Il Papa «Sicilia ribellati alla mafia»

L'accorato appello del pontefice a Catania: la Chiesa è con voi, non abbiate paura L'accorato appello del pontefice a Catania: la Chiesa è con voi, non abbiate paura Il Papa: «Sicilia, ribellati alla mafia» . «Umiliante la sopraffazione di pochi» CATANIA DAL NOSTRO INVIATO Il Papa incita alla lotta la gente della Sicilia, contro «le fonnc di sopraffazione e di corruzione esercitate da alcuni a danno dei molti». E' la malìa, quella a cui si è riferito ieri Giovanni Paolo II nel suo saluto in piazza a Catania. Ma il Pontefice non l'ha fatto quel nome, quasi per una sorta di pudore a usare un termine logorato a furia dall'uso. Ha preferito invece indicare le conseguenze e le manifestazioni concrete del dominio criminale su questo pezzo d'Italia, confermando il segnale e il grido lanciato dalla Valle dei Templi un anno fa: la Chiesa è schierata senza indulgenze contro il crimine organizzato. «Nel nome di Cristo - ha gridato il Papa in piazza Alcalà, la piazza del Duomo - nel nome di Cristo chiedo a tutti voi di accogliere l'annuncio sempre nuovo del Vangelo, perché siate ritemprati nella fede. A tutti dico: state in piedi, sappiate vincere il male con il bene. Colui che ha sconfìtto il peccato e la morte è con voi». Catania e la Sicilia sono un campo di battaglia contro la criminalità riemergente, in quella che il sindaco Bianco ha definito «una dura lotta quotidiana», chiedendo solidarietà al Paese «nel momento in cui combattiamo in modo adeguato la più dura delle lotte, quella per liberarci dalla mafia. Solidarietà, non elemosina né assistenza. Ma il Paese non può dimenticare che qui i disoccupati sono il doppio che nel resto dell'Italia». Il Papa ha parlato - in piedi, per tutta la durata del discorso, ed è la prima volta dall'incidente - di «difficile e faticoso cammino della crescita morale e sociale», di una città «desiderosa di trovare una nuova armonia, lasciandosi alle spalle le forme di sopraffazione e corruzione esercitate da alcuni a danno dei molti». E' certamente un segnale positivo nei confronti del governo nato dalle elezioni del novembre scorso, che aveva ribaltato la gestione democristiana e socialista della città etnea. «Proseguire e rafforzare l'impegno per la giustizia che avete già intrapreso con decisione», è la consegna del Pontefice, un'esortazione decisa al coraggio. «I tempi urgono, e non concedono spazio all'attesa inerte, alla mediocrità timorosa - ha aggiunto -, nel presente momento storico non ci può essere posto per la pusillanimità o l'inerzia. Esse infatti non sarebbero segno di saggezza o di ponderazione, ma piuttosto di colpevole omissione». Catania e la Sicilia sono umiliate dalla mafia: «Troppe volte e da troppo tempo - ha detto il Papa - i figli di questa comunità hanno subito l'umiliazione di essere additati come abitanti di una città degradata e violenta, dominata dalla criminalità, rassegnata e resa invivibile». Alcuni, ha aggiunto, hanno anche preferito emigrare: «Può una comunità come quella di Catania sopportare ancora una tale immagine, gravosa e avvilente?». Dalla folla si è levato uno scroscio di applausi, scandito da più di un «no» gridato. Se in passato sul comportamento di sacerdoti e vescovi c'è stata qualche ombra, ora la Chiesa «sente il dovere di parlare, anzi di gridare a quanti abitano nella città: Catania, alzati e rivestiti di luce e di giustizia!». Ha voluto dare un inizio alto e drammatico alla sua visita, il Pontefice, quella visita che avrebbe dovuto compiere il 29 aprile, e che l'incidente alla gamba ha obbligato a rimandare di 6 mesi. Il programma è stato ridimensionato, per non affaticare il Pontefice, e sono saltati la visita al Carcere giovanile della «Bicocca» (alcuni giovani vedranno il Papa in arcivescovado), il dialogo con la cultura al Teatro Massimo e l'incontro con i disoccupati. Ma i tagli all'agenda non hanno privato la visita de) suo significato profondo. «Quella che il Papa vedrà - hanno detto l'arcivescovo Bommarito e il sindaco Bianco - sarà la città così com'è oggi, senza trucchi particolari». Non hanno voluto nessun «maquillage», di ciucili usuali nelle viste papali: «A questa visita - ha detto il sindaco al Papa - ci offriamo così come siamo, senza spreco di belletti né strepito di fanfare»; e il Pontefice, con il suo forte discorso dell'Alcalà ha mostrato di avere capito. Poi ha ricevuto, in un «fuori programma», gli auguri per l'onomastico, dialogando con la folla, dopo cena, dalla finestra dell'arcivescovado. Oggi beatificherà una salesiana torinese, Maddalena Morano, morta a Catania nel 1908. E poi si sposterà a Siracusa. Marco Tosatti Papa Giovanni Paolo II da ieri in visita in Sicilia

Persone citate: Bommarito, Giovanni Paolo Ii, Maddalena Morano, Marco Tosatti Papa