«Troppe liti nel governo» di Renato Rizzo
«Troppe liti nel governo» «Troppe liti nel governo» Scalfaro: così si favoriscono le speculazioni internazionali ATENE DAL NOSTRO INVIATO Troppe liti nel governo. Troppe anche per una maggioranza che ha «difficoltà di dialogo» e vive in equilibrio spesso instabile tra i partiti che la compongono. Basta con le risse che fanno salire la tensione interna del Paese e che, soprattutto, proiettano all'estero un'immagine di debolezza su cui prosperano le speculazioni internazionali. E' vero, tranquillizza Scalfaro, questa dialettica sovente eccessiva non è ancora «patologica, ma solo fisiologica», però la spirale di «sconcerto» che innesca può avere risvolti drammatici come insegnano i tonfi della lira. Da Atene, dov'è in visita di Stato, il Presidente si rivolge al governo: abbassate la voce, il «nemico» vi ascolta ed è pronto a tradurre in guadagni per sé e in danni per l'Italia ogni vostro conflitto. E così, al capo di Stato greco Karamanlis che gli domanda quale nuove porti dall'altra sponda dell'Adriatico, Oscar Luigi Scalfaro è costretto a rispondere con un sospiro: «Notizie buone e notizie meno buone». Ma, poi, subito aggiunge: «Con la speranza anche queste ultime diventino presto positive». La rincorsa alla buona stampa del nostro Paese in Europa e nel mondo passa anche attraverso le garanzie del suo Presidente. Il quale, però, confessa di trascorrere «giorni intensi e difficili» in questa stagione di transizione politica: «Ho vissuto al Quirinale due anni che sembrano ventidue». Due anni duri per chi, «rappresentando l'unità del popolo italiano» non può nascondere i problemi che agitano il Bel Paese. «E poi, se andassi in giro a dire che c'è un'armonia totale e quotidiana nel Parlamento e nella politica anche nella maggioranza - penso che basterebbero le radio e le televisioni del mondo a smentirmi». Nessuna toppa pietosa, allora, agli strappi che si ripetono a Roma: l'unica soluzione è smetterla, imparare a convivere, evitare che si incrini la credibilità dello Stato: «E' lo sconcerto che crea la specu- la/.ione», è lo sconcerto che rende possibili notizie «folli» come quella in cui si dava per imminente l'avviso a Berlusconi, diffusa a Londra. Parlando con i giornalisti il Presidente della Repubblica dice di aver saputo che il ministro dell'Interno ha aperto un'inchiesta per cercare eventuali responsabilità su quella speculazione: «Attendiamo i risultati dell'indagine, ma, intanto, diamo mostra di un maggior senso di serenità e tranquillità sul piano internazionale». Per Scalfaro, è chiaro, sono più colpevoli quelli che si trasformano, anche involontariamente, in preda dei pescicani che fanno il loro mestiere e li divorano. Sarebbe assurdo cercare «generosità e benevolenza» su alcuni mercati esteri: «Chi trova un pretesto per speculare, adesso si aggancia. E lo fa anche volentieri». Né si può sperare che certi Paesi o certi governi ti firmino cambiali in bianco dimostrandosi pronti «a giurare su di noi, su tutto quello che facciamo o sul nostro futuro». Da Atene un monito, ma anche una certa comprensione per questa maggioranza in cui si specchia lo sforzo «di gruppi diversi» che non hanno alle spalle una comune esperienza di lavoro: «Se mostrano qualche difficoltà di dialogo, non stracciamoci subito le vesti» dice il Presidente concedendo tempo perché «la buona volontà» sappia risolvere incertezze e ingenuità e smanie litigiose. Ma, subito, è pronto a garantire a Karamanlis che la «democrazia italiana non corre alcun pericolo» anche se al suo interno esistono «posizioni che appaiono tranquille e altre in itinere». Difficile, la vita del Capo dello Stato, confida ancora una volta Scalfaro. E quasi a sottolineare i tempi più quieti vissuti dai suoi predecessori al Colle, ricorda il periodo in cui era sottosegretario alla presidenza del Consiglio: «De Gasperi, quando si presentava ad Einaudi per annunciargli una crisi di governo, già aveva in tasca la nuova maggioranza». E' una memoria che suona come una sorta di obliquo avvertimento all'esecutivo sul quale in questi giorni sembra allungarsi l'ombra di un possibile scioglimento. Attenti, è il messaggio del Presidente, se salirete al Quirinale per presentarmi questo problema badate di portare con voi anche una soluzione. Renato Rizzo
Persone citate: Berlusconi, De Gasperi, Einaudi, Karamanlis, Oscar Luigi Scalfaro, Scalfaro
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