Lira e Borsa pomeriggio da brivido

Le voci su presunte dimissioni di Berlusconi e la debolezza del dollaro deprimono i mercati Le voci su presunte dimissioni di Berlusconi e la debolezza del dollaro deprimono i mercati Lira e Borsa, pomeriggio da brivido N ii l Nuovo minimo sul marco MILANO. Giù, sempre più giù, il dollaro, che nella prima mattinata tocca a Tokyo il minimo storico sullo yen. E giù, ancora giù, la lira, che sfonda quota 1030 sul marco, spinta anche da un'ondata di voci che danno Silvio Berlusconi in procinto di abbandonare Palazzo Chigi. E la Borsa? Anche lì poco da ridere: tra l'attesa di un'Opa (quella della Comit sull'Ambroveneto) e le reazioni ad un'altra Opa (quella del Credit sul Rolo), l'incertezza delle voci sul governo e i dubbi sulla Finanziaria che si infittiscono, l'indice Mibtel perde il 2,32 per cento e scende insesorabilmente sotto la soglia dei 10 mila punti, segnalando così un regresso rispetto all'inizio dell'anno. Il giorno dei morti per i mercati valutari ha inizio quando in Italia fa ancora buio. In Giappone il dollaro si arrende alla forza dello yen: nonostante la stessa Banca del Giappone intervenga a difesa della moneta americana, gli operatori preferiscono vendere. Gli ultimi dati sulla ripresa dell'economia americana - superiori alle aspettative - fanno temere che negli Stati Uniti potrebbe esserci presto una fiammata inflazionistica; i contrasti commerciali tra Washington e Tokyo non accennano a placarsi e il dollaro si ritrova così a chiudere al minimo storico di 96,35 yen. Dal Giappone all'Europa, la debolezza del dollaro non accenna a interrompersi. E anche per la lira la giornata non si apre in maniera entusiasmante. In Europa domina il marco, il dollaro continua a dare segnali di debolezza, ma fino alla rilevazione di Bankitalia (con la lira a 1027,35 sul marco e a 1537,12 sul dollaro), la tempesta pare lontana. Ma le nubi si stanno addensando e il temporale scoppia verso le quattro del pomeriggio, quando sui mercati si spargono le voci di una crisi di governo. La miscela è la solita: un tamtam telefonico tra Londra e Milano: «Ma è vero che Berlusco- ni?...», qualche commento magari malo interpretato o distorto ad arte - che rimbalza da un operatore all'altro. Sia come sia la voce inizia a prendere corpo, e la lira imbocca la strada della discesa a precipizio. Nel giro di mezz'ora la collezio¬ ne di record negativi tocca nuovi primati: a quota 1031,75 sul marco, oltre le 300 sul franco francese, a 1239 su quello svizzero, a 2524,6 sulla sterlina... Negli stessi minuti a Piazza Affari aumentano le vendite e l'indice Mibtel perde quota, fi- no a segnare un -2,37 percento. La voce delle dimissioni è rimbalzata anche tra gli operatori di Borsa e si è innescata su un mercato già teso per le operazioni bancarie in corso. C'è tensione in Borsa, ma del resto tutte le altre piazze europee esclusa Zurigo - segnano regressi più o meno vistosi. Passa mezz'ora e tocca al neo-portavoce di Palazzo Chigi Jas Gawronski dettare le poche righe che smentiscono ogni dazione: «Non c'è nulla di vero nelle voci di dimissioni del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Sono voci che possono solamente avvantaggiare gli speculatori». Una dichiarazione che ha i suoi effetti, aiutata probabilmente dall'intervento sui mercati di Bankitalia in difesa della lira, e di sicuro dal massiccio intervento della Fed che per almeno tre volte nel pomeriggio spinge verso l'alto il dollaro e di riflesso anche la nostra moneta. Poco dopo le 17.30 la lira tor- na così sotto quota 1030 sul marco mentre il prezzo dei future sui Btp si riassesta a 99,29 dopo che nel turbine delle ore precedenti sceso fino a 99,07. La giornata, insomma, si può concludere con un sospiro di sollievo, forse anche grazie alla notizia che stamattina Berlusconi inconterà il direttore generale designato di Bankitalia, Vincenzo Desario. Un annuncio arrivato in serata che lascia sperare per la soluzione del contrasto tra Via Nazionale e Palazzo Chigi. [f. man] Ijmti|ChJ Silvio Berlusconi con Lamberto Dini In basso: Vittorio Dotti

Persone citate: Berlusconi, Jas Gawronski, Lamberto Dini, Silvio Berlusconi, Vincenzo Desario, Vittorio Dotti