La Cina entra nel Giro

Ciclismo: presentata a Pechino l'ultima avventura in bici Ciclismo: presentata a Pechino l'ultima avventura in bici La Cina entra nel Giro Sette tappe, partenza il 26 ottobre Martini: si apre un grande mercato Nel torneo indoor di tennis a Bercy Gaudenzi ko a Parigi «Ma il '94 è positivo» Continua il momento-no di Stich eliminato anche dalfrancese Roux «Il Giro della Cina. Interessante. Ma se comincia il 26 ottobre del '95, ce la faranno a finirlo prima del 2000?». Il et azzurro Alfredo Martini, considerata la vastità del territorio in questione, è perplesso. Smette di esserlo allorché viene a sapere che il Giro delle Cina, ultima propaggine del ciclismo, presentato ieri a Pechino alla presenza del presidente dell'Uci Verbruggen, sarà una competizione succinta, un giretto di sette tappe per un totale di soli 990 chilometri. ((Allora si ragiona», dice Martini, «bella trovata. Si apre un grande mercato. Ma che Giro della Cina è?». E' un mini giro open, con un montepremi di 400 milioni di lire, organizzato dalla Medalist sports americana in collaborazione con la Ises Asia di Hong Kong e la Parallel media grup di Londra che hanno già annunciato la partecipazione di 14 importanti squadre internazionali. Poteva mancare nella geografia ciclistica uno dei paesi più pedalanti del mondo? «Pedalano giorno e notte», dice Martini. E risultando difficile percorrere in lungo e in largo la Cina - come avviene per il Tour, il Giro d'Italia e la Vuelta spagnola - gli organizzatori si sono limitati (per ora) a prendere in considerazione alcune località emblematiche. Emblematiche perché? Perché così le ha definite Verbruggen. Dunque, si comincia con Hong Kong e si continua, a Sud, con Sherìhenz e Canton e poi si va ad Est per divertire Shanghai e ci si trasferisce per la conclusione a Pechino. Sarebbe stato bello, hanno detto gli organizzatori, far passare la corsa attraverso le sterminate campagne cinesi, ma ci sono strade adatte alla bisogna in quelle sterminate campagne? No, e allora ecco la scelta delle grandi città. Le maggior parte delle prove si svolgeranno in circuito e a cronometro. «Si tratta, lo avrete capito, di una formidabile sfida logistica», ha dichiarato Michel Plant boss della Medalist Sport che mette in scena ogni anno il Tour DuPont, nome francese in terra sta¬ tunitense. Plant è malato grave di ciclismo e non ci meraviglieremmo se un giorno annunciasse d'esser riuscito a piazzare una sella da scalatore sotto il sedere di un lappone. «Il successo del Giro della Cina», ha dichiarato Verbruggen, «rappresenterà una pietra miliare per tutta l'Asia. Il ciclismo è diventato sport globale, gli stanno ormai stretti i confini dell'Europa». E sarà, dovrebbe essere, anche la scintilla per accendere un nuove idee agli stilisti della bicicletta che hanno già invaso l'Inghilterra e gli Usa e cercano di conquistare altri acquirenti. L'importante non è vincere ma vendere. Ma chi parteciperà al Giro della Cina? Il primo nome è quello dell'ex campione del mondo statunitense Lance Armstrong che va anche sulla luna, basta che lo paghino. Il guerriero Chiappucci non è indifferente al richiamo del denaro, tutto dipende dalla forza del richiamo e dalle forze che gli resteranno in autunno. Il calendario del '95, rimpastato e allungato, presenta la Vuelta a settembre e il Mondiale nella prima settimana di ottobre. Chi avrà il coraggio di spedire i propri consunti residui a Hong Kong e soprattutto chi avrà il coraggio di dire a Casagrande o a Bortolami, a Leblanc o a Berzin: ragazzi, adesso ci facciamo un viaggetto in bici da Shanghai a Pechino? «Il coraggio viene coi soldi», dice Martini. «Vedrete, vedrete quante belle incoraggianti sorprese. I corridori che hanno desiderio di rivincite, i corridori che amano l'avventura, che hanno il gusto della scoperta, saranno orgogliosi di giocare l'affascinante scommessa». Verbruggen e Plant non hanno incertezze, tanto mica pedalano loro. Che ne pensa Miguel Indurain? «Indurain», spiega il suo stratega Echevarri, «ha molti impegni. Deve vincere per la quinta volta consecutiva il Tour, vorrebbe vincere per la terza volta il Giro, gli piacerebbe vincere la Vuelta. Io, a Miguel, della Cina, non gli dico nulla». al primo turno contro il francese Roux. Esordio infelice anche per Andrea Gaudenzi che, dopo le buone prove di Vienna e Stoccolma, ieri è letteralmente naufragato in 59 minuti esatti contro l'americano Wheaton, un gigante dal servizio al fulmicotone che ha saputo giocare con maggior regolarità di quanto faccia di solito. «Male, sono andato davvero male, mi mancava l'adrenalina - ha detto il nostro azzurro.- Mi succede sempre così: gioco bene per due settimane e nella terza mi siedo. Ho qualche problema alla spalla e devo prendere degli antinfiammatori, ma non deve sembrare una scusa. La stagione è ormai finita, gioco ancora a Mosca e poi mi riposo per qualche tempo». «Ma il bilancio della stagione posso considerarlo più che positivo. A fine anno sarò tra la ventesima e la venticinquesima posizione: l'obiettivo che mi ero prefissato all'inizio del '94 era quello di arrivare fra i primi cinquanta. Posso quindi essere contento ed è anche giusto così. Ora non valgo di più». Più fortunato l'esordio dell'altro italiano presente a Parigi, Renzo Furlan, che il giorno prima aveva superato in tre set l'americano Adams Chuck, proveniente dalle qualificazioni. Furlan ha perso male il primo set, si è ripreso nel secondo e finalmente nel terzo ha prodotto un buon tennis, vincendo meritatamente. «Su queste superfici - ha detto Riccardo Piatti, il suo allenatore - Renzo tarda sempre a carburare». Oggi, però, il tennista italiano sarà opposto ad un un avversario decisamente più ostico: si tratta dell'olandese Krajicek, uomo dal servizio proibitivo. PARIGI. Preceduto dalla rivoluzione generata dal torneo di Stoccolma nell'alta classifica (che ha fatto cambiare posizione nel ranking Atp a sette tra i primi dieci giocatori del mondo), l'Open di Paris-Bercy (oltre due milioni di dollari di montepremi) si è aperto con la sicurezza per il pubblico di assistere a grandi sfide, visto che sono presenti 22 tra i primi 24 della classifica e che soltanto Sampras, Ivanisevic e Bruguera sono già sicuri di avere il posto per il Master di Francoforte. Ancora una volta il più atteso è Boris Becker. Il tedesco dopo la prova di Stoccolma, dove ha battuto uno dopo l'altro i primi tre al mondo, è risalito dal 6° al 3° posto, scavalcando anche il «rivale» Stich che a Bercy ha deciso di uscire subito di scena La bicicletta continua a essere il mezzo di locomozione più usato in Cina BASKET CALCIO-FOLLIE Euroclub: e domani dura trasferta per Pesaro Specialista in invasioni Giancarlo Spadoni Risultati. Wheaton-Gaudenzi 6- 2, 6-3; Agassi-Stoltenberg 64, 3-6, 6-2; Hlasek-J. Sanchez 7- 5, 6-4; Rosset-Boetsch 6-4, 76; Roux-Stich 6-3, 6-4.