Regionali Bossi vince il round con Fini di Alberto Rapisarda

I ministri della Lega e di Forza Italia approvano un documento d'intenti. Astenuti Ccd e An I ministri della Lega e di Forza Italia approvano un documento d'intenti. Astenuti Ccd e An Regionali, Bossi vince il round con Fini II governo dice sì al doppio turno ROMA. Questa volta, e per la prima volta, le «colombe» hanno tagliato le unghie ai «falchi» del governo e della maggioranza. Pressato dal timore che Bossi potesse mettere in crisi il governo domenica prossima, Berlusconi e i suoi ministri hanno accettato la proposta della Lega di votare per le prossime regionali con il doppio turno. E Fini, che vuole il turno unico per non rischiare di rimanere isolato, ha dovuto in parte cedere. Il capo di Alleanza nazionale aveva giurato che nel consiglio dei ministri convocato per ieri pomeriggio An avrebbe votato contro la proposta di riforma del leghista Speroni per il doppio turno. Al dunque, la proposta di legge di Speroni è diventata un più blando «documento di intenti», ma conservando l'impegno a favore del doppio turno. E i ministri di An, invece di votar contro, si sono solamente astenuti sul doppio turno, approvando tutto il resto. Per attenuare l'isolamento in cui i ministri di An si sarebbero trovati, si sono astenuti anche gli ex democristiani del Centro cristiano democratico. Così si sono trovati due a due: Forza Italia con la Lega e Alleanza nazionale col Ccd. «Il nostro voto di astensione ha salvaro la coalizione» ha ammesso Casini. E stata la rivincita dell'antica scuola democristiana fatta di mediazioni e sottigliezze, sui fautori dello scontro frontale, trovando degni eredi nei ministri del Ccd e nel sottosegretario Gianni Letta. Che emerge come il discreto stratega vincente di questo difficile passaggio governativo, assieme al ministro Maroni. E non ò un passaggio da poco. Umberto Bossi, infatti, potrebbe considerarsi in parte soddisfatto per quel che ha incassato ieri. Che ò l'accettazione di elezioni regionali a doppio turno (che gli permetterebbero più larga possibilità di manovra) ma è, soprattutto, l'essere riuscito per la prima volta a staccare Berlusconi dall'abbraccio strettissimo di Fini. Ieri sera erano proprio soddisfatti i ministri leghisti. «E' chiaro che questa decisione aiuta...» annunciava il ministro delle Riforme, Speroni. Aiuta, cioè, ad evitare che il consiglio federale della Lega convocato a Genova per domenica, inneschi una crisi di governo. Più che soddisfatto il ministro Maroni, che considera una sua personale vittoria l'essere riuscito a staccare Fini da Berlusconi. «Questo asse di ferro tra Fini e Berlusconi oggi si è dimostrato non esistere. In questo governo la Lega può ottenere le cose che chiede perché Forza Italia è disponibile» dice Maroni a beneficio di Bossi. Alleanza nazionale accusa il colpo che è il primo vero stop alla crescita della sua influenza politica su Berlusconi. Fini cerca di sdrammatizzare la vicenda assicurando che l'astensione dei suoi «non intacca la solidità del governo». Il ministro Tatarella risponde ai cronisti che l'incalzano: «Non facciamo sacrifici, ma buone azioni». Tra due settimane Speroni presenterà al Consiglio dei ministri il disegno di legge da passare poi al Parlamento. E alle Camere risulterà che quasi tutti sono favorevoli ad elezioni regionali a doppio turno salvo Alleanza nazionale e i pannelliani. Nei fatti, si formereb¬ be nelle votazioni in Parlamento quella maggioranza favorevole al «governo delle regole», o «istituzionale», o «costituente» di cui vanno parlando D'Alenia, Buttigliene e lo stesso Bossi. Una maggioranza che terrebbe al margine gli ex missini di Fini. Ma se in Forza Italia prevalgono le «colombe» e si sposta verso posizioni più di centro può avere il tanto desiderato appoggio anche dei popolari. E Berlusconi potrebbe veramente progettare di durare, come diceva ieri: «Sono ottimista, sono un testone». Già ieri sera il segretario del Partito popolare, Buttiglione, riteneva possibile che «Forza Italia finisca il suo appiattimento a destra e riprenda con coraggio il suo programma». Soddisfatte anche le «colombe» di F orza Italia, come il ministro Urbani, quasi solitario difensore di elezioni a doppio turno anche per le politiche. «Ora, anche nel nostro movimento ci sarà dibattito». Secondo il «documento di intenti» del governo alle regionali il 75 per cento dei seggi sarebbe assegnato col sistema maggioritario uninominale a due turni, il 25 col proporzionale escludendo chi prende meno del 5 per cento. Sulle schede da votare col proporzionale ci sarebbe il nome dei candidati alla presidenza della Regione, che comunque sarebbe eletto dal consiglio regionale. Alberto Rapisarda Il Presidente Oscar Luigi Scalfaro in compagnia del capo di Stato greco Costantino Karamanlis

Luoghi citati: Genova, Italia, Roma