«Sono figlio del prete voglio l'eredità»

«Sono figlio del prete/ voglio l'eredità» «Sono figlio del prete/ voglio l'eredità» // giovane chiede la prova del Dna: mio padre non era il sacrestano CATANIA. Otto miliardi sono tanti, troppi per lasciarseli sfuggire. E così l'eredità contesa di un anziano sacerdote di 84 anni, morto lo scorso luglio, sta rivelando ogni giorno continui colpi di scena. Adesso salta fuori perfino un figlio illegittimo del prete, che reclama a gran voce la parte di eredità che gli spetta per legge, la metà. Andrea La Rosa, 37 anni, 'single', impiegato comunale a Mascalucia, si è rivolto al giudice per chiedergli di essere sottoposto all'esame del Dna: «Don Filippo Consoli era il mio vero padre, quell'eredità mi tocca» ha spiegato, in un esposto, al sostituto procuratore Giovanni Cartolo che lo interrogherà nei prossimi giorni. Per tutto questo tempo, Andrea La Rosa aveva respinto qualsiasi illazione su di lui: in paese, complice la sua straordinaria somiglianza con il prete morto, tutti dicevano che lui, «il signor Andrea, è il figlio del parroco, padre Consoli». Lo ripetono ancora oggi, tutti, giovani e anziani. Basta andare in un bar di Mascalucia, o in via Zappala, dove al numero 13 abita Andrea La Rosa e dove, fino al 31 luglio scorso, abitava anche padre Consoli; i due erano anzi dirimpettai del quarto piano, uno in un appartamento, l'altro in quello accanto. Insomma, dovunque confermano la vecchia diceria di quella paternità segreta e inconfessabile, alimentata peraltro da troppi indizi, somiglianza e residenza anagrafica comprese. Per tre mesi, però, Andrea La Rosa è rimasto alla finestra, aspettando di vedere come andava a finire la contesa a colpi di carta bollata tra un nipote del sacerdote, l'avvocato Michele Consoli che si riteneva erede universale dei beni dello zio, e una coppia di anziani infermieri, Michele Carbonaro e Caterina Uttaro, che a settembre hanno ricevuto comunicazioni di garanzia nelle quali si ipotizza il reato di omicidio volontario proprio nei confronti del prete. Il caso era scoppiato alla fine dell'estate. A metà settembre il giudice ordinò perfino la riesumazione della salma e l'autopsia, i cui esiti non sono ancora noti. Si teme che padre Consoli sia stato ucciso, forse avvelenato, da qualcuno che voleva appropriarsi della cospicua eredità, appartamenti, terreni e denaro liquido per quasi otto miliardi, in parte beni nobiliari di famiglia, in parte frutto di fortunate speculazioni. Il sospetto, oltre che dall'esposto dell'avvocato Michele Consoli, è stato alimentato anche da alcune lettere anonime e dalla circostanza che il sacerdote cambiò il suo testamento a favore dei coniugi Carbonaro pochi mesi prima di morire. La contesa, tuttavia, sembrava circoscritta a due possibili eredi e appesa ad una relazione del medico legale: omicidio o morte naturale. Adesso, l'entrata in scena di Andrea La Rosa complica ulteriormente le cose. Ufficialmente, l'uomo è figlio del sagrestano e della perpetua di padre Filippo Consoli. Tuttavia, nessuno dei due potrà mai confermare o smentire le affermazioni del loro figliolo: sono morti già da un bel pezzo. A Mascalucia, il centro ai piedi dell'Etna e a pochi chilometri da Catania dove si è consumata tutta la vicenda terrena di padre Consoli, la gente ha già trovato da tempo la soluzione al giallo: «Come a chi va l'eredità di padre Consoli? Ma a suo figlio, che dubbi ci sono?». Già, il figlio del prete. E pensare che per tanti anni qui è sembrata solo una feroce battuta dei maldicenti.

Persone citate: Andrea La Rosa, Carbonaro, Caterina Uttaro, Filippo Consoli, Giovanni Cartolo, Michele Carbonaro, Michele Consoli

Luoghi citati: Catania, Mascalucia