L'America vota ha già vinto la Paura

Democratici e repubblicani giocano sullo stesso terreno, la politica resta sullo sfondo Democratici e repubblicani giocano sullo stesso terreno, la politica resta sullo sfondo L'America vota, ha già vinto la Paura // crimine protagonista delle elezioni di Mid Terni WASHINGTON DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Il risultato è già lì, sotto gli occhi di tutti, Non c'è bisogno di sfogliare la margherita compulsando i sondaggi più aggiornati o di aspettare pazientemente i risultati del voto dell'8 novembre. L'America ha già votato. E il vincitore è la Paura. Non c'è bisogno di sapere quanti seggi, o quanti posti da governatore, i repubblicani guadagneranno sui democratici per avere un verdetto sulla prima metà del mandato presidenziale di Bill Clinton. Democratici e repubblicani si scontrano e si misurano sullo stesso terreno, facendo a gara nel dimostrare chi può essere più duro nella lotta al crimine. Dopo due anni di presidenza «liberal», progressista, il tema dei dibattiti elettorali non e più il sogno di riforme o il rilancio dell'occupazione, ma, appunto, la Paura, che non è mai di sinistra. Lee Atwater era già un eroe per i repubblicani di destra prima di morire, poco più che quarantenne, circa tre anni fa. Se fosse vivo oggi, sarebbe probabilmente portato in trionfo anche da molti democratici. Atwater fu il regista dell'elezione di George Bush nell'88. Fu lui a ideare la strategia d'attacco «Willie Horton». Horton, un nero, violentò una donna durante un permesso dal carcere ottenu- to grazie a un intervento dell'allora governatore del Massachusetts e antagonista di Bush, Michael Dukakis. Dukakis venne bollato come «molle sul crimine». E andò incontro al disastro. Molti si scandalizzano ancora per l'uso di Willie Horton fatto da Bush e compagnia. Ma la verità ò che gli Stati Uniti d'America (e le loro televisioni) traboccano oggi di Willie Horton. In Florida uno dei figli di Bush in campo, Jeb, sta portando le ultime spallate contro il governatore uscente, il democratico Lawton Chiles, con una pubblicità televisiva in cui una madre accusa la mollezza di Chiles per l'assassinio della figlioletta di 10 anni. «Chiles ò troppo liberal verso i criminali», dice lo slogan. Il liberal Chiles ha risposto che lui non c'entra niente con la liberazione dell'uomo che uccise la figlia di Elisa Nelson, e ha fatto notare che durante il suo mandato ha ordinato ben otto esecuzioni capitali, «una sola in meno del mio predecessore repubblicano». Il maggiore dei figli di Bush, George Jr., sta tentando di diventare governatore di un altro Stato importante, il Texas. Anche lui accusa l'avversaria, la democratica Ann Richards, di essere troppo «liberal». In soccorso della Richards è sceso un uomo che su molte cose è più a destra di George Bush, nientemeno che Ross Perot. Qualcuno sostiene che il mercuriale uomo d'affari texano sia guidato da un vecchio e inestinguibile odio da duello rusticano contro i Bush. Ma questo ò poco importante. Importante ò invece l'entusiasmo con cui la «liberal» Richards ha accolto il sostegno «di un uomo che è la personificazione del cambiamento». George Pataki, nello Stato di New York, assale il governatore uscente Mario Cuomo con un'altra pubblicità televisiva alla Horton: una donna accusa Cuomo per l'assassinio di suo figlio da parte di un uomo in libertà vigilata. Cuomo ha riposto con uno spot in cui un'altra donna, che ha perso il marito nella sparatoria dell'anno scorso sul treno di Long Island, dice: «Sono repubblicana, ma Pataki è strumentale». La rincorsa a coprirsi sull'ordine è frenetica ovunque, anche in California. La democratica Kathleen Brown, per difendersi dagli attacchi del governatore uscente Peto Wilson, ha rivelato in tv che sua figlia ò stata violentata e suo figlio rapinato di ritorno da scuola: «Come posso io, una madre ferita, essere tenera sull'ordine?». In Georgia, il repubblicano Guy Miller cerca di diventare governatore raccontando come sua figlia sia stata tenuta sotto la minaccia di un coltello. Jim Cooper, democratico del Tennessee, cerca di conservare il suo seggio ricordando quella notte in cui dei malviventi fecero irruzione nella sua casa mentre la moglie era sola. Mentre tutti sembrano dimenticarsi del buon andamento dell'economia, Bill Clinton si affanna a sostenere, nei rari comizi in cui qualche candidalo democratico ha il coraggio di invitarlo, che l'America è meglio oggi di due anni fa. Chiede credito per tutte le cose buone fatte, ma pochi glielo concedono. Il giudizio su Clinton resta racchiuso nel basso gradimento espresso dai sondaggi e nella rabbia generalizzata dell'elettore americano verso i politici e la capitale. Nelle ultime settimane i sondaggi indicano i democratici in leggera ripresa: forse non perderanno la maggioranza in Congresso, forse la perderanno solo in uno dei due rami. Ted Kennedy sta recuperando su Miti Romney e dovrebbe restaro senatore. Cuomo dovrebbe restare governatore. La Richards dovrebbe vincere. Ma, dopo l'8 novembre, l'America sarà comunque più a destra di prima e Clinton avrà comunque un Congresso meno amico di questo. Il che è tutto dire. Paolo Passarìni LA CARICA DEI GOVERNATORI NEW HAMPSHIRE MASSACHUSETTS ftKOOE ISLAND CONNECTICUT NEW JERSEY OELAWARE MARYLAND WASHINGTON D.C. VIRGINIA OCC. CAROLINA D. NORD CAROLINA 0. SUD 1 NEI SONDAGGI E' IN TESTA IL CANDIDATO DEMOCRATICO NEI SONDAGGI E' IN TESTA IL CANDIDATO REPUBBLICANO STATI DOVE NON SI VOTA In California la candidata a governatore rivela in tv «La mia bambina è stata stuprata» In Florida Bush junior usa come spot una madre che denuncia l'omicidio della figlia di 10 anni Sotto: Clinton a un comizio a Detroit A fianco Ross Perot attacca Bush junior