Sangue infetto dramma per la grande Mnouchkine di Osvaldo Guerrieri

Sangue infetto, dramma per la grande Mnouchkine Sangue infetto, dramma per la grande Mnouchkine PARIGI. Sangue infetto, morti sospette, agonie insopportabili provocate da trasfusioni piratesche... Tutto ciò accadeva negli Anni 80 e fu un trauma per la Francia, che discusse quello scandalo sanitario con onestà (di alcuni) e con ipocrisia (di altri). Il dibattito si era così radicato nel cuore di una società offesa, che perfino una regista di genio qual è Ariane Mnouchkine ritenne necessario affrontarlo nel modo a lei più familiare. La Mnouchkine, che dirige il Théàtre du Soleil nello spazio storico della Cartoucherie, commissionò alla scrittrice Hélène Cixousi «La Ville Parjure ou le Réveil des Erinyes» (La città spergiura, ovvero il risveglio delle Erinni), dramma sullo scandalo del sangue infetto, ma anche atto d'accusa contro gli intrighi di palazzo nella Francia socialista di quegli anni. Lo spettacolo debuttò il 18 maggio e andò incontro a una strana avventura. Successe che «La Ville Parjure» non richiamò abbastanza pubblico. La Cartoucherie ha 600 posti, ma raramente arrivavano più di 300 spettatori. Alla fine di luglio, dopo 53 rappresentazioni, lo spettacolo era stato visto da 20 mila persone. Per pareggiare i conti ne sarebbero state necessarie almeno 30 mila. In quella data, com'è consuetudine del Théàtre du Soleil, la Mnouchkine scrisse una lettera ai suoi spettatori, lamentando proprio questa spiacevole situazione ed esortandoli ad accorrere numerosi alla ripresa. Cosa che non è avvenuta. Risultato: alla fine di ottobre lo spettacolo è stato smontato, lasciando un buco fi¬ 5 nanziario di notevole profondità. Ma l'insuccesso di «La Ville Parjure» non sembra un normale fiasco teatrale. Così per lo meno ritiene la Mnouchkine. La regista ricorda che questo spettacolo ha incontrate, fin dal suo apparire, inspiegabili resistenze. «C'è voluto tempo perché la gente cominciasse ad arrivare», dice contrita. E aggiunge: «Anche la stampa se n'è occupata tardi. Gli articoli sono cominciati ad uscire a metà giugno, e in ordine sparso». Si può spiegare? «La gente ha avuto paura. L'argomento della commedia l'ha spaventata». Riflette e osserva: «Forse la stampa e noi stessi non abbiamo spiegato abbastanza che non si trattava di uno spettacolo documentario, di tipo televisivo, ma una tragedia del nostro tempo sull'erosione della coscienza e della responsabilità, con personaggi veri». Equivoci, dunque; e magari paura di chissà quale strumentalizzazione. Ma una cosa è vera: se il Théàtre du Soleil non fa il pieno tutte le sere, sprofonda nei debiti. Sovvenzioni ridotte e costi in ascesa rendono necessario il successo e lo trasformano in una condanna. Ora il fiasco della «Ville Parjure» mette a serio rischio la sopravvivenza della compagnia. La Mnouchkine ha già detto che il 30 ottobre il gruppo s'è fermato, andando a infoltire le file dei disoccupati. Le sovvenzioni del '95 saranno utilizzate soltanto per ripianare i debiti. Il sole dunque s'offusca. Ma tutti sperano che non si spenga. Osvaldo Guerrieri

Persone citate: Ariane Mnouchkine, Mnouchkine

Luoghi citati: Francia, Parigi