Un giorno con il candidato di Gabriele Beccaria
Un giorno con il candidato Un giorno con il candidato La lotta di un democratico per il seggio ■^■■■:-:::'-.^s¥'::-:yW^SÈÈ^M^i^t LA CACCIA LA CACCIA Al CONSENSI jgj TEANECK (New Jersey) L viaggio nell'America dolen§H te comincia di prima mattina in una casa gialla mischiata al giallo dell'autunno. Elaine ha 24 anni, la pelle nera e una domanda: «Dove andrò dopo?». E' stata violentata dal marito e ha trovato rifugio in un centro di Teaneck, che ospita 34 ragazze in fuga da matrimoni sbagliati. Robert Torricelli distribuisce una speranza a ciascuna. «Per ostelli come questo il nostro Stato ha stanziato 9 milioni di dollari. Non siete sole». Ha di fronte donne esagitate che cercano disperatamente aiuto. Lui cerca disperatamente voti. «Enfant prodigo» del partito democratico, eletto per la prima volta al Congresso a 31 anni, è in corsa per il suo settimo mandato biennale. Se ce la farà a restare tra i 435 «golden boys» della Camera, diventerà la star del New Jersey, continuerà a presiedere la Commissione per gli affari dell'emisfero occidentale e nel '96 potrà aspirare alla poltrona di governatore. . «Il governo federale e le autorità del New Jersey devono assistervi e lo faranno. Ma ricordatevi che c'è moltissima gente che pensa che questi sforzi siano uno spreco di denaro». Parla sicuro, taglia l'aria con la mano destra e sfodera la retorica populista che ha proiettato Bill Clinton alla Casa Bianca ma che non lo ha salvato da una prematura caduta di consensi. «Pensate, i due terzi degli americani non risparmiano, non hanno sufficienti garanzie sul posto di lavoro e mancano le strutture per assisterli se vengono licenziati». Le telecamere aspettano sul prato scricchiolante di foglie. Torricelli si lascia docilmente aggredire per strappare una manciata di secondi nelle edizioni serali dei tg, mentre la sua compagna Bian¬ ca Jagger, ex moglie del leader dei Rolling Stones e ora attivista per i diritti calpestati dei disperati del mondo, lo fissa. Mormora: «Giorni fa a New York ho incontrato un gruppo di ragazzini, vittime di famiglie spezzate. Mi hanno detto che non hanno mai visto un bosco. Non è terribile?». Le parole, le domande e le risposte, galleggiano sui frammenti del Grande Sogno che ha smesso di sedurre troppi americani. Le parole galleggiano anche nell'aria che sa di vaniglia di una comunità per anziani a qualche chilometro da Teaneck, a Hackensack. Wasps decaduti e latinos che non ce l'hanno fatta siedono tra pareti azzurre per un piatto caldo. Ra- faela sfiora con l'indice spesso il braccio di Torricelli e ansima in «Spinglish», impastando spagnolo e inglese, che non riesce a ottenere la cittadinanza Usa. John si lamenta che il riscaldamento non funziona. Un'assistente del Congressman, Beth, annota: «Vi aiuteremo». Torricelli ha raccolto per la campagna di novembre più di mezzo milione di dollari e ne ha pronti un altro milione e mezzo per vincere una scommessa: razzolare almeno 200 mila voti tra i 600 mila italiani, ebrei, neri, latinos, irlandesi e polacchi delle 32 cittadine che si distendono con geometrica monotonia nelle contee di Bergen e Hudson e battere il rivale repubblicano, anche lui italo-americano di terza generazione, Peter Russo. «Votate il buonsenso di Bob Torricelli contro l'è- stremismo di Peter Russo», scandiscono gli spot comprati a caro prezzo su radio e tv. E' ora di ripartire. Il primo comizio del pomeriggio è alla Rutgers University, con Princeton polo della cultura progressista del New Jersey. Duecento studenti lo aspettano, una scheggia del popolo di ventenni che non sanno se nel Duemila godranno dello stesso benessere dei loro padri. L'8 novembre - dice Torricelli, portando le mani al petto - rappresenta un referendum decisivo prò o contro la politica economica della Casa Bianca. «Il Presidente ha ereditato un debito di 4 trilioni di dollari e un passivo commerciale di 200 milioni. In 18 mesi ha ridotto l'u¬ no e l'altro, tagliando le spese e aumentando le tasse solo al 2% più ricco degli americani». Dall'altra parte del fiume Hudson regnano Giuliani e Cuomo, al di qua si sfidano Torricelli e Russo. La Lincoln del Congressman beccheggia sull'autostrada e si ferma ad intervalli regolari. Per ogni comunità rapide strette di mano. «Grazie, sono onorato di essere qui tra tanti cubani coraggiosi che sostengono la linea dura contro Castro». «Grazie, saluto voi bosniaci ai quali dico: farò di tutto perché l'embargo sia revocato». La questua dei voti e i drammi del pianeta si toccano. Gabriele Beccaria
Luoghi citati: America, Bergen, New Jersey, New York, Usa
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