«Non versiamo il canone alla Rai»

Valanga di critiche sulle nomine. Anche per la Lega sono «una riedizione del sistema de» Valanga di critiche sulle nomine. Anche per la Lega sono «una riedizione del sistema de» «Non versiamo il canone alla Rai» Le opposizioni: e il eda se ne vada ROMA. Lo opposizioni attaccano: con un colpo di teatro degno del miglior Pannella propongono il «congelamento» del canone Rai, e chiedono le dimissioni del consiglio d'amministrazione di viale Mazzini per quella che il segretario del pds Massimo D'Alema definisce «una lottizzazione della peggior specie», un'«operazione spaventosa» dal sapore «fascista». Anche la Lega - che pure qualcosa ha portato a casa - storce la bocca: «E' un'occupazione del potere in funzione del soddisfacimento degli appetiti. Una riedizione del sistema de. E' cambiato solo il colore: da bianco a nero», denuncia il ministro dell'Interno Roberto Marnili. Mentre da Saxa Rubra dove oggi si terrà un'assemblea generale dei dipendenti Rai partono bordate micidiali all'indirizzo di Letizia Moratti e soci: protestano i giornalisti del Tg3, che sollecitano l'intervento del presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, si indignano quelli del Tgl, che capitanati da Lilli Gruber chiedono conto al loro direttore delle pressioni che ha ricevuto per nominare i suoi vice. Sono le conseguenze - inevitabili - delle nomine decise l'altro ieri a viale Mazzini. In mezzo al caos di dichiarazioni, accuse e contraccuse, repliche e controrepliche, dove la faziosità prevale da una parte e dall'altra, tocca a Franco Cardini dare un'impronta realistica al dibattito che si è fatto arroventato. Il «professore» del consiglio d'amministrazione di viale Mazzini, non si sa so per ingenuità o autodifesa, spiattella una verità semplice semplice, ma che risulta assai poco digeribile, alla maggioranza, come all'opposizione. «Certo, non sono nomine di grandissimo profilo ma la Rai - spiega Cardini in un'intervista a "Mf ' - è letteralmente infestata dalla politica. Siamo davanti a persone politicizzate, o che comunque sono state messe qui dalla politica, per cui si vedono continuamente chiedere i conti. Qui tutti hanno una storia. Qui, ovunque si peschi troviamo degli allineati, o dei riciclati, o dei trasformati. Non c'è niente da fare». Com'era lecito aspettarsi le parole di Cardini - il quale denuncia il fatto che la Rai pullula di lottizzati di sinistra, di destra e di centro - cadono nel vuoto. Non le ascolta Forza Italia, che ha piazzato i propri uomini lì dove voleva. Non le sente Alleanza nazionale che ha ottenuto un bel bottino di vicedirettori, dopo anni di emarginazione. E fa orecchie da mercante anche l'opposizione progressista, che non ò rimasta del tutto a bocca asciutta, anche se ha perso moltissimo terreno rispetto alla Rai dei «professori». In questa spartizione, infatti, la sinistra ha ottenuto otto posti, ma guai a dirlo. Guai a notare che a togliere da sotto il naso la poltrona al direttore di Televideo, il pidiessino Del Bosco, provocando un pandemonio nella redazione che si è appellata a Scalfaro, è stato un suo collega di partito: Roberto Morrione. No, non conviene a nessuno prestare attenzione a Cardini. Perché dovrebbe farlo la maggioranza, che ha vinto l'ennesima partita sulla Rai, senza badare troppo alle forme? E perché mai dovrebbe farlo l'opposizione, che è riuscita a ritagliarsi una nicchia nella tv di Stato, e che ora in nome di una televisione indipendente si appresta ad ingaggiare un'altra battaglia? Una battaglia che si preannuncia cruenta. I progressisti, infatti, hanno deciso di chiedere ai cittadini italiani di versare l'importo del canone non a viale Mazzini ma in un «fondo di garanzia» su cui dovrebbe vigilare addirittura Scalfaro. Questo per convincere il eda ad addivenire a più miti consigli. E a Botteghe Oscure hanno anche preparato un antipasto dell'antitrust, una proposta di legge da presentare subito, che mira a ridimensionare la pubblicità Fininvest. E adesso, che accadrà? Si percorreranno tutte la tappe di rito. L'opposizione continuerà a dire che la maggioranza è «fascista». La maggioranza continuerà a dire che l'opposizione è «comunista». Verranno firmati proclami, si faranno manifestazioni. Saranno presentate in Parlamento interpellanze e interrogazioni. Il eda sarà ascoltato dalla commissione di vigilanza Rai, che ieri è stata tempestata di telefonate di cittadini che hanno risposto ad un appello lanciato dall'emittente del pds Italia Radio. Insomma, il solito tran-tran. L'unica incognita riguarda Alfio Marchini, che ha inviato a Letizia Moratti una lettera di dimissioni. Tornerà sui suoi passi? O dopo aver vigilato sulle nomine preferirà tenersi la presidenza della Sipra? Visto che ormai le caselle dell'organigramma Rai sono state occupate, quella poltrona ò assai più importante di un posto nel eda. Maria Teresa Meli Il pds: ridimensionare la pubblicità Fininvest Massimo D'Alema A sinistra: Franco Cardini

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