I sopravvissuti del garofano

I sopravvissuti del garofano I sopravvissuti del garofano Sono mille, senza telefono: congresso di rinascita Da venerdì pomeriggio a domenica socialisti a congresso. Ma ridotti ai minimi termini e senza telefono. Eugenio Bozzello, commissario straordinario da alcuni mesi, per comunicare con i collahoratori e per sentire il polso dei 1066 iscritti «sopravvissuti» (due anni fa erano ancora 12 mila), usa il cellulare. «E' una situazione davvero difficile - ammette -. La federazione è sempre in corso Palestra 10, ma siamo relegati su un solo piano, in poche stanze (prima occupavamo tutto il palazzo) con i mobili pignorati e senza funzionari. Chi lavora per noi lo fa a livello di volontariato». L'ex questore del Senato, per anni tutore dell'ordine e dell'organizzazione a Palazzo Madama, è abituato alla battaglia. Fu il segretario che fece uscire il partito dalle secche della scissione con il psiup nel 1964; fu colui che resse il psi di Nenni dopo la «fuga» dei socialdemocratici nel 1968; e adesso rieccolo: in pista a difendere gli ideali della tradizione socialista dopo la tempesta di Tangentopoli. Al suo fianco c'è Giuseppe Maspoli, ex amministratore della Cassa di Risparmio di Torino, ora commissario regionale, di un Piemonte che raggruppa 2800 tesserati contro gli oltre 20 mila del passato: «Tutti veri, paganti, venuti in federazione per versare di persona le 50 mila lire del contributo». Poi ci sono Carla Spagnuolo, presidente del Consiglio regionale, Francesco Fiumara, che però è dall'altra parte della barricata in rapresentanza della mozione minoritaria, quella firmata a livello nazionale da Enrico Manca e da Fabrizio Cicchitto. U documento di maggioranza (al quale si rifanno Bozzello, Maspoli e Carla Spagnuolo), nelle assemblee di sezione concluse domenica, ha ottenuto l'80 per cento dei consensi e invierà 80 delegati alle assise provinciali di venerdì. Bozzello: «Non andremo in grandi alberghi, non affitteremo teatri. Faremo tutto in casa, in corso Palestra. Sabato mattina concluderemo il provinciale e apriremo subito il regionale con i 200 delegati del Piemonte». Dati i tempi di vacche magre, congressi «fai da te», senza manifesti, senza volantini, addirit¬ tura senza inviti. Soprattutto non ci saranno i mazzi di garofani del passato (sempre che il garofano sia ancora un fiore rappresentativo): «Al congresso di Roma - conferma Bozzello quasi sicuramente cambieremo statuto, nome e simbolo, rimarrà soltanto la parola socialista». Alla «rimpatriata», dopo mesi di commissari, nomi vecchi e nuovi: Annibale Carli, uno fra i decani del partito, il professor Enzo Ferrerò, Marco Brunazzi, Giovanni Nigro, l'assessore provinciale Livio Besso-Cordero, con il capogruppo Gianni Ossola e il consigliere Giovanni Caracciolo. Sempre in campo anche l'ex deputato Filippo Fiandrotti, l'ex vice sindaco Libertino Scicoione e Prospero Cerabona con il suo circolo Amendola. «Avremo anche tanti giovani e gran parte di coloro che erano stati emarginati dalle vecchie gestioni», annunciano i commissari. Due le anime a confronto: la prima rappresentata dai nazionali Del Turco, Giugni, Boselli e dai locali Bozzello, Maspoli e Carla Spagnuolo, la seconda da Manca, Cicchitto e, a livello torinese dall'ex sindaco di Moncalieri, Fiumara. «Noi - chiarisce Bozzello - vogliamo riunire tutti i riformisti presenti nelle varie formazioni politiche, loro tendono ad un'ampia coalizione escludendo soltanto i missini di Alleanza nazionale». Con la prossima settimana il psi avrà la nuova classe dirigente. Volterà definitivamente pagina e si preparerà al congresso nazionale dell'Eur fissato per l'll,12el3 novembre. «Poi andremo al confronto con le altre forze politiche del Piemonte per preparare le elezioni di primavera», dice Bozzello lanciando un messaggio: alle politiche di marzo il polo progressista umiliò i socialisti e - salvo per l'elezione di Giugni - perse voti. «Adesso - aggiunge -, dimenticato quello "sgarbo", non vorremmo che si ripetesse l'errore. Per questo, appena elette le segreterie, chiederemo di partecipare alla formazione dei programmi e alla scelta dei vertici per la Regione, le Province e per le amministrazioni comunali più importanti». Giuseppe Sangiorgio

Luoghi citati: Fiumara, Moncalieri, Piemonte, Roma, Torino