La nuova Italia all'estero tra «gaffes» efolclore
=1 NOMI 1 COGNOMI La nuova Italia all'estero tra «gaffes» efolclore IMENTICARE II Cairo, s'era proclamato dopo la figuraccia fatta dall'Italia alla conferenza mondiale colà convocata, una figuraccia attribuita all'inesperienza del governo e a un dannato colludere di circostanze. Son passati mesi, il governo s'è rodato, ma negli ultimi giorni abbiamo infilato una tale serie di gaffes internazionali da scuotere gravemente il prestigio di Paesi ben più piazzati e solidi del nostro. Da Bruxelles a Washington, fino a Casablanca, abbiamo assistito, in poche ore, a un crescendo rossiniano di cialtroneria - come altro chiamarla? - che è da presumere abbia vieppiù depresso la già modesta fiducia dei mercati internazionali, influenzati negativamente più che da misteriosi e perfidi gnomi del denaro, da gnomi ufficiali che ci rappresentano nel mondo. Ancora non s'era placato lo sconcerto per il comportamento dell'Italia nella designazione dei commissari europei, che a Washington una singolare compagnia di giro metteva in scena i suoi numeri folcloristici all'annuale meeting del Niaf, la fondazione degli italo-americani, che si svolge tradizionalmente alla presenza del presidente degli Stati Uniti. Clinton, di ritorno dal Medio Oriente, si è presentato puntuale e con un acconcio discorso, mentre, alle sue spalle, fra tremila smoking d'ordinanza, spuntava l'abito azzurro montano del ministro italiano Speroni. Ma poco male, non sarà certo il look speroniano a deprimere le quotazioni italiane. Se non fosse che l'altro ministro presente, il forzitalista Giorgio Bernini, responsabile del Commercio con l'Estero, ha dedicato una buona metà della sua conferenza stampa a polemizzare col New York Times, che aveva pubblicato un articolo sull'uccisione del bambino americano lungo l'autostrada Salerno-Reggio Calabria. L'altra metà della conferenza è stata una dettagliata autoapologia, incentrata sugli studi harvardiani e sulle superlative qualità di contrattualista internazionale, che il ministro, a ragione, si riconosce. Solo poche parole, invece, sui rapporti commerciali tra l'Italia e gli Stati Uniti, che non sono poi il Ruanda. Intanto, una strana comitiva I s'aggirava festosa per le vie di I Washington e irrompeva a Villa Firenze, nostra sede diplomatica, munita di coccarde forzitaliste. Capeggiata dall'onorevole Gianni Pilo, il mago dei sondaggi espulso dai suoi colleghi europei per i discutibili metodi scientifici, ne faceva parte un rumoroso gruppetto di signore milanesi, insieme a un famoso portaborse della Prima Repubblica, che non si sa quanti avvisi di garanzia abbia collezionato. Naturalmente, l'onorevole Pilo ha facoltà di accompagnarsi con chi crede, ma se è vero che a Washington gettava le basi per la visita ufficiale del presidente del Consiglio, il suo stile riguarda tutti noi. A Casablanca dove si svolgeva lo storico vertice economico per 10 sviluppo del Medio Oriente e del Nord Africa, più o meno nelle stesse ore, la missione italiana dava luogo a un teatrino culminato in uno scontro pubblico a Palazzo Reale, sotto gli occhi di centinaia di delegati di tutto il mondo, tra il presidente della commissione Esteri del Senato, Mirko Tremaglia, e il presidente del Senato Carlo Scognamiglio. La materia del contendere, a quanto pare, era proprio il ruolo negletto dell'Italia al vertice, di cui, come ha ingenuamente rivelato il presidente forzitalista della commissione Industria della Camera, Alessandro Rubino, il presidente del Consiglio non sapeva un bel niente. Per chiudere in bellezza, Tremaglia ha accusato il presidente del Senato di aver fatto turismo in Marocco non con uno, ma con due aerei di Stato. Dite voi, se questo è lo spettacolo che le nostre compagnie di giro folcloriche sanno rappresentare all'estero, come ci si può stupire poi se la lira si deprezza e se, nel giro di sei mesi, gli investitori stranieri smobilizzano 30 mila e più miliardi d'investimenti in Italia? Altro che dimenticare 11 Cairo: dimenticare Bruxelles, Washington, Casablanca.. Alberto Staterà
Persone citate: Alberto Staterà, Alessandro Rubino, Carlo Scognamiglio, Clinton, Gianni Pilo, Giorgio Bernini, Mirko Tremaglia, Pilo, Tremaglia
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