«Salvate Sarajevo dalla fame

«Salvate Sarajevo dalla fame» «Salvate Sarajevo dalla fame» Ottanta ostaggi, il pirata si consegna dopo sei ore OSLO NOSTRO SERVIZIO Ottanta persone tenute in ostaggio sei oro, in un aereo, per spalancare gli occhi al mondo sulla tragedia della Bosnia. Il dramma dell'aria, a lieto fine, si era aporto ieri pomeriggio: un giovane bosniaco, forse con la complicità di una donna, aveva preso il controllo di un velivolo della compagnia scandinava Sas, in volo sulla linea Bardufoss-Bodoe-Oslo. «Voglio parlare subito con le massime autorità norvegesi e dell'Onu, voglio che siano aperti corridoi umanitari terrestri, ripeto terrestri, per salvare dalla fame Sarajevo, Bihac, Gorazde e tutta la Bosnia», aveva detto il dirottatore durante le trattative via radio con la polizia, avviate dopo l'arrivo a Oslo. L'aereo ora partito poco prima delle 14,30 da Bardufoss, nell'estremo Nord della Norvegia, con 122 persone a bordo. Il pirata dell'aria era entrato in azione subito dopo il decollo, a quanto pare penetrando nella cabina di comando facendosi scudo di una hostess. Poi, uno scalo, poco più a Sud, all'aeroporto di Bodoo, cittadina costiera poco oltre il Circolo polare, dove erano stati rilasciati 40 passeggeri (soprattutto donne, vecchi e bambini) c una hostess. Da qui, meno di due ore più tardi, il decollo alla volta di Gardemoen, l'aeroporto secondario della capitale norvegese, riservato ai voli charter. A bordo, ancora 77 passeggeri e quattro membri dell'equipaggio. All'esterno, imponenti forze antiterrorismo e ambulanze. Dopo l'atterraggio, attorno al¬ le 17,30, nella nebbia, cominciava un lungo dialogo via radio, in inglese, tra la polizia e il dirottatore, a quanto paro un venticinquenne sorbo, rifugiatosi in Norvegia nel luglio 1993. E' stato un dialogo faticoso e continuamente interrotto dagli ultimatum lanciati dal giovane, che verso le 20 pretendeva di diffondere alla radio norvegese un misterioso messaggio in codice rivolto a presunti complici esterni e poi aggiungeva, tra le condizioni per liberare gli ostaggi, un incontro con il capo del governo di Oslo, signora Grò Harlem Brundtland, con re Harald V e con diplomatici bosniaci, por concordare i tempi e i modi dell'apertura dei corridoi umanitari. «Lo so che la gente su questo aeroplano sta soffrendo e mi dispiace. Ma anche le donne, i vecchi e i bambini in Bosnia soffrono senza una ragione: il mondo deve ascoltarcibisogna far arrivare cibo, acquaelettricità... Si va verso un nuovo inverno di guerra, il terzo, e laggiù è ancora più duro che qui in Norvegia», ha detto con tono sofferto ma composto il dirottatore. Dopo altri appelli, l'uomo si ò quindi detto pronto alla resa«Questi poveretti hanno già patito troppo oggi, li lascio andare». Pochi minuti dopo, il capo della polizia confermava che i 77 passeggeri e i quattro membrdell'equipaggio erano in salvo, e il dirottatore catturato. Sembrava l'epilogo, ma attimi dopo l'intero terminalo veniva evacuatouna bomba in un bagno. Falso allarme. L'incubo a Oslo finisce sul serio. Ma in Bosnia continua

Persone citate: Grò Harlem Brundtland, Harald V

Luoghi citati: Bosnia, Norvegia, Oslo, Sarajevo