Comit landa l'assalto all'Ambroveneto di Valeria Sacchi

L'istituto di Fausti lancia un'offerta ai soci del patto di sindacato: 7000 lire per azione L'istituto di Fausti lancia un'offerta ai soci del patto di sindacato: 7000 lire per azione Comit landa l'assalto qll'Ambroveneto Bologna, il Rolo si fonde con la Cassa per resistere al Credit MILANO. Confermato il tam tam della vigilia: la Comit si dice pronta ad acquistare il controllo di Ambroveneto, «almeno il 50,1% del capitale». Ma con una mossa più «soft» rispetto all'Opa lanciata la scorsa settimana dal Credito Italiano sul Romagnolo, e sulla quale si è ormai aperto un ampio fronte di lotta, che ha visto il Rolo e la Cassa di Bologna rispondere ieri con un progetto di fusione. Anche se gli estensori delle due operazioni sono gli stessi, Ariberto Mignoli e Guido Rossi. Il disegno Comit (che ieri ha annunciato di avere anche 1' 1,3% di Commerzbank) per Ambroveneto prevede un'Opa, ma da lanciare solo in un secondo tempo. La prima mossa è rivolta ai grandi azionisti riuniti nel sindacato di controllo, ai quali l'istituto di piazza Scala offre di acquistare fino ad un massimo di 144 milioni di azioni, pari al 29% del capitale, al prezzo di 7000 lire per azione (ieri il titolo quotava 5113 lire), che significa un po' più di mille miliardi. Solo in caso di risposta positiva, partirebbe l'Opa. Scadenza del termine per vendere il 29%, il 15 novembre. Ma la nota Comit aggiunge che l'esito sarà considerato «positivo» anche se l'offerta porterà alla Comit il 15% del capitale. Per capire il perché di questo 15%, basti ricordare che, attraverso Alleanza (gruppo Ge- neralil, la Comit può già contare su un 12% schierato dalla sua parte. «Ambroveneto è una banca ben gestita, collocata in un territorio che ci interessa, ed è un gruppo poco attivo all'estero, dove invece Comit è molto forte. Per non accorgersi di questo, avremmo dovuto bendarci gli occhi. Inoltre almeno uno dei gruppi che fa parte del sindacato di controllo è venditore», ha dichiarato l'amministratore delegato Luigi Fausti. Anche a questo «venditore» è facile dare un nome: le tre Popolari venete, che insieme hanno il 13,6%. Quasi a togliere all'offerta qualsiasi intenzione bellicosa, Fausti ha aggiunto: «Mi spiego con un esempio. Nell'abitazione di un certo signore vedo un quadro che mi piace. Gli mando una lettera, informandolo che per quel dipinto sono disposto a offrirgli una determinata somma. E' quanto ha deciso il nostro consiglio di amministrazione nei confronti degli azionisti Ambroveneto». Come dire: siamo signori e facciamo un'offerta da signori. Se l'accettate, benissimo, altrimenti amici come prima. I vertici Comit insistono dunque sui toni pacati, ma del progetto forniscono la spiegazione tecnica: esso si «inserisce coerentemente nei programmi strategici di sviluppo del gruppo» attraverso un processo di crescita principalmente domestico, che consenta il raggiungimendo di dimensioni adeguate al contesto internazionale. Comit più Ambroveneto vorrebbe dire il secondo gruppo bancario italiano. Da parte del presidente di Ambroveneto Giovanni Bazoli, che è anche presidente del sindacato (un uomo che già una volta si è trovato a dover contrastare le mire di Generali-Comit sul suo istituto), non è venuto ieri nessun commento. Oggi, probabilmente, sapremo se il patto regge o si sfalda, e chi starà con chi. Intanto, a Bologna, una notte insonne ha sancito il nuovo fron¬ te di resistenza all'Opa del Credit. Il presidente del Rolo, Emilio Ottolenghi, e il presidente della Cassa di Bologna, Gianguido Sacchi Morsiani, hanno deposto le ultime titubanze, benedicendo quel matrimonio che, non più tardi di fine agosto, avevano accantonato. Nel segreto più assoluto, i consigli di amministrazione delle due banche hanno approvato la fusione delle due holding, che darebbe vita al terzo gruppo bancario italiano privato. E qui si apre come minimo una battaglia legale. Secondo i consulenti del Rolo, questa fusione dovrebbe allontanare l'Opa, dal momento che era già stata approvata un anno fa da Bankitalia. Di diverso parere Mignoli: la decisione della fusione (che non potrà essere ratificata prima di metà dicembre dalle assemblee) non può fermare l'Opa. Ora la delicata diatriba passa a Bankitalia (che dovrà dare il benestare all'Opa) e, di riflesso, non potrà non diventare un problema politico, seppure ammantato da ragioni «tecniche». Ieri, fonti Consob hanno detto che alla documentazione del Credit mancano l'autorizzazione di Bankitalia e le garanzie di «puntuale adempimento dell'offerta», senza le quali non è possibile approvare il prospetto. Valeria Sacchi

Persone citate: Ariberto Mignoli, Emilio Ottolenghi, Giovanni Bazoli, Guido Rossi, Luigi Fausti, Sacchi Morsiani

Luoghi citati: Bankitalia, Bologna, Commerzbank, Milano