RIMIMI DAL NOSTRO INVIATO Dopo Muccioli, riccco Delogu. Il processo si ferma, e la guerra continua. Ormai questa storia incredibile non finisce più di stupire. Walter Delogu si ò presentato alle 14 davanti al commissariato di Rimini, con un fagotto di agende telefoniche, appunti e documenti. E ima raffica di accuse: alla polizia racconta di altri pestaggi e di una casa bruciata su ordine di Muccioli. Oggi, seconda puntata: i miliardi della Comunità portati all'estero, Francia, Olanda e Germania. E un altro capitolo ancora, quello più forte, che per ora rimane nascosto. Alla fine, Delogu spiega: «Mi sento liberato da un incubo, mi sono tolto un peso. Mia moglie sta male, io sto male. Ma ora basta. Muccioli si difende dicendo balle, io ribatterò con tutta la mia forza. Sono stanco di angherie e prepotenze». Già al mattino, avvicinato dai giornalisti, Delogu aveva lanciato i primi messaggi: «I soldi e la cassetta sono due cose diverse. Non avevo bisogno della cassetta per avere soldi». Alla sera invece lancia un appello: «Io invito tutti, ma proprio tutti quelli che hanno qualcosa da dire ad andare al commissariato». Che si tratta di una vendetta è chiaro. Se racconta fatti veri, toccherà alla polizia dimostrarlo. Lui, appe¬ na finito l'interrogatorio, alle nove della sera dice: «Per ora ho parlato soltanto di quei quattro o cinque episodi di cui sono stato protagonista e a cui ho assistito direttamente». Sette ore prima, quando si era presentato agli inquirenti, aveva spiegato: «Ho letto i giornali. Visto che le cose stanno così, adesso vi racconto davvero tutto sulla comunità». Comincia da un fatto avvenuto nell'inverno doll'88. As- sieme a Franchino Capogreco, responsabile del settore manutenzione, andò con due taniche di benzina a bruciare una casa in provincia di Reggio Emilia. Commenta, acido: «Anche quella volta Vincenzo ci aveva detto: bisognerebbe farlo...». Il riferimento ò ai nastri, alla cassetta dello scandalo, a quelle frasi lasciate in sospeso dal fondatore di San Patrignano: «Bisognerebbe fargli un'overdose, due grammi di eroina e un po' di stricnina». Ancora Delogu: «Io ho chiesto a Vincenzo: che cosa intendi dire? E lui: organizzati e vai». La casa, spiega agli inquirenti, «era di proprietà di Vittoria Carletti, una bravissima veterinaria che stava a San Patrignano. Lei voleva lasciare la comunità, vendere la casa e aprire uno studio a Reggio Emilia. Muccioli che non aveva nessun altro che potesse badare ai cani, per fermarla cercò di distruggerle la proprietà». Cerio, a sentirla così, la giustificazione sembra un po' debole. Ma tant'e. I carabinieri di Reggio Emilia, subito contattati, si ricordano «a memoria» di questo incendio. Ma, aggiungono, «non fu rubricato perché venne considerato accidentale». Lui, Delogu, spiega: «In quel periodo, parlo del 1988, era un prestigio per noi ragazzi di San Patrignano eseguire gli ordini di Vincenzo. Io, per compiacerlo, avrei fatto qualunque cosa, sarei anche andato a Milano a bruciare la casa di mia madre se me l'avesse chiesto». Altro capitolo, sui pestaggi. Un elenco di nomi: giovani picchiati a San Patrignano, «in particolare da Vincenzo Muccioli», tra cui una ragazza con il setto nasale fratturato. Alcuni di questi avrebbero già confermato le circostanze. Tutto questo alla fine di una giornata che s'era annunciata con altre indagini su San Patrignano. Una per Grizzardi e Lupo (calunnia nei confronti di Lorandi), un'altra per Diella (falsa testimonianza), una per Delogu (estorsione), e l'ultima sui maltrattamenti nel reparto manutenzione che avrebbe sostituito la macelleria come settore punitivo. Ed era cominciata con le prime dichiarazioni di Delogu: «Quelle che dice Muccioli sono frasi infamanti, lo non sono un ricattatore. Capisco, questa è la sua difesa. Ma lui sa benissimo che non è vero». I primi attacchi: «Lui ha un grande ascendente sulle persone. Quando entri in comunità sei distrutto. E a chi ti offre calore tu regali la vita in cambio. Basta avere una personalità forte e una struttura alle spalle e puoi diventare il padrone di tante vite». C'è qualcuno che sa la verità e non parla? «Si, senz'altro». Lei verrà accusato di uccidere San Patrignano, lo sa? «No, San Patrignano non muore. Sampa è come uno Stato. E Muccioli il presidente del Consiglio. Se cade il governo, lo Stato non muore se funziona. E San Patrignano funziona». [p. sap.)

Luoghi citati: Francia, Germania, Milano, Olanda, Reggio Emilia, Rimini